martedì 31 dicembre 2013

Un mese di libri

Caro Diario,
 sul mio comodino c'è una pila di libri letti in questo mese:


Le ali della sfinge e La pista di sabbia di Andrea Camilleri
L'isola di Victoria Hilsop
Morale e belle ragazze di Alexander McCall Smith
Il club dei filosofi dilettanti sempre di Alexander McCall Smith
Libri e amori a Los Angeles di Jennifer Kaufman e Karen Mack
L'enigma del solitario di Jostein Gaarder
Il teorema del pappagallo di  Denis Guedj
 Arrivo da un'estate e un autunno di immersione totale nei gialli di Agatha Christie e di Danila Comastri Montanari, disperata mi aggiro tra gli scaffali della libreria in cerca di libri già letti ma in parte dimenticati.
 Inizio con due gialli d.o.c., sfarfallo in un romanzo che parla di amore in ogni sua forma, sguazzo di nuovo in due gialli leggiadri, ritento con un romanzo d'amore (ma proprio non ce la faccio, mi pare così difficile da leggere, da seguire, così pieno di frasi inutili e fastidiose: lo mollo lì dopo tre o quattro capitoli), mi tuffo in un libro dimenticato ma tanto bello e filosofico con gusto, concludo con un giallo matematico.
 Quale mi piace di più? L'isola è molto coinvolgente, ma la storia della matematica raccontata dal signor Ruche ne Il teorema del pappagallo mi fa venir voglia di prendere carta e matita e lasciarmi andare ai calcoli algebrici. Peccato stia finendo. Ma ho già pronta una pila di nuovi libri da scoprire. Urrah!

 A proposito di novità, mio caro Diario: buon 2014!

(0; determinazione: discreta; umore: roseo; conquista del giorno: due borse di nuovi libri)

lunedì 30 dicembre 2013

Fallimento o successo?

Caro Diario,
 una sola domanda: ma dove va a finire il tempo?
 Ho ancora (ancora?!) due giorni per portare a termine l'obiettivo del primo mese, ma non so se:
  1. essere sincera all'inverosimile e ammettere il mio fallimento
  2. fare la splendida ed essere entusiasta del mio successo.
 Ma se la virtù sta nel mezzo, allora ti dirò: sono contentissima di essere riuscita a dividere tutte le cianfrusaglie per argomento, aver buttato via quelle inutili e aver archiviato quelle utili. Sono contentissima di aver etichettato ogni scatola/scatolone/raccoglitore e trovato un posto per ciascuno di loro. Sono contentissima di aver archiviato anche il materiale da lavoro negli scatoloni che prima contenevano le cianfrusaglie.


 Sono meno contenta di non aver riposto alcune cianfrusaglie (quelle col punto di domanda), di non aver trovato la poltrona giusta, di non aver cucito la tendina, di non aver appeso i quadri. Sono meno contenta di non aver finito in tempo - dubito che nelle prossime trentasei ore riuscirò a fare molto di più. Ma sono contenta di esserci quasi riuscita.

(-1; determinazione: distratta; umore: roseo; conquista del giorno: aggredito anche l'ultimo scatolone)

venerdì 27 dicembre 2013

Studio: lavori (molto) in corso

Caro Diario,
 tic-tac, tic-tac...
 Il tempo passa, rimangono pochi giorni per mantanere il mio impegno di riorganizzare e abbellire lo studio. Posso farcela.
 Oggi sono alle prese con gli ultimi scatoloni: ne libero uno e subito lo trasformo in cestino getta carte (quante!), ne libero un altro e lo riutilizzo come contenitore per la carta da riciclare (lo sai che ho un debole per la cartapesta? prima o poi...), un altro ancora e lo lascio vuoto solo per il piacere di saperlo vuoto. 
 Intanto riempio le scatole: di pieghevoli e cartine turistiche, di informazioni, iniziative, piante di siti e musei d'archeologia. 
 Sono abbastanza soddisfatta, anche se non so come di carta ce n'è sempre troppa. A volte mi sembra di organizzare solo grandi flussi migratori da un continente all'altro, da uno scaffale all'altro, da uno scatolone a un raccoglietore.
 Il risultato a fine giornata è spaventoso: scatole ovunque, scatoloni tra i piedi, fogli di carta riciclabili come tappeto, lacrime sparse e mani dai polpastrelli neri che più neri non si può. 
 Doccia, pizza, nanna e domani è un altro giorno. Di lavoro, yes.

(-4; determinazione: adamantina; umore: scorbutico; conquista del giorno: fuori altri tre scatoloni)

martedì 24 dicembre 2013

# 5

Caro Diario,
 mi sto godendo la pace di questa fine giornata.
 Tra un po' riempirò la vasca di schiuma profumata e mi regalerò un bagno caldissimo per rilassare i muscoli e i pensieri. Sto pensando troppo in questi ultimi giorni, pensieri nuovi, scoppiettanti e divertenti. Li conservo scritti in un quadernetto, per non perderli.
 Mentre il mondo là fuori gira vorticoso a una velocità più che raddoppiata, e le cucine diventan fucine di cibo delizioso e pacchetti colorati, e la gente si scambia frenetici auguri e gioiosi regali (o viceversa), qui, in casa, si respira tranquillità e pace. 
 Piccole cose fatte con piacere nel silenzio beato:  un lavoro da finire, un pensiero da acchiappare al volo, una carezza al Baldo, un sonnellino pomeridiano, le chiacchiere col marito di fronte a una tazza di tè, un obiettivo da raggiungere. Mai sentito così tanta serenità in questo periodo dell'anno come ora.
 Lo prendo come un buon segno. Intanto, approfitterò del black out dei prossimi giorni per dedicarmi ai miei progetti, con calma e tranquillità: il mese sta finendo, rimane solo una manciatina di giorni per raggiungere l'obiettivo del mese e spuntare la prima voce della lunga lista.

foto dal web (autore sconosciuto) e definizione da Wikipedia

(-7; determinazione: scintillante; umore: roseo; conquista del giorno: serenità)

sabato 21 dicembre 2013

Il club rosa delle prime donne

Caro Diario, 
 ti va di fare un salto indietro fino a ieri sera?
 E' una serata speciale, perché esco a cena per festeggiare il mio (fu) compleanno con due fanciulle che conosco fin dalla nascita. L'occasione è ghiotta, quindi penso bene di fondare il club rosa delle prime donne.
 E' un club particolare, a cui possono iscriversi solo le donne che hanno un primato: per esempio arrivare sempre per prima a tagliare certi traguardi anagrafici (volente o nolente), essere la prima a indossare gli occhiali per vedere da vicino, oppure compiere per la prima volta quarant'anni. Il tutto fatto con molto stile, la battuta pronta e una grassa risata. 
 

 Unico requisito: vivere la vita in rosa, ovvio! E accorgersi che:

il bicchiere è sempre mezzo pieno (anche quando son rimaste poche gocce),
le piccole cose illuminano sempre la giornata (anche quando la giornata è buia e tempestosa),
non tutto il male vien per nuocere (il mio detto preferito),
c'è sempre un Piano B, e di solito funziona meglio.
(-10; determinazione: allegra; umore: roseo; conquista del giorno: club rosa delle prime donne

venerdì 20 dicembre 2013

Chez moi #25: liquore di liquirizia

Caro Diario,
 sono in vacanza!
 Quattro giorni piovuti giù all'improvviso, in cui dedicarmi a qualsiasi cosa (anche al nulla più assoluto) che non sia lavoro. Ahhh, beatitudine!
 Quindi mi ricordo di un vecchio progettino che mi frulla in testa da giorni, forse mesi: sperimentare il liquore di liquirizia. Assaggiato l'anno scorso, preparato dalle mani sapienti di un'amica e gustato fino all'ultima goccia. Adoro i liquori, adoro la liquirizia: direi che ho trovato il mio elisir di felicità.
 E così recupero il pentolino per la cottura a bagnomaria (comprato più di un anno fa, quando già mi vedevo la guru della cioccolata calda fatta a mano), il sacchettino di liquirizia pura (acquistato due settimane fa in un raro lampo di memoria) e la mezza bottiglia di alcool etilico 95° (mio caro amico). Inizio:
  1. Riempio una pentola d'acqua e aspetto che l'acqua bolla.
  2. Appoggio sulla pentola il pentolino sospeso, vi verso metà acqua e la liquirizia e lascio sciogliere a bagnomaria, mescolando bene*.
  3. Sciolta la liquirizia, verso il liquido nero in un pentolino e lascio raffreddare.
  4. In una padella sciolgo a fuoco lento lo zucchero e l'altra metà dell'acqua, finché non si trasformano in sciroppo. Poi lascio raffreddare.
  5. Quando sciroppo e liquido nero son ben freddi, li verso in un barattolo di vetro a chiusura ermetica e aggiungo l'alcool. Mescolo vigorosamente e lascio riposare in un posto asciutto e buio**.
  6. Dopo tre giorni è pronto da bere. Yessa!



* Acc. Non pensavo che la liquirizia fosse così tosta da sciogliere. I minuti previsti dalla ricetta sono decisamente inferiori rispetto ai minuti reali. E quando mi sembra sciolta del tutto, mentre verso nel pentolino per far raffreddare il liquido nero, mi accorgo che qualche pezzo di liquirizia è rimasto sul fondo, resistente a qualsiasi temperatura e tortura. Provo a convincerla con un bagnetto in poca acqua, ma nulla: catrame era e catrame resta.
** Finalmente posso sfruttare la mia super dispensa del sottoscala per conservare al buio e all'asciutto i miei intrugli! Gran soddisfazione.

 Sabato, domenica... lunedì sera assaggio e poi, mio caro Diario, ti dico com'è. Prosit.

(-11; determinazione: spontanea, ma a intermittenza; umore: multisfaccettato; conquista del giorno: vacanza!)

domenica 15 dicembre 2013

Domenica!

Caro Diario,
 ci sto prendendo gusto.
 Questa è la terza domenica di fila che riesco ad assaporare fino in fondo: sveglia tardi senza pensieri turbinosi, qualche lavoretto in casa, un riposino, tante chiacchiere rilassate e passeggiata sul lago tutti assieme (io, il marito e il Baldo) nel pomeriggio. E mentre l'indomabile canide insegue le cagnoline, sbava d'amore, attacca briga con ipotetici avversari, riesco pure a godermi quel che mi circonda:

il tramonto sull'acqua 


la luna che si specchia vanitosa


la rocca gemella 


l'albero degli ululati


 I ringhi del Baldo mi riportano alla realtà: sventiamo un tentativo di rissa tra cani, dribbliamo un sanbernardo, un pitt bull, un enorme terranova che pare un peluche da fiera, un congresso di husky festanti, Otto il bassotto dai canini d'acciaio, una coppia di labrador dispettosi e il malefico cane delle tenebre a cui piacciono molto gli attentati e i colpi apoplettici (altrui). E ce la facciamo, torniamo a casa stanchi ma soddisfatti. Ancora qualche ora di dolce relax e poi tutti a dormire.
 Che bella, la domenica!

(-10; determinazione: ottima; umore: ottimo; conquista del giorno: passeggiata sul lago)

martedì 10 dicembre 2013

# 3

Caro Diario,
 un'altra buona domenica.
 Ci sto prendendo gusto. Di domenica accade di tutto: ci riposiamo, curiamo la casa (altri spostamenti di mobili, sì!), chiacchieriamo, ridiamo, facciamo progetti. E verso sera usciamo col Baldo. 
 Sul lago fa freddo. La stessa nebbia del mattino, sparita col sole, ritorna di soppiatto di sera, ghiacciata, appiccicosa e trasparente. S'infila tra le maglie del cappello, mi brucia nelle orecchie, prova a tirarmi per il cappotto. Pussa via!
 Poi capito in un posto, dove mi tocca aspettare per qualche minuto senza far nulla. C'è una tivù appesa alla parete di fronte, seguo senza interesse, finché non inizia una canzone. Che mi rapisce totalmente. 

 Si può cambiare solo se stessi, sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione
 Bing. Ho trovato la mia canzone da SQ (Splendida Quarantenne)*. Se senti urla stonate e vigorose a ogni ora del giorno, mio caro Diario, non allarmarti: sono io che canto.

(-20; determinazione: a intermittenza; umore: sereno; conquiste: la mia canzone da SQ)
* E' un caso che Albachiara sia la "mia" canzone da fanciulla?

mercoledì 4 dicembre 2013

Raptus

Caro Diario,
 oggi è mercoledì, ma voglio parlarti di domenica.
 Quella appena passata è una domenica piena di brio, di quelle che (finora) sono più uniche che rare. Ma per raccontarti di domenica, devo fare un passo indietro di una settimana, fino ad arrivare a mercoledì scorso.
 Mercoledì scorso sono in città, in compagnia di un gruppetto di fantastiche fanciulle (ma questa è un'altra storia). Entriamo in un negozio - devo prendere solo un oggetto, giuro -, ma subito dietro l'angolo vedo davanti a me un piccolo tavolo-vassoio. Color latte e menta. Che mi guarda con occhi languidi. 
 Blink. Sarebbe perfetto per il mio divano... Ne sto cercando uno così da tanto tempo... Pensa che forte servire gli aperitivi sul tavolino-vassoio... Eccetera eccetera alla velocità del fulmine. O meglio, alla velocità dei pensieri di una donna che vuole fortissimamente vuole una cosa al di là di ogni ragionevole obiezione.
 E così mi ritrovo a passeggiare in città, in compagnia di un gruppetto di fantastiche fanciulle; a prender posto su un treno; a saltellare dal freddo sulla banchina della stazione; a prender posto su un altro treno; a guidare fino a casa, con il mio nuovo fiammante tavolino-vassoio accanto.
 Che rimane impacchettato ancora per qualche giorno. 
 Domenica è una giornata speciale: colazione sfiziosa, chiacchiere e progetti, spostamento di mobili* (fantastico sport), pranzo goloso, riposino rigenerante, giretto per negozi, serata rilassante con altre chiacchiere piacevoli. Ah, da metterci la firma!
 Il risultato di questa giornata - oltre a un senso di gioioso tepore:

Foto pessima. Colpa del telefono (ehm).

* Per spostamento di mobili s'intende: svuotare due panche accostate ai divani, riporre/buttare le montagne di cianfrusaglie stratificate nelle e sulle panche, trasferire le panche pulite, vuote e leggere in altro loco (ma questa è un'altra storia), pulire angoli nascosti e dimenticati del soggiorno, posizionare il nuovo tavolino-vassoio.
(-27; determinazione: offuscata dai dolci ricordi di mercoledì scorso; umore: offuscato da altro)

lunedì 2 dicembre 2013

# 2

Caro Diario,
 ritorno all'attacco.
 Per un momento fugace accarezzo l'idea di fingere che il nostro patto non sia più valido. Di saltellare leggera da un giorno all'altro senza meta precisa. Senza progetti. Senza punti della situazione, né piani d'attacco. Senza nemmeno obiettivi a breve termine. Solo saltellii e balzelli leggiadri. Giammai.
 Dopo un anno so che per una come me - disordinata fin nel midollo, pigra all'inverosimile, meditatrice all'estremo (e allo stremo) - un anno è un concetto oscuro e una settimana un lasso di tempo molto labile. Soffro di una strana malattia: l'incapacità cronica di percepire il tempo che scorre. 
 Poco importa, devo e voglio andare avanti: entro la fine di questo mese voglio e devo finire il mio studio - è lui stesso a supplicarmi. Cose da fare? Molte, alcune noiose e polverose, altre semplici e immediate, altre ancora da decidere. Tanto per gradire:
  1. dividere il materiale degli ultimi scatoloni (non scrivo quanti, perché mi vien da piangere), imbustarlo, inserirlo nei contenitori giusti - cosa noiosa e polverosa
  2. etichettare i contenitori - cosa semplice e immediata
  3. suddividere la cancelleria nei cassetti - cosa da decidere
  4. appendere quadri - cosa noiosa e polverosa
  5. aggiungere la tendina - cosa da decidere
  6. preparare l'ufficio-vassoio - cosa semplice e immediata
  7. aggiungere una luce vicino al computer - cosa semplice e immediata
  8. trovare una comoda poltrona da ufficio - cosa da decidere
 Come immagino il mio studio? Una grande scrivania di legno, pareti foderate di librerie zeppe di libri, pile di volumi sparsi ovunque, sulla scrivania, sulle sedie, sul pavimento; un'accogliente bergère su cui lavorare comodamente, una luce soffusa lì accanto. Magari anche un divanetto con un tavolino per il tè delle cinque, una piccola stufa a riscaldare il freddo invernale e una grande portafinestra sul giardino fiorito.

Libreria di Nigella Lawson. House and Garden 2010

Cascasse il mondo, entro il trentuno di questo mese devo raggiungere il mio obiettivo, nonostante gli impegni, gli imprevisti e gli scioperi: il Nuovo Piano D'Attacco è riorganizzare lo studio. Punto.
 Poi potrò iniziare a viverlo e a impilare libri ovunque. Ops!

(-29; determinazione: buona; umore: combattivo; obiettivo del mese: riorganizzare lo studio)

martedì 26 novembre 2013

Salve, mi chiamo Alessandra e sono una Ex Q.Q.

Caro Diario,
 gli Indicibili arrivano e mi ritrovo Ex Q.Q.
 Eppure sono ancora qui. Il patto è: un anno per riorganizzarmi (io) e per controllarmi (tu). Ma 365 giorni son veramente pochi, me ne rendo conto solo adesso. A 52 settimane di distanza. Glab.
 Quindi, mi spiace, dovrai sopportarmi ancora un po', finché non porterò a buon fine ogni mio proposito.
 Gli Indicibili arrivano: aspetto il botto, lo scoppio, il lampo di luce accecante, il lamento dantesco, il rimbambimento temporaneo (seee, temporaneo...), l'abisso profondo, l'annientamento totale.
 Invece manco me ne accorgo. Loro mi tormentano per un anno intero come condor pazienti, e sul più bello si dimenticano di beccarmi. Puf, svaniti.
 Così festeggio le ultime ore del mio Trentennio tra chiacchiere e risate, e inizio la nuova età godendomi il sole sulla pelle, la compagnia delle persone che amo di più e una piacevole sensazione che assomiglia molto alla felicità.
 Niente male.

mi sento così: una giornata di sole sul lago
 

sabato 23 novembre 2013

La Regina delle Nevi

Caro Diario,
 ti ricordi quella favola bellissima della Regina delle Nevi?
 All'improvviso una notte la Regina delle Nevi si sveglia: occhi aperti e cuore che batte forte. E' giunto il momento di danzare. Apre la finestra, soffia leggera e si forma una grossa nuvola bianca. L'afferra per due lembi e inizia a sbatterla, come fosse un caldo piumino. Tanti fiocchi brillanti e gelidi se ne distaccano e si sparpagliano disordinati nel cielo buio, finché cadono lievi sul mondo là sotto.
 All'improvviso una mattina mi sveglio: occhi assonnati e tanta voglia di tornare sotto le coperte. Apro le persiane e... oh! Nevica. La pioggia pungente e freddissima della sera prima si trasforma di notte in spilli di ghiaccio, poi in neve a fiocchi. Non è ancora tutto bianco, ma è già abbastanza bianco.
 Bianco il giardino, bianchi i tetti, bianchi i rami degli alberi. Bianco il cielo, d'un bianco candido color neve. E un freddo gelido che s'attacca alla pelle con tutto il suo peso ghiacciato.
 Rimango in casa, rintanata sotto la coperta crochet, una tazza di bollente tè speziato tra le mani e il russio vigoroso del Baldo a tenermi compagnia. E penso.
 Passa il giorno, passa la notte, giunge il mattino. Il freddo è ancora molto intenso, il giardino è ora un mosaico bianco verde di tessere scintillanti. Se domani o i prossimi giorni il sole splenderà, le strade ghiacceranno. Rimarrò in casa a guardar fuori dalla finestra, cercando tra le nuvole la Regina delle Nevi. Finché lei sarà là fuori col suo scialle invernale, io starò chiusa qui dentro.
 Ma sai una cosa, cara Regina delle Nevi? Questa volta non riuscirai a tenermi prigioniera molto a lungo. Ho una mezza intenzione di fare lunghe passeggiate lungo il lago, bearmi delle luci dei negozi e assaporare una cioccolata con panna in compagnia. Come? Sto già chiamando un tassì. Tiè.

(-1; determinazione: forte; umore: nevoso; obiettivo: non fermarmi; risultato: in divenire)

martedì 19 novembre 2013

Cinquantaduesima settimana

Caro Diario,
 non è mai tardi per imparare.
 Impiego un anno esatto per capire una cosa di me: non sono multitasking.
 Non posso dedicarmi a risolvere tutte le emergenze in contemporanea: se voglio arrivare a un dunque, ho bisogno di concentrarmi su una sola per volta. Ho delle priorità, io.
 Che bella parola "priorità"! L'associo a sorrisi spontanei e caldi, e al senso di pienezza che solo i problemi risolti sanno regalare. 
 Scopro che la mia priorità non è curare me stessa (non vado poi così male: ancora non cado a pezzi), né curare gli interessi (sono in attesa di un loro habitat naturale). E non è nemmeno curare gli affetti: noi tre sappiamo il bene che ci vogliamo e questo è già una conquista.
 La priorità assoluta è la casa. Perché la casa è il focolare domestico e se la fiamma si spegne non c'è più calore. E' un nido sull'albero e se si spelacchia rovinerà a terra. Lo capisco dopo sei anni.
 Sei anni in cui lui si occupa di ristrutturare la casa e io di organizzarla: se ogni cosa avrà il suo posto, anche noi troveremo il nostro.
 
 
(-5; determinazione: mica male; umore: idem; obiettivo: non smettere mai d'imparare; risultato: a buon punto)

domenica 17 novembre 2013

Lavori in corso

Caro Diario,
 è domenica e si lavora allo studio.
 Lavoro lento, a volto tedioso - vagliare scatoloni e borse di materiale vario e polveroso non è il massimo del divertente. Ma ogni passo in più mi porta vicino vicino alla soluzione finale: un luogo accogliente e stimolante in cui poter lavorare ogni giorno.


  1. Materiale universitario archiviato nei portariviste ed etichettato? Fatto!
  2. Materiale turistico archiviato nelle scatole ed etichettato? Fatto!
  3. Manifesto del Circolo dei Lettori incorniciato? Fatto!
  4. Tutto il resto? Da fare!
(-7; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: riorganizzare lo studio; risultato: in fieri)

mercoledì 13 novembre 2013

Cinquantunesima* settimana

Caro Diario,
 soffro di uno strano caso di letargo al contrario.
 Solitamente la natura s'addormenta con l'arrivo dell'inverno, passa al caldo ben pasciuta i giorni e i mesi più freddi, e a primavera, con un grande sbadiglio, si stropiccia gli occhi e torna a sorridere.
 Io no. Io vado in letargo in estate: per un motivo o per un altro (lavoro, studio, casa da ristrutturare) mi blocco, metto a nanna i miei progetti, faccio loro una carezza e sussurro "Ci vediamo a dicembre".
 Ecco perché son felice di quest'aria gelida. So che tra poco il marito desisterà dai grossi lavori per finire la casa e potrà dedicarsi (ahilui, senza tregua!) ai piccoli lavori per ri-finire la casa. Io contenta.
 Pregusto quel momento prendendo misure, sognando a occhi aperti, studiando a memoria CasaFacile e la casa dell'amica che ha trovato una soluzione simile a quella che vorrei io - e ora, quasi quasi, le chiedo come si trova... Insomma, mi sto svegliando dal letargo.
 I lavori da fare? Innanzitutto finire quelli interrotti:
  1. organizzare e abbellire lo studio
  2. organizzare i cassettoni del sottoscala
  3. riorganizzare la credenza in cucina
 Poi iniziare quelli nuovi:
  1. costruire e organizzare Il Ripostiglio (un vero ripostiglio alto!)
  2. riorganizzare la lavanderia (ora sede anche dell'attuale finto ripostiglio)
  3. riorganizzare l'archivio (che andrà ne Il Ripostiglio)
  4. riorganizzare la libreria (che sarà priva di archivio)
  5. costruire una mini cabina armadio nell'angolo tra gli armadi
  6. riorganizzare gli armadi
  7. creare il mio angolo craft (finalmente)
  8. creare il suo angolo della musica (finalmente)
 Infine ci sono quelli grossi, che rimanderemo in primavera - se ancora ne avremo voglia e forza:
  1. risolvere il problema umidità
  2. riorganizzare tutta la cucina (nuovi mobili, nuova disposizione, varie ed eventuali)
 Ce ne sono altri, a bizzeffe, d'ogni genere e tipo. Ma devo pur essere realista: sarà un enorme successo se riusciremo a completare anche solo un terzo di queste voci!
 Intanto segnalo il Nuovo Piano D'Attacco, e poi si vedrà:


(-11; determinazione: semperviridens; umore: piacevole; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

* Sì, cinquantunesima (LI o 51°) settimana! Pare che abbia dato i numeri un paio di volte, con questi conteggi. Strano, son sempre stata brava in matematica. Ehm.

venerdì 8 novembre 2013

Rosso di mattina

Caro Diario,
 non tutti i giorni sono uguali.
 Certo è una gran cosa, poter cogliere ogni volta una piccola gemma, un sorriso speciale, un cipiglio distratto, un colore inedito, un profumo evocatore, una coccola rigenerante, di tutto purché gioioso. Perché al momento opportuno può tornare utile.
 Come oggi, giornata grigia e umida, vuota e spessa.
" Lascia che insieme
collochiamo le stelle più belle
nel cielo più blu
(giardino di piccoli fuochi bianchi)
da cui cogliere fiori di gioia infinita
(bombe di energia cristallina)
nei momenti di fredda tristezza.
L'amore dei nostri occhi
brillerà per sempre
nei ricordi del tempo
che corre."
 (-16; determinazione: raminga; umore: opaco; obiettivo: sorridere; risultato: così così)

mercoledì 6 novembre 2013

Rosso di sera

Caro Diario,
 spende il sole su di noi.
 Penserai che mi accendo solo nei giorni soleggiati e rimango in letargo durante le lunghe ventiquattro ore bigie disseminate qua e là in settimana. Per fortuna non è così, ma salutare il sole bello giallo di primo mattino e poi di nuovo la sera quasi arancione è diventato una rarità. Bisogna approfittarne. Quante cose si riescono a fare!
Aprire le persiane col sorriso.
Scrutare dal balcone il verde dell'erba e i nuovi funghi, che spuntano come tanti punti di domanda.
Cercare d'immaginare il blu del lago, incuneato laggiù oltre le case, oltre le cime degli alberi, poco più sotto delle montagne lilla.
Osservare una poiana che volteggia nell'azzurro, le ali aperte ad accogliere la brezza.
Rabbrividire alla stessa brezza.
Annusare guardingo in giardino, inseguendo i percorsi notturni dei ricci (il Baldo, ovvio).
Acciambellarsi al sole per fare il pieno di calore (sempre il Baldo).
Stendere al vento i panni appena lavati, che dondolano e sbattono, come ballerini di rythm and blues.
Guardare con affetto la casa, il nuovo balcone, la vecchia ringhiera riadattata e pitturata di bianco, e ricordare com'era agli inizi.
Inseguire come una folle la luce per fotografare una vita diversa.
Scappare dal giornalaio per prendere una copia del mio giornale preferito, CasaFacile, e leggerlo per strada con avidità.

(-18; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: prendere tutto il sole possibile; risultato: così così)

giovedì 31 ottobre 2013

Ti presento Ellie

Caro Diario,
 ti presento Ellie.
 E' da un mese che mi occhieggia dal suo angolino: "Che fai, non stai un po' con me?". Io distolgo lo sguardo e scappo via, vergognosa. Sì, mi vergogno: perché è da più d'un mese che è qui con noi e ancora non mi prendo cura di lei. O meglio, non lascio che lei si prenda cura di me.
 Mica poi così facile: occorre tempo, dedizione, convinzione, capacità, determinazione e nessuna paura. Eppure gli alibi e le scuse fioccano, ogni giorno pensando a lei mi sento in colpa, finché... - per fortuna c'è sempre un "finché" che ribalta la situazione.
 Settimana scorsa scatta qualcosa. Accendo il computer e scorro le pagine che parlan di lei, prendo nota, annuisco e decido di rompere il ghiaccio.
 E' da lunedì che al mattino io e Ellie abbiamo un incontro ravvicinato di quarto tipo: lei ronza e io sudo.


 Ellie è la nostra nuova cyclette ellittica, quella con la falcata che è una via di mezzo tra bicicletta, corsa, sci di fondo e step - dicono. Quel che dico io è che coinvolge tutto il corpo, dalle braccia alle gambe, e che dopo i primi passi in scioltezza già sbanfo.
 Frena, qui ci vuole un piano d'attacco a misura d'Alina, colei che non ha fiato. Tra i vari programmi d'allenamento per principianti, ne scelgo uno facile facile: inizio con dieci minuti di sgambettamento e nel giro di due settimane arriverò a trenta. Un minuto in più ogni giorno: un aumento dolce e indolore.
 Funziona! Supero in scioltezza il terzo giorno, il Giorno Critico, e ancora ho voglia di sgambettare. Va bene, vado piano: mantengo un ritmo lasco ma fluido, tengo la schiena eretta, contraggo gli addominali, impugno i manubri e continuo a pedalare sicura.
 Sembra proprio che io e Ellie stiamo diventando amiche, e ne son contenta. Soprattutto quando sento con mano i risultati. Sì!

(-24; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: prendermi cura di me stessa; risultato: sulla buona strada)

martedì 29 ottobre 2013

Quarantaquattresima settimana

Caro Diario,
 non ci capisco più nulla.
 Mi sveglio presto e riesco pure a truccarmi e vestirmi carina. Mi siedo alla scrivania, lavoro e termino anche in anticipo. Cucino (con poco entusiasmo) cose (quasi) sane. Mi concedo pure un mini riposo prima di riaccendere il computer perfettamente in orario. Scrivo, ricerco, navigo, ogni tanto rinfresco la mente chiacchierando con un'amica. Insomma, finisco il lavoro di oggi con un'ora d'anticipo.
 Fantastico, la Barbara alias Fatamadrina sarebbe contenta dei miei successi! Sì, perché undici giorni fa siedo di fronte a lei con quaderno e penna in mano, al workshop di CasaFacile ad Abilmente. Il workshop si chiama "Il galateo per chi lavora da casa" e io sono decisa a non perdermi alcuna dritta su come non tramutare me stessa in uno zombie con pc e la casa in una stalla con pc.
 Dovrei essere super contenta e sprizzare di gioia. Invece son confusa. 
 Oggi il cielo è, in ordine cronologico: nebbioso, buio, soleggiato, coperto, di nuovo buio, tempestoso. Tra il cambiamento d'orario, e il clima ballerino non capisco più nulla: scambio il mattino con la sera, il pranzo con la cena, il buio del pomeriggio col buio della notte. E' tutto sottosopra. Ma in quale momento del giorno mi trovo? Ugh.
 "E' il momento della pappa", dice il Baldo. Sarà. Vado a farmi un tè con biscotti.
 
 
(-26; determinazione: testarda; umore: tendente al grigio; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risltato: ottenuto)


venerdì 25 ottobre 2013

Piovon funghi

Caro Diario,
 piovon funghi dappertutto.
 E' mattina. Suona la sveglia - tradotto: la vicina urla al gatto. Bofonchio qualcosa, guardo l'ora e mi rendo conto che mi devo alzare. Sbadiglio, leggo due righe, fo la ginnastichina, rifo il letto, apro le persiane, bla, bla, bla... Un momento: apro le persiane e fuori c'è la nebbia. Una nebbia soffice, impalpabile, umida, quasi appiccicosa. Mi sento ad Avalon.
 Il tempo giusto per rimpinguare la mia collezione di funghetti. Alcuni, quelli in giardino, spuntano in cerchio - sembrano tenersi per mano impegnati in una danza di gruppo. Altri arrivan per posta: "Driiiin", fa il nuovo postino (simpatico il nuovo postino), "Arrivo!", fo io. E in men che non si dica mi ritrovo con una busta imbottita in mano e un enorme sorriso in faccia.
 Apro e mi trovo un pacioso funghetto che mi sorride a sua volta, con due guanciotte rosa da sganascino, un fiocchetto a pois e una farfalla iridescente posata sul cappello.
 Me l'ha inviato Cinzia di LeCreazioniDiCi, mia compagna di Swap delle Amanite Ammattite, ideato da Anna di Tulimami e Laura di Vivere a piedi nudi. Cinzia con le sue mani infonde simpatia e dolcezza a tutti i suoi piccolini.
 E poi ci son funghi che partono, come questo: magro magro e serio serio.
foto di LeCreazioniDiCri
(-30; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: coltivar funghi; risultato: ottenuto)

giovedì 24 ottobre 2013

Quarantatreesima settimana (gasp)

Caro Diario,
 vuoi sapere la notizia del giorno? Manca solo un mese.
 Eh, già. Forse mi conviene pensare che manca ancora un mese. E a tutte le storture che posso ancora raddrizzare in questo lasso di tempo.
 Il Punto Della Situazione di questi undici mesi è claudicante. Due conquiste su tre le perdo per strada, alcune voglio acciuffarle, ma non riesco nemmeno a fare il primo passo.
 La cura della casa è inqualificabile: i punti realizzati riorganizzando alcuni spazi, son caduti nell'abisso dell'anti-casalinghitudine. In questo preciso momento la casa si presenta sporca, disordinata da paura e impolverata tanto quanto un canestrello è cosparso di zucchero a velo. Devo smetterla di ripetere: "Tanto domani è un altro giorno."
 La cura di me stessa è a stento sopra i minimi storici - se non risolvo la questione capigliatura, potrebbe non risollevarsi più. A proposito, mio Caro Diario, ti ho detto che ho sempre più capelli bianchi? Li possino. (Stendo un velo pietoso sul decennale problema girovita...)
 La cura degli affetti rimane nella media: è triste da dire, ma spesso gli impegni e la stanchezza rubano la scena all'ascolto e alla presenza affettiva. Ma lo scambio di coccole tra noi tre è aumentato e mi sento circondata d'amore. Niente male.
 La cura degli interessi... ah, tasto dolente. Quante cose vorrei realizzare! Sferruzzare, uncinettare, imbottire, tagliare, incollare, cucire, pitturare, disegnare, fotografare, scrivere. Viaggiare, visitare, curiosare, imparare. Sospiro. Arriverà il tempo per tutto.
 Ma un fatto mi colpisce: percorro questa strada per circa un anno, mi giro indietro e quel che vedo è tutta un'altra Alessandra. Prima ero un po' più triste e opaca. Ora mi sento più forte e allegra. Sto sicuramente meglio. Quindi direi che, in fin dei conti, il Punto Della Stuazione è molto positivo.
 Il Nuovo Piano D'Attacco?
 
(-31; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

mercoledì 16 ottobre 2013

Sorriso +

Caro Diario,
 oggi splende il sole sulla nostra casa.
 Per fortuna: devo lavare giacche e affini! All'improvviso mi son ricordata che è questo il fine settimana che aspetto da tempo. Venerdì e sabato incontrerò le mie amiche, parteciperò a un workshop che sembra fatto su misura per me, sarò immersa in un mondo di creativi e mi lustrerò gli occhi.
 Sarò a Vicenza, ad Abilmente, con le amiche di CasaFacile!
 Per tutto questo - il sole che mi abbraccia caloroso, il luccicore azzurro del cielo, i panni stesi come bandierine a un party, per le risate e le chiacchiere che già pregusto - sorrido beata.

Sorriso a 365... funghetti

(-40; determinazione: oziosa; umore: splendente; obettivo: vivere appieno il fine settimana; risultato: promette bene)

lunedì 14 ottobre 2013

Per la barba di Odino

Sabato, 12 ottobre 2013
Caro Diario,
 abito nell'occhio del ciclone.
 Da quando vivoo qui, ho paura dei temporali.
 Quando c'è una tempesta, il paese è preso di mira da fulmini e saette. Di solito, alle prime avvisaglie, inizia la corsa per staccare le spine elettriche dalle prese: telefoni, modem, computer, televisore. Corri, corri! Stacca, stacca! Un lampo... uno - due - tre - quattro... ka-boom! Bene, è ancora lontano: la casa è salva.
 E poi capita che, questa volta, il temporale si fa tormenta, e la tormenta cambia le regole: aumenta il passo, si posiziona silente sopra il tetto tra scrosci d'acqua e lancia saette, lampi, tuoni e fulmini dritto dritto sulla nostra testa. Ma ne basta uno solo.
Un lampo abbagliante ed esteso, un crepitio da far rizzare i peli e un tuono assordante. Tutto in poche frazioni di secondo.
 Il salvavita scatta, la luce si spegne, gli allarmi là fuori iniziano a ululare, la connessione internet si blocca davanti ai miei occhi. Oh, no.
 Mi ritrovo off-line contro la mia volontà. Scopro di avere una piccola crisi d'astinenza, che la mia vita on-line è multisfaccettata e piena, che mi manca la finestra sul mondo, che il marito di sera è abituato a sentirmi ticchettare sui tasti. E stasera che non ticchetto mi scruta preoccupato. "Non parlerai mica per tutta la serata, vero? C'è Alberto Angela in tivù..."
 Ah, ecco.


(-42; determinazione: on-line; umore: off-line; obiettivo: superare gl'imprevisti; risultato: crisi d'astinenza)

giovedì 10 ottobre 2013

Au revoir

Caro Diario,
 la vita è proprio strana, lo sai?
 Prendi due sorelle: una sogna di avere una famiglia, di viviere dove cresce e non pensa affatto al lavoro, figurati alla carriera; l'altra sogna di far carriera, vivere ovunque nel mondo e non pensa affatto alla famiglia. Tutto procede come deve, poi, a un certo punto, una folata di vento dispettoso scombina le cose: la prima si trova a vivere in una grande città, con un ottimo lavoro (che ama), e non ha famiglia; la seconda si trova a vivere in un paese piccino picciò, con un ottimo marito e un simpatico cane (che ama), senza una carriera.
 Non è buffa la vita? Entrambe felici delle proprie conquiste, entrambe prive di quel "qualcosa" che le farebbe brillare come stelle nel firmamento.
 In ogni caso, settimana scorsa vado a Torino per trovare mia sorella. Mentre passeggio per le vie sento che questa città mi sta rapendo letteralmente l'anima. Una piccola Parigi, con ristoranti che ammiccano e blandiscono coi loro menu esotici, i musei tra i più belli del mondo e una Biblionteca nazionale che balugina al sole. Mi sento strappare l'anima.
 Voglio vivere qui!. Voglio respirare quest'aria mista a cultura, perdermi tra le formelle di terracotta dei palazzi, le strade lastricate e ampie. Voglio vivere qui, e poi a Parigi, Londra, New York, in ogni città d'Europa, del mondo. Voglio vivere ovunque.
 E ancora incantata dalla pacata sontuosità  delle vie, mi ritrovo in un luogo. Pare uscito dalla mia fantasia, dritto dritto dai miei sogni. Ci entro, lo osservo, mi ambiento, lo sento mio.







 Au revoir, Circolo dei lettori. Non ho ancora perso le speranze.

(-46; determinazione: uggiosa; umore: instabile; obiettivo: allargare gli orizzonti; risultato: dita incrociate)

lunedì 7 ottobre 2013

Quarantunesima settimana

Caro Diario,
 è già lunedì o è ancora lunedì?
 I giorni si sbriciolano via talmente in fretta e io son talmente lenta, che mi sembra di essere ancora sulla casella di partenza. Lunedì, quindi. Tra un lunedì e l'altro ne succedono di belle, vivo intensamente le giornate con tutto quel che possono regalarmi di extra:
gita a Torino cum piccole gioie
tai chi rigenerante
nasi goreng e chiacchere
nodi di chiacchierino
gita a Como cum piccola pioggia.
  
 Nel frattempo tutto il resto s'è ibernato: il caos in casa, il clima, la riorganizzazione della cucina. Il Punto Della Situazione è pari a una lunga era glaciale.
 Per il Nuovo Piano D'Attacco avrei bisogno di Prometeo - ma cercherò di farcela anche senza di lui.


(-49; determinazione: evaporata; umore: bigio; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

lunedì 30 settembre 2013

Quarantatreesima... no, quarantesima settimana (ops)

Caro Diario,
 sto dando i numeri.
 (365 - 96) : 30 = {scrib scrib scrib} 269 : 30 = {scrib scrib scrib} 8,9. Mumble mumble...
 Traduzione: trecentosessantacinque giorni in un anno, meno i novantasei giorni (registrati) mancanti al giorno Q, fa duecentosessantanove giorni già passati, che, diviso i trenta giorni medi di un mese, danno quasi nove mesi passati. Cioè mancherebbero ancora tre mesi. Ripeto: mumble mumble.
 In poche parole sto tentando (inconsciamente?) di posticipare di più di un mese il giorno Q! In realtà mancano solo... cinquantasei giorni? Ohimè lassa, povera tapina! Dov'è il sacchetto di carta antipanico? Anf.
 Di contro, non siamo nella quarantatreesima settimana, ma nella quarantesima... Tentativo (inconscio?) di anticipare la festa a sorpresa? Bah! Te l'ho detto, sto dando i numeri! 
 Cinquantasei giorni, ho ancora cinquantasei giorni per:
- tornare in forma smagliante
- convincere i capelli a gareggiare con quelli della Paola Marella
- adottare uno stile affascinante e conturbante che esprima al mondo la mia personalità multisfaccettata
- trovare il cocktail giusto di alimenti che allontani per sempre da questo corpo l'infiammazione diffusa
- in alternativa, trovare il cocktail giusto per consolarmi
- adottare una famiglia composta da governante/cameriera e maggiordomo/giardiniere
- ritrovare la grinta perduta
- rispettare gioiosamente le regole autoimposte e una certa disciplina salvavita
- godermi del bel tempo con la famiglia e gli amici
- rendermi conto che ne ho fatta di strada (pur stando sul divano)
- stilare una lista dei regali per il mio Qompleanno
- seguire un corso on-line di computazione cronologica - che è meglio
 Può bastare come Nuovo Piano D'Attacco?



(-56; determinazione: pigra; umore: bigio; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

venerdì 27 settembre 2013

V.I.P.

Caro Diario,
 i giorni passano, ma le forti emozioni restano.
 Martedì vado a Milano. Prendo il mio treno, incontro un'amica e, chiacchierando, ci spostiamo verso corso Buenos Aires. Qui, al numero 52, siamo attese per un evento particolarissimo: l'inaugurazione del nuovo flagship store della Bassetti e la presentazione della nuova collezione disegnata da Kate Neckel, un'artista newyorkese simpaticissima e con molto talento. Entriamo e veniamo accolte come fossimo vip, e in un certo modo lo siamo: CasaFacile ha organizzato per noi e per le altre lettrici qualcosa di unico, disegnare con Kate!
 Tutte sui tavoli, ognuna con la sua federa bianca davanti, ascoltiamo Kate che racconta di affidarsi alla fantasia per esprimere in libertà la gioia di disegnare qualcosa di unico. Inizia con delle onde, perché ama il mare - è nata a Miami e vive a Manhattan, un'isola.
 L'osserviamo mentre disegna, poi, impugniamo un pennarello e ci abbandoniamo alle nostre fantasie.
 Mi piace disegnare. Fin da piccola disegno case, giardini, alberi, fiori, castelli, li riempio di piccoli particolari e mi lascio cullare da una piacevole sensazione, come fosse una grande carezza che mi avvolge. Mi sento beata, mentre disegno i miei piccoli mondi.


 E così, oltre a fare un giro a Milano (amata Milano), oltre a rivedere delle carissime amiche e incontrarne di nuove, oltre a sentirmi privilegiata per questa occasione unica, riscopro anche l'intenso piacere di disegnare e mi diverto come una matta.
 Ancora una volta, grazie CF.

(-99? argh! determinazione: così così; umore: opaco; obiettivo: mantenere vive le emozioni; risultato: ottenuto)

lunedì 23 settembre 2013

Sospiro a quattro ruote

Caro Diario,
 passano i giorni ma non le immagini, i pensieri, i sospiri, il desiderio.
 E' quasi un innamoramento, di quelli tosti e disperati, per cui ti struggi da mane a sera, chiedendoti come "come?!" coronare il tuo sogno d'amore.
 Sospiro. Son tre giorni che sospiro. Tutto inizia con venerdì, quando decidiamo di regalarci un giorno di vacanza a immaginare le nostre future vacanze. Tra caravan e camper, al Salone del Camper di Parma.


 Il camper riassume perfettamente l'idea che ho della vita: l'eterno duello tra gli opposti dissolto in una convivenza pacifica. In questo caso, il calore del nido e assieme la libertà del viaggio.
 Mai stata in vacanza in camper, sempre sognato di averne uno, fin da bambina: l'unico giocattolo per cui resto appiccicata alla vetrina ogni giorno è un piccolo camper blu con particolari rossi. Mi ci vedo a vivere con serenità e in completa libertà.
 Poi cresco e il lavoro che scelgo mi porta a essere una raminga: il lunedì in un posto, il giovedì già in movimento, il venerdì un punto di domanda. Pranzi passati su panchine ghiacciate o roventi, panini freddi, yogurt caldi, code interminabili in macchina per rincasare. Ci vorrebbe proprio un camper: vivere sul posto di lavoro stando a casa, con tutti i confort a portata di mano. 
 Poi mi capita di cambiare lavoro e di acquistare una casa senza rotelle. Ma sposo un uomo che ha il mio stesso anelito di libertà, per cui le vacanze non sono stanziali, ma un viaggio continuo per andare sempre più in là, per curiosare oltre, per assaggiare l'aria diversa. Ma quando la famiglia s'allarga, la moto non è sufficiente. Dove lo mettiamo il Baldo? Il bauletto oversize che potrebbe ospitarlo non è omologato...
 E così ci ritroviamo qui, a Parma. Già il parcheggio è una gioia per gli occhi: camper veri e vivi a profusione, occasioni esposte sulla strada sterrata, il profumo pungente del caffè - così inusuale in mezzo ai veicoli.
 Una giornata a: 
entrare e uscire da caravan e camper;
salire e scendere dagli scalini; 
aprire ante, cassetti, stipetti; 
curiosare in bagno e nel frigorifero; 
abbassare e alzare letti a ribalta; 
arrampicarmi sui letti e infilarmi nei garage; 
calcolare se la moto può entrare nel garage; 
provare la comodità di guida; 
aprire e chiudere porte scorrevoli (o quasi) di camere e docce; 
ruotare wc e spostare a destra e a sinistra lavandini.

 Ma, soprattutto, sedermi sulla dinette, guardarmi attorno e immaginare di: 
pitturare il legno di bianco,
ricoprire i sedili con stoffe colorate,
riempire di cuscini ogni superficie morbida,
aggiungere una carta da parati per mimetizzare la porta del bagno, 
cambiare i lampadari moderni a led con classiche lampadine a bulbo,
organizzare la dispensa,
riporre nei pensili le stoviglie di Rice,
sostituire la tenda a soffietto della camera con una tenda di perline colorate,
preparare la cuccia del Baldo,
eccetera,
eccetera,
moltiplicato mille.

 Qui ci vuole un altro gran sospiro. E mentre sospiro ancora (in questo preciso momento), mi chiedo se per noi sia meglio:
- una caravan
pro: praticamente un mini-appartamento con camera matrimoniale, living, angolo cucina e bagnetto; costi contenuti d'acquisto e di manutenzione; possibilità di spostarsi solo con la macchina per qualsiasi motivo (cena in centro città, spesa al volo in un negozietto, ...)
contro: si viaggia in macchina e non "in casa"; c'è bisogno di una macchina sostenuta (Pagnottella 'un je la fa); potrebbe essere necessaria una patente superiore

- un camper
pro: si viaggia "in casa"; basta la patente B; un grande garage;
contro: gli spazi sono più a incastro; letto troppo alto; costi sostenuti d'acquisto e di manutenzione; ci si deve spostare con tutta la "casa", sbaraccando veranda, tavoli, bbq, per qualsiasi motivo (vedi sopra)
 Ma, mio Caro Diario, non mi dispero. Abbiamo così taaaanto tempo davanti a noi per raccogliere testimonianze di caravanisti e camperisti, provare l'una e l'altro, e infine decidere.

Airstream: unico, enorme, assoluto sospiro. Colmo di cibo, poi, lo amo ancor di più.

(-103; determinazione: sviata; umore: solare; obiettivo: sognare; risultato: ottenuto; numero di volte che scrivo "sospiro": 6)

mercoledì 18 settembre 2013

Chez moi # 24: Cheesegordoncake

Caro Diario,
 qui fa freddo, evviva!
 Perché accendere il forno non sarà una penitenza, al contrario: una delizia. 
 L'autunno è il periodo che più si addice alla nostra cucina: all'ora del tè entra dalle finestre una luce calda, color biondo miele, che accarezza il legno, mi tira la maglia e chiede: "Dov'è la torta?"
 E quindi, all'ora del té, ecco che preparo una torta, con la luce dorata che curiosa tra ciotole, cucchiai, frusta, presine e pulsanti del forno.
 Tempo fa m'imbatto in una cheesecake semplice da fare, la ricetta è raccontata nientepopò di meno che da Gordon Ramsay. Che io adoro follemente (non tanto perché cuoco, quanto per i suoi saltelli e i numerosi - beep -, adorabile). Dicevo che mi sembra abbastanza facile da preparare, ergo:
  1. unisco lo zucchero alla ricotta in una terrina e mescolo finché non s'amalgama bene;
  2. sbatto tre uova in una ciotola, le verso nell'impasto e mescolo;
  3. aggiungo la farina e mescolo;
  4. grattugio la scorza del limone, lo spremo, aggiungo il tutto nella terrina e mescolo;
  5. verso l'impasto nella tortiera foderata di cartaforno bagnata e strizzata, e inforno (180°, 60');
  6. appena pronta, tolgo dal forno e assaggio!
 Brutta (tutto quel che cucino è brutto), ma buona. 

 Stasera mi regalo una cena coccola a base di tè nero ai frutti rossi e cheesegordoncake. La luce dorata se n'è andata da un paio d'ore e la sera ha indossato un mantello blu bucherellato di stelle. Mi accoccolo su divano e aspetto che rientri il marito dal suo viaggio. 
 Tieni la luna alla tua destra, un paio di tornanti su per la collina. Bentornato.
 (-108; determinazione: loffia; umore: moscio; obiettivo: coccolarmi; risultato: ottenuto)

mercoledì 11 settembre 2013

Chez moi # 23: pesto al peperone

Caro Diario, 
 tieniti forte: sto producendo.
 E' ora di pranzo. Fuori l'aria è fredda e la mia fame sogna una fumante polenta col gorgonzola. Ma nel frigorifero rosseggiano due peperoni, poverini. Van bene lo stesso, mi cimenterò in un pesto rosso!
 Dopo una veloce ricerca on line, trovo tre ricettine e le scechero in una versione golosa. Ecco qua:
  1. metto a bollire una pentola d'acqua, salo e butto la pasta;
  2. taglio a tocchetti i peperoni, li metto in padella assieme all'olio e lascio cuocere (10');
  3. sguscio le noci, spezzetto e faccio scaldare in un pentolino;
  4. verso i peperoni nel frullatore, poi l'aglio, le noci e infine il formaggio grattugiato;
  5. aggiusto di sale e aggiungo del timo;
  6. trasferisco la pasta nella padella, verso il pesto di peperoni e mescolo;
  7. impiatto e assaggio.
  Ne vale la pena di armeggiare su tre fuochi, tenendo in bilico le vecchie padelle. Le mani che dirigono l'orchestra, ruotano cucchiai di legno con agilità di polso, raccolgono a coppa tocchetti di peperoni e frammenti di noci, grattugiano formaggio, spolverano un zic di timo. Sono un mix tra il saltellante Gordon e la pacifica Nigella (molto poco la sorridente Csaba), quasi la dea Kalì dei fornelli.
 Non faccio in tempo a congratularmi con me stessa, che aaaaaaaaaah mi ustiono il labbro. Siiiimpatico sedanino ribelle, te ne pentirai! Ma nulla mi ferma, indomita, proseguo nella mia produzione.
 Mmm. Non è buono, è buonissimo. Anzi, ottimo.
 (-115; determinazione: operativa; umore: sonnacchioso; obiettivo: cucinare; risultato: buono!)

martedì 10 settembre 2013

Quarantesima settimana

Caro Diario,
 sono in modalità random.
 Faccio ginnastica, poi avvio una macchinata di panni b/n. Preparo la colazione e intanto bagno le piante. Aggiorno la posta e dimentico di svuotare la casella di posta (ma dov'è finita l'opzione "salva"?). Inizio un nuovo progetto e non finisco il vecchio. Libero la lavastoviglie, ma non la riempio. Butto via la carta, ma non la plastica (perché poi? boh). Disfo il letto e lo rifo in pochi minuti - ma non dirlo al marito, altrimenti son fregata. Preparo una lista e la lascio a casa. Riorganizzo il cassettone inselvatichito della credenza, ma non preparo il pranzo - una mozzarella al volo e via. Faccio ginnastica e mi guardo Gordon Ramsay (catartico). Studio e prendo il sole - tranne sul collo, perché il viso chinato... Passo la ramazza, poi ceno. Mi rilasso al pc, mentre lavoro.
 Argh.  
 In modalità random di cose ne produco più del previsto. Mi gira solo un pochino la testa. Come vivere al ritmo di una luce stroboscopica. 
 C'è solo una cosa che rimando, consciamente o inconsciamente - non so. Piegare e metter via i panni.
 Indovina un po' quale sarà il Nuovo Piano D'Attacco? 


(-116; determinazione: random; umore: fresco; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

giovedì 5 settembre 2013

Tai chi! Salute

Caro Diario,
 un nuovo entusiasmante inizio.
 Hai presente tutti quei cinesi che la mattina presto si trovano in piazza e danzano una danza lentissima ma armoniosa? Ecco. Mi sono iscritta a un corso di Tai Chi.
 Desidero conoscere quest'arte da anni. Da anni mi vedo in un prato, vestita di bianco, coi capelli sciolti nella brezza mattutina, mentre eseguo mosse e posizioni al rallentatore. Di sottofondo il frinire dei grilli.
 Prima di esibirmi in giardino e trasformare in certezza il dubbio dei miei vicini ("Essa è pazza?" "Sì, lo è."), devo imparare di nuovo ad ascoltare il mio corpo, a trovare l'equilibrio, a ripristinare il collegamento mente-membra. E' da secoli che io e il mio corpo abbiam smesso di parlar la stessa lingua.
 Io mangio cibo sano, lui si gonfia. Io mangio schifezze, lui si sgonfia. Io faccio ginnastica, lui fa lo gnorri. Probabilmente ho perso il punto di contatto.
 Perciò mi do alla "boxe della suprema polarità" (eh?). Dice il saggio:
Nel movimento il Tai Chi crea lo Yang.
Quando il movimento ha raggiunto il suo limite, c'è l'immobilità.
Quando immobile, il Tai Chi crea lo Yin.
Quando l'immobilità ha raggiunto il suo limite, c'è il ritorno al movimento.
Movimento e Immobilità si alternano.
Uno è l'origine dell'altro.
   Vagamente sospettosa che l'elemento Yin la faccia da padrone, qui dalle mie parti. Vabbe', vado a riesumare la tuta dal cassetto dei dimenticati: stasera prima lezione. Yep!

(-121; determinazione: alta; umore: alto; obiettivo: imparare il Tai Chi; risultato: in fieri)

martedì 3 settembre 2013

Trentanovesima settimana

Caro Diario,
 i giorni corrono veloci.
 Per fortuna corrono veloci anche quelli super indaffarati, quelli che vorresti vivere tutti contemporaneamente in un'unica densa e bollente giornata. E si riparte dal punto in cui s'è interrotto il corso.
 Son due mattine che mi sveglio riposata, mi alzo, un po' di ginnastica, una dolce colazione, qualcosina di casalingo, e poi, solo poi, il lavoro. E pasti degni di questo nome! E di nuovo una mezz'ora dedicata alla casa e una a me, prima che venga sera e il sonno e la sereneità della notte.
 Mi capita così ogni volta. Inseguo la routine, e lei fugge lontana, per poi tornare ad ammiccarmi dicendo: "Prova a prendermi, se ci riesci!" Alterno momenti di corse disperate e folli verso il traguardo, a momenti di calma piatta. Nei primi penso a tutto quello che vorrei fare di bello, nei secondi elenco tutto quel che dovrei fare (di brutto).
 Cucine come la mia (in questo momento), le puoi vedere solo nel retro dei ristoranti, quando il lavapiatti non riesce a stare al ritmo delle mascelle affamate. Pile e cataste di piatti, padelle e non solo, pseudo installazioni di arte contemporanea - di quella che t'inquieta coi suoi volumi minacciosi. Il povero parquet sviene per asfissia, sotto strati di peli canini e briciole di merende umane. Costellato da pois irregolari, di cui non voglio conoscere l'origine. I vestiti giacciono caldi di sole sui mobili di due stanze, o languono al buio in quel che rimane della lavanderia.
 Una casa abbandonata. Da riportare in vita. Diomio, mi aspettano giorni di lavoro massaiese spietato. Solo per tornare al punto di partenza. E poi, solo dopo, potrò finalmente godermi le mie giornate, il sole caldo e l'aria fresca di settembre, le passeggiate al lago, le vetrine dei negozi, le chiacchiere selvagge, le mani operose in nuovi progetti a lungo rimandati.
 Ergopercui, il Nuovo Piano D'Attacco sarà:


(-123; determinazione: alta; umore: solare; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

martedì 27 agosto 2013

Distrazioni

Caro Diario,
 sono distratta.
 Sento nell'aria un profumo di novità. No, non è la caponata preparata dai vicini: è un qualcosa di impercettibile, così sottile e soave da insinuarsi beffardo nelle pieghe del cervello e confonderlo.
 Sto lavorando (giuro), mi sto impegnando (ri-giuro), eppure... Eppure fo fatica a seguire il dovere, e mentre sbatto le palpebre, vedo proiettate immagini luminose che mi solleticano. E distraggono senza rimedio.
 Il piacere. A volte basta una parola ascoltata per caso durante un incontro fortuito, una parola innocua, che si deposita in un cassetto della mente. Un cassetto difettoso, che non si chiude bene, e la parola si scioglie in una nuvola colorata, fuoriesce e si diffonde e riempie tutta la testa. Ahimè, è il mio pensiero fisso.
 Eppure, nonostante le ore passino e il lavoro resti lì, quasi fermo; nonostante mi disperi e cerchi di concentrarmi; nonostante tutto ciò, ho il sorriso sulle labbra: adoro le novità.

Della serie "mi son distratta un attimo"
 (-130; determinazione: usurata; umore: sfinito; obiettivo: resistere; risultato: mah...)

giovedì 22 agosto 2013

Chez moi #22: Lemon-zenz

Caro Diario,
 in questi giorni il cielo è terso, il sole caldo e l'aria fresca.
 Un vero paradiso, la tentazione di traslocare lo studio in giardino è enorme. La mia giornata tipo si svolge così:
mi siedo al tavolo dello studio, accendo il pc e inizio a sbuff lavorare
dopo un paio d'ore mi duole il fondoschiena - mannaggia alle sedie antiche
mi trasferisco sul divano: molto meglio
dopo mezz'ora ho i piedi congelati - non so per quale strano nesso fisico
mi accorgo di non sentire più i piedi quando il Baldo ci dà una leccatina a mo' di ghiacciolo
mi trasferisco in giardino, posizionandomi con delicatezza sulla povera vecchia distorta sdraio, con cuscino, telo, tre libri, un catalogo, due riviste in una mano e il pc saldamente nell'altra
il sangue mi va in ebollizione dopo soli 32' - calcolati 
mi trasferisco  nel patio, vista prato, vista farfalle, vista fiori, vista tortore, vista cielo terso, vista vicina succintamente vestita - ohibò
le campane suonano, è già l'una? entro in casa a cucinare e mangiare. Nel pomeriggio replica.
 Ma ho trovato un sistema per ritardare l'ebollizione del sangue: bere una bibita fredda dissetante. C'è chi beve limonate, sciroppi alla menta, bevande di limone e menta e altre erbe saporite. Io bevo il mio caro vecchio infuso di zenzero e limone versione estiva:
  1. faccio bollire l'acqua col mio magico bollitore fa-da-sè;
  2. taglio la radice di zenzero in fettine sottili, spremo i limoni e metto il tutto in una pentola;
  3. verso l'acqua bollente, aggiungo il miele, mescolo per scioglierlo, copro e lascio in infusione (1 h);
  4. filtro l'infuso in una bottiglia, metto in frigorifero e aspetto che si raffreddi.

 Buono (piace anche al marito malfidente) e utile: mentre mi rinfresco al sole, lavorare è più dolce. Se vado avanti così, rischio quasi di trasformarmi da scamorza bianca in scamorza affumicata. 
 Quasi.

(-135; determinazione: rassegnata; umore: limpido; obiettivo: abbronzarmi non bollire; risultato: ottenuto)

martedì 20 agosto 2013

Luna, lunam

Caro Diario,
 c'è la luna, c'ho la luna.
 Una luna immensa, bianca e luminosa. Pare una cara vecchia lampadina al tungsteno, accesa sopra i tetti e il ciliegio. 
 La luna non annoia mai, ma le sto alla larga. Quando splende in gloria là nel blu nero del cielo, mi assale una gran voglia di far qualcosa di selvaggio. Di correre a perdifiato, cercando di seminarla. Di provare ad afferrarla con lo sguardo. Di ululare, anche. Di ribellarmi ai doveri, soprattutto.
 Perciò me ne sto in casa, le persiane chiuse e la tivù accesa, lontana dal suo influsso magico. C'ho la luna, devo finire di lavorare. Sgrunt.


(-137; determinazione: in esaurimento; umore: noioso; obiettivo: resistere; risultato: ottenuto)

giovedì 15 agosto 2013

La lista della festa

Caro Diario,
 oggi è festa, ma qui si lavora.
 E mentre batto sui tasti con furore, sento:
  • il richiamo delle poiane (sembra quasi un invito a volar via e divertirsi nelle correnti d'aria, lassù)
  • i preparativi per la festa di compleanno delle bimbe che vivono qui accanto (le loro voci, i picchi di gioia, il puro divertimento sono un distillato puro e fresco di fanciullezza)
  • le campane impegnate a gridare la loro felicità metallica, imitando canzoni religiose e inni sacri
  • i cani, di sottofondo, che ululano indispettiti alle campane ("Fatele tacere! Marrane! Disturbo della quiete canina!")
  • il dolce e appagato silenzio, dietro a tutto questo.
 Le case sono abbandonate, il paese s'è svuotato, son tutti nei prati e nei campi di collina, in montagna o lungo i laghi a festeggiare. Grigliate, pic nic, insalate di riso prosperose. Cibo e compagnia e natura. Oggi va così.
 Gli amici s'incontrano, il marito lavora, io rimango qua, nello studio con la tenda bianca che danza alla brezza. E, mentre batto sui tasti con furore, all'improvviso sboccia un pensiero: la lista delle Cose Che Mi Piacerebbe Fare.
 Son tante, tantissime, alcune ambiziose, altre semplicissime. Cucire, ricamare, disegnare, crochettare, scrivere, ascoltare, guardare, viaggiare, pitturare, recuperare, rinnovare, costruire, riposare, conoscere, chiacchierare, studiare, fotografare, raccontare, incontrare, dormire. Son tante le Cose Che Mi Piacerebbe Fare, e le farò tutte.
 Saperlo è come una carezza, quasi come una promessa: "D'ora in poi farò solo quel che mi fa sorridere".


(-142; determinazione: ok; umore: ok; obiettivo: lungimirare; risultato: ottenuto)

lunedì 12 agosto 2013

Trentaseiesima settimana

Caro Diario,
 salto in alto, o salto in lungo, in ogni caso... salto!
 Non per vacanza o sollazzo estivo, piuttosto per mente sovraccarica. E' periodo di scadenze, questo, e l'ansia mi assale subdolamente sottoforma  di mal di testa. Come un dito inculcato in fronte, per giorni interi uno dopo l'altro, da mane a sera. Argh.
 Cosa raccontarti? La casa è pulita, in ordine (basta non guardare dietro la tenda bianca a pois neri della lavanderia e la tenda verde prato della stanza jolly), profumata di fiori di ciliegio, fresca e luminosa. Ed è già una gran conquista. 
 E le zanzare ci stanno attaccando. Aspettano pazienti che si apra un varco nella zanzariera, poi entrano in fila indiana e si sparpagliano tra cucina e soggiorno. C'inseguono, prendono la mira e attaccano. Il Baldo tenta d'acchiapparle, ma quelle passano attraverso i denti. Si son fatte furbe, grasse, grosse e agguerrite. Il marito passa almeno mezz'ora ad applaudire forte in aria, e ne fa fuori almeno cinque o sei ogni sera. Ma non basta.
 Ergo il Nuovo Punto Della Situazione:

(-145; determinazione: lavori in corso; umore: soleggiato; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)
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