lunedì 31 marzo 2014

Un mese di libri: marzo pazzo

Caro Diario.
 ultimo giorno di marzo.
 Se marzo è pazzo, anche le mie letture lo sono: non seguo un filo logico, ma salto di palo in frasca come un ranocchio in cerca di mosche.

Le parole di luce di Joanne Harris
 Dopo la mitologia greca di febbraio scivolo in un libro di mitologia nordica, del tutto inaspettato. L'autrice è la Harris, ma il libro non parla di donne e dei loro sentimenti e della loro magia. Cioè, lo fa, ma in maniera del tutto inaspettata: in un mondo di fantasia, un fantasy coi fiocchi, in cui si mescolano leggende nordiche, filastrocche per bambini, trabocchetti di divinità scaltre e due sorelle cresciute in posti diversi, fedeli a credenze diverse. Mentre lo leggo, mi diverto a ricordare nomi di dei ed eroi vichinghi, ma dimentico completamente chi sia l'autrice: non la ritrovo tra le righe, mi sembra manchi la sua melodia fatta di parole e segni d'interpunzione. È il sequel di Le parole segrete, che prenderò e leggerò. Prima o poi.
Precious Ramotse, detective di Alexander McCall Smith
 Poi mi trovo tra le mani l'incipit delle avventure investigative della prima donna investigatrice del Botswana. Capisco finalmente l'origine di molti aspetti del suo carattere e del suo rapporto col suo futuro marito. Mi piace come vien descritto questo paese africano, la sua filosofia e il suo stile di vita. Ogni volta mi stupisco che l'autore sia un uomo, per di più un professore di diritto applicato alla medicina e alle questioni di bioetica. Dev'essere una persona dai sensi molto fini.
La foresta incantata di Mary Stewart
 Vago disperata sugli scalini della scala, osservando con occhio critico i volumi in libreria: già letto, troppo noioso, troppo leggero, pesante, non mi va, uffa, no, zero. Zerella.
 Per fortuna c'è lui: quando nessun titolo mi soddisfa mi rifugio nell'abbraccio del mio libro-amico. La Stewart è la prima autrice "seria" che incontro da adolescente: ancora mi vedo appollaiata su una sedia accanto al vecchio hi-fi, con le cuffie e la giusta musica nelle orecchie, immersa nella lettura più straordinaria e coinvolgente - La grotta di cristallo, Le grotte nelle montagne, L'ultimo incantesimo mi portano con loro nella vita di Merlino, raccontata con garbo, poesia e molta magia.
 Che sorpresa anni dopo ricevere in dono un altro suo libro! Sempre pervaso dalla magia, ma quella magia che ciascuno di noi può cercare dentro se stesso e nella propria vita. Negli anni lo leggo tantissime volte, per me è come ritrovare un vecchio amico, farmi abbracciare e raccontarci le novità: sempre diversi, ma sempre uguali. Quando ho bisogno di conforto, lui è pronto ad accogliermi e non mi delude mai.
Inferno di Dan Brown
Riordinando il tavolo-scrivania trovo questo grosso libro rosso. Il genere non mi fa impazzire, ma leggendolo mi accorgo che Brown subisce un'evoluzione più interessante, meno misterica rispetto a Il codice Da Vinci. Lo stile narrativo è quasi piacevole, lo scherzetto della perdita di memoria e quindi della confusione tra buoni e cattivi mi lascia un po' perplessa, ma il finale mi fa pensare: tutto il girotondo, infatti, ruota attorno al problema della sovrappopolazione mondiale e a una possibile soluzione etica.
La trasmigrazione dei corpi di Yuri Herrera
Dopo la cena del Club Rosa delle Prime Donne porto a casa un libro in prestito. Questo è un libro strano, scritto in maniera strana, su uno strano argomento. Non mi dispiace leggerlo, ma mi sfugge il significato. Forse sono distratta...
Il coperchio del mare di Banana Yoshimoto
È da tanto che non la leggo e che non compro i suoi libri: questo è l'ultimo. Ma appena lo finisco (questa mattina) mi riprometto di rimettermi subito in pari. Ogni volta che leggo un suo libro mi meraviglio di come sia in sintonia con me: quel che prova la protagonista, lo sto provando anch'io, ora - in quel momento - non prima - né dopo. Semplici coincidenze?

(0; determinazione: buona; umore: buono; sorriso del giorno: nuovo mese, nuovi libri!) 

lunedì 24 marzo 2014

#17: sole, sane abitudini, serenità e un pizzico di Tai Chi

Caro Diario,
 il lunedì non è mai un giorno particolare.
 Oggi però mi sveglio col sole e nel silenzio mattutino: mentre la luce filtra tra le persiane, le lenzuola son fresche e io sorrido beata. Ottimo inizio.
 Ne approfitto per continuare col piede giusto: fo un po' di ginnastica, apro finestre e persiane, rifo il letto con un colpo di polso e una carezza (evviva i copripiumini). Tutto canticchiando un motivetto allegro.
 Sveglio il Baldo e ci facciamo un giretto in giardino. L'erba cipollina è ormai alta, il prezzemolo profuma appena lo sfioro e quel cespuglietto di foglie verde lucido odora di limone - è proprio melissa.
 Rientro in casa e, mentre il bollitore prepara il tè, svuoto la lavastoviglie, decido dove mettere in bella vista le nuove tazze e riempio la vetrinetta di altre tazze a pois. La mia rivista preferita, il tè fumante, burro e marmellata: la colazione è un rito.
 Poi infilo una tuta, do un colpo di piastra al ciuffo e son pronta per lavorare. Seduta alla scrivania, nel mio studio. M'interrompo all'una per preparare il pranzo: riso al curry con verdure, doppia porzione così il marito lo mangia domani al lavoro. È buono - forse è vero che l'ingrediente più gustoso è il sorriso.
 Una tazza d'infuso di liquirizia, dolcissimo, e riprendo a lavorare.
 Ora è sera. Quasi senza accorgermene, fo qualcosa mai fatta prima di lunedì: riprendo le sane vecchie abitudini, quelle che mi fanno sentire a posto. Non so quanto durerà - i momenti di ribellione e anarchia son sempre in agguato - ma spero tra un mese di non stupirmi più di questi piccoli rituali quotidiani.

(-7; determinazione: leggera; umore: sereno; sorriso del giorno: sole & sane abitudini!)

mercoledì 19 marzo 2014

Lavori in corso: Il Ripostiglio (2)

Caro Diario,
 dopo giorni di meditazione, ci siamo.
 Io e il futuro Ripostiglio ci stiamo misurando: io impugno il metro rigido, lui sfugge alle leggi geometriche. Per fortuna c'è il marito: egli sa come domare angoli ottusi e acuti, lati che non conoscono leggi di perpendicolarità o parallelismo, altezze claudicanti e profondità variabili.
 In poche parole: il marito misura altezze, profondità e larghezze, e io segno e disegno sul mio quadernetto dei progetti (copertina rosa lucida, quadretti da 5mm, scribacchiato ormai fino a metà delle sue pagine).
 Queste le misure e questo il progetto:


 Un progetto per risolvere tre problemi.
  1. Non vogliamo avere più tra i piedi oggetti molto ingombranti che usiamo molto poco, ma che comunque sono molto utili: l'asse da stiro, lo stendino e la scala.
    Per ora si trovano tutti in lavanderia: i primi due appesi uno dietro l'altro a un gancio profondo subito a destra dell'entrata. Un nervoso assoluto: l'ambiente è stretto ed è inevitabile prenderli dentro, farli dondolare pericolosamente e lanciare improperi generici. Per prendere lo stendino bisogna togliere il pesante asse da stiro, ma appena si toglie l'asse da stiro una delle ali dello stendino si apre verso il pavimento (di solito percuotendo uno dei miei stinchi) e provoca una profonda crisi di nervi. Aggiungo anche che usandoli assai di rado (nel 2013 nemmeno una volta) servono solo a collezionar polvere.
    La scala è infilata nella colonna finora adibita a pseudo-ripostiglio. Infilata sul fondo e nascosta da uno scaffale di stoffa: lo spazio è poco, ma si nasconde molto bene. La caccia al tesoro è assicurata. 
  2. Vogliamo sfruttare ogni millimetro del nuovo Ripostiglio. Per questo motivo di ogni oggetto misuriamo non solo l'altezza, ma soprattutto la profondità. Dopo ripetuti calcoli, addizioni, sottrazioni e vari giochi d'incastro, troviamo due soluzioni: entrambe prevedono di sfruttare i centimetri variabili della profondità (da 35.5 cm di sinistra a 37 cm di destra - pazzesco) non solo all'interno della nicchia, ma anche sulla superficie interna delle ante. In questo modo nessun oggetto si sovrapporrà ad altri, ma saranno facili da prendere e riporre. Rifacendo i calcoli, decidiamo per la seconda versione (vedi sopra): la prima prevede scala appesa sul fondo della nicchia accanto all'asse da stiro, il secchio ai suoi piedi e tutti i detersivi / strofinacci / spugne / carta assorbente su scaffali appesi all'interno dell'anta di fronte. Ma in questo modo non si riempie tutto lo spazio - sia mai. Invece, quasi tutti gli oggetti saranno appesi a ganci (celo!) per scongiurare frane pericolose, secchio, detersivi / eccetera saranno appoggiati sopra e dentro il mobiletto (manca!) e la futura scopa elettrica starà davanti all'asse da stiro: colmando ogni vuoto.
  3. Vogliamo nascondere agli occhi l'archivio e le scatole "dei ricordi". Adesso i quattordici portariviste e le tre scatole dell'archivio sono in fila sugli scaffali della libreria. Da quest'anno non dovremo più consultare spesso i documenti della casa, ma prenderemo e riporremo i documenti necessari solo una o due volte all'anno: possono sparire senza sofferenza nel Ripostiglio. Evviva.
 Come avrai notato, mio caro Diario, lo stendino non è contemplato: rimarrà in lavanderia attaccato al muro con grappe di metallo: non mi dispiace, appena avremo la lavasciuga prenderà il volo.
 Bene. Se l'uomo di casa non fa sciopero, settimana prossima avremo Il Ripostiglio e potrò risistemare l'archivio, la libreria e i mobili della lavanderia (ma queste sono altre - numerose - storie).

Le varie fasi:
- Lavori in corso: Il Ripostiglio (1)

(-12; determinazione: in ripresa; umore: buono; sorriso del giorno: progetto del Ripostiglio!)

lunedì 17 marzo 2014

# 16: pensieri volanti

Caro Diario,
 ho tanti pensieri che svolazzano leggiadri nella mia testa.
Penso alla bellissima luna di ieri sera: gialla, enorme, appena sopra le colline al di là del lago. La scia di colore sulle onde suggerisce un tuffo all'insaputa di tutti. Poco prima il cielo è un acquerello indaco, rosa, una punta di giallo e verde acqua. Basta una leggera distrazione e di colpo diventa blu, illuminato da questo grande faro giallo. Amo la luna.
Penso al Baldo e a Fiona, cockerina di un anno: nascerà un'amicizia? Lei è un batuffolo di ricci biondo miele, decisa a far valere le proprie ragioni di fanciulla moderna. Lui è un ragazzone imbranato, affascinato dalle fanciulle - anche quelle moderne: fa le sue avances e poi scappa con un balzo ad ogni no (alias morsi innervositi). Difende la sua fanciulla dagli sguardi e dalle annusate interessate di altri cani, e guaisce disperato finché lei non si gira e gli sfiora il naso col suo.
Penso all'aria calda che soffia in questi giorni e al sole che risplende più a lungo. Come si sta bene quando non piove! Al mattino apro le finestre e sorseggio una tazza di tè in giardino. Io seduta sulla sedia di ferro azzurra, il Baldo sdraiato all'etrusca sul suo lettino, entrambi con gli occhi socchiusi e il sorriso sul volto. Nel verde svolazza una farfalla gialla. Sta arrivando la primavera.
Penso alle luci sul lago che mi accompagnano fin da quando son bambina. Le luci bianche e arancioni di finestre e insegne che brillano dalle colline nere e si specchiano sulla buia superficie del lago. E nel blu del cielo. Le riconosco e saluto con affetto. Loro ci saranno sempre, finché potrò vederle.
Penso  che non ho voglia di pensare a cose serie. Lascerò i pensieri in libertà ancora un po'... Voglio assaporare fino in fondo le sensazioni e le emozioni, loro figlie.
Fonte: Stefanie Ryan
 (-14; determinazione: così così; umore: happy; sorriso del giorno: luce, sole, gelato!)

venerdì 14 marzo 2014

Regole, autoindulgenza e amor proprio

Caro Diario,
 lo dico? Sì, lo dico.
 Ho bisogno di regole e di mandare a quel paese l'autoindulgenza (ma da dove arriva questa qui?). Lo penso mentre aggiungo la maionese all'insalata già condita. 
 E mentre tuffo nel tè dei soavi biscottini alla marmellata ricoperti di cioccolato. E mentre divoro un tubo di patatine gusto cipolla e panna acida. E mentre srotolo famelica una rotella di liquirizia. 
 Tutto nel giro di sette ore: cerco di resistere, voglio resistere, ma non riesco. Sirene malefiche che mi porteranno alla perdizione.
  È tutta colpa del lavoro: quando incalza e preme per occupare ogni spazio della giornata (e della mente), tutte le buone abitudini conquistate a fatica saltano a gambe all'aria. Inutile dire: "Appena finisce questo periodo, rimetto tutto a posto". Non accade mai.
 Ed è sempre colpa del lavoro: quando non gira come dovrebbe e subentra il temibile blocco, ecco la frustrazione, il nervosismo e la fame di cibi insani. E poi il senso di colpa - a volte anche di nausea (cipolla e panna acida... ugh).
 Ovvio che non è colpa mia. Io non c'entro, sono una vittima in balia degli eventi.
 Quindi cosa posso fare? L'ideale sarebbe diventare in breve tempo severa, rigorosa, inflessibile et implacabile verso me stessa e le mie debolezze. Mmm, sì. Facile e immediato...
 Nel frattempo inizio a stampare e appendere ovunque in casa questo poster alquanto eloquente:

Fonte designclaud.com
 "Sei quel che mangi.
Perciò non essere
veloce, scadente, facile o farlocco."
 Chissà mai che il mio amor proprio non si offenda e reagisca.

(-17; determinazione: svanita; umore: grrr; sorriso del giorno: soavi biscottini alla marmellata ricoperti di cioccolato!)

lunedì 10 marzo 2014

Lavori in corso: Il Ripostiglio (1)

Caro Diario,
 oggi ti racconto una nuova storia.
 Protagonista è una nicchia nel muro, coprotagonista una casa vecchia di più di un secolo. Il Ripostiglio, infatti, non è altro che una nicchia nel muro spuntata fuori durante la ristrutturazione: al suo posto, prima, c'è il vuoto, un freddo passaggio tra casa e scala esterna. Suggestivo, ma un po' démodé
 La scala esterna non c'è più, il vuoto è ora un muro nuovo, meno profondo del muro vecchio, che crea una delle innumerevoli (simpatiche) nicchie: appena si salgono le scale, lei è lì, di poco spostata sulla destra.
 La sua storia è lunga e non sono ancora sicura che terminerà con Il Ripostiglio - il marito sì, già ribadido più volte in ogni lingua.
 Prima è l'unico ripostiglio di casa. Brutto: lo chiudiamo con una vecchia tenda attaccata a un filo d'acciaio, senza anima e senza dignità. Scomodo: una faticaccia portar giù e su dalle scale l'aspirapolvere - pericoloso per la mia pipposità, ogni volta temo di trasformarmi in un moderno Laocoonte, trascinato giù dalle scale dal mostro LG Kompressor in un groviglio di spire plasticose.

Foto farlocca, alias foto "ricostruttiva" del Prima. Notare le spire a riposo del mostro.
 Poi diventa un home office volante. Bello: sfondo color cioccolato e piano con cassetto in legno bianco fatto su misura dal marito (non me lo perdonerà mai). Scomodo: il piano non è abbastanza profondo, c'è poca luce naturale, è lontano dalla civiltà domestica (dicesi anche "soggiorno"), insomma assomiglia più a un nido d'aquila.

Foto farlocca, alias foto "ricostruttiva" del Durante

 Infine Il Ripostiglio. 
 Anche se a lungo lotto per sfruttare la nicchia solo per bellezza: potrebbe ospitare il secretaire colorato sullo sfondo di una bella carta da parati, oppure una comoda poltrona rifoderata e diventare una nicchia da lettura (lì accanto c'è la libreria), o ancor meglio l'orrido impianto hi-fi del marito con le sue lugubri casse alte e nere - opportunamente celato dietro qualsiasi cosa. 
 Ma il marito dice: "Facciamo il ripostiglio. E rivestiamo parete, ante del ripostiglio e (futura) porta della camera con la carta da parati. Quella che più ti piace." 
 Egli sa quali sono i miei punti deboli: accetto, pregusto e sorrido con baluginii folli negli occhi.

(-21; determinazione: 'ina; umore: 'ino; sorriso del giorno: si progetta Il Ripostiglio!)

venerdì 7 marzo 2014

Vademecum del Raffreddorista

Caro Diario,
 ti parlerei volentieri d'altro.
 Ma tutto quel che vorrei raccontarti di bello si volatilizza dopo una sera passata a tossire istericamente (dicesi tosse isterica quella t. che inizia con un rantolo cacofonico, prosegue con uno sconquasso cerebrale e termina con un nulla di fatto), un marito in esilio volontario sul divano e una dose di sciroppo antitosse alla menta.
 Odio il raffreddore, è mellifluo, insulso, ingannatore, cospiratore, bugiardo e beffardo. Ogni volta si prende gioco di me e io, ogni volta, cerco di parare i suoi colpi e di neutralizzarlo con nuovi trucchetti. Invano.
 È mia intenzione stilare un breve Vademecum del Raffreddorista, per non dimenticare mai quanto esso sia subdolo e per affinare le mie armi di difesa. Eccolo qui, già incorniciato e pronto da appendere:


 Ebbene, sono nel pieno della fase due - lo sciroppo antitosse alla menta segna la svolta. Mi sento ottusa, febbricitante, appesantita, abitata da un alien. Agisco con aerosol sulfurei e oli miracolosi alle erbe: sembro un boschetto di aghifoglie sul ciglio dell'inferno. Il Baldo m'annusa mooolto incuriosito, il marito mi sta alla larga. Niente male...
 Il lato positivo è che la sinusite mi ricorda (dolorosamente) che la mia testa non contiene solo una mente piena di pensieri saltellanti, ma è anche una parte importante della mia macchina-corpo. E ciò mi fa pensare che prendermi cura di me stessa è una questione fondamentale.
 Forse devo rivedere le mie priorità.

(-24; determinazione: interrotta; umore: sulfureo; sorriso del giorno: ci penso...)

mercoledì 5 marzo 2014

# 15: nuovi lavori

Caro Diario,
 facciamo il Punto Della Situazione.
 Così, senza preamboli: esso è buono. A febbraio, infatti, concludo la riorganizzazione della credenza e mi affido totalmente al vento dei cambiamenti. Che si aggira ancora da queste parti e soffia a più non posso.
 La tabella di marcia dice che, completati i lavori interrotti (studiocassettoni del sottoscala e credenza in cucina), si passa ai lavori nuovi - tanti e sostanziosi.
 Perciò il Nuovo Piano D'Attacco di questo mese prevede di costruire e organizzare Il Ripostiglio. Il nostro primo e vero ripostiglio serio: alto, chiuso da quattro ante e superaccessoriato. Un sogno.
 Finora usiamo piccoli antri nascosti dentro altre stanze: fossi un Puffo o disponessi di dolci e bottigliette delle meraviglie mi aggirerei con serenità e soprattutto con una schiena non dolorante. Ma sono una ex Q.Q. suonata con un passato da archeologa curva sullo scavo (umido), mi tocca munirmi di seggioline e sgabellini a misura. 
 Poiché la costruzione del suddetto dipende solo ed esclusivamente dal grado di interesse e voglia di applicarvisi da parte del marito (affaccendato in tutt'altre faccende, che iniziano per "ga" e finiscono per "rage" - anche questa un'altra soria, glab), fatico a individuare con chiarezza tempi e modi per procedere.
 Incrocia le dita.
 (-26; determinazione: c'è; umore: roarr; sorriso del giorno: nuovo obiettivo!)

sabato 1 marzo 2014

Un mese di libri: febbraio va sul classico

Caro Diario, 
 febbraio finisce e io non me ne accorgo.
 A febbraio leggo tanto, ma non tutto quello che vorrei. Leggo le lezioni e gli approfondimenti del Il Blog Lab, leggo mille istruzioni su come personalizzare il proprio blog, leggo testi di lavoro, leggo e rileggo quel che ti scrivo. Leggo poco i miei blog preferiti, quasi per nulla le riviste preferite, il minimo i libri sul comodino.
 Da quando so leggere, infatti, la sera (o la notte) non riesco ad addormentarmi se prima non leggo due o tre righe, o intere pagine, a volte anche capitoli, del "mio libro".
 A febbraio sul mio comodino ci sono due libri: Il giuramento e Il ritorno della serie Il mio nome è Nessuno. Valerio Massimo Manfredi ha la capacità di trasportati indietro nel tempo e nello spazio e di farti vivere il romanzo assieme ai protagonisti: tu sei lì, di fianco a Odisseo, provi le sue paure, il suo sgomento, le sue speranze. Condividi e approvi i suoi ragionamenti, forse vorresti consigliargli di non essere troppo intransigente con se stesso. Vorresti anche ricordargli che la storia del "lei una dea, io comune mortale: ergo non posso resisterle" è vecchia come il mondo e noi donne non ci caschiamo più. Che abbandonare di nuovo Penelope per obbedire a una profezia, invece d'invecchiare serenamente accanto a lei, è una vera sciocchezza. Però sei un eroe epico, Odisseo, e la tua vita è costellata di capricci, sciocchezze e ripicche, altrimenti non ci sarebbero gesti eroici e storie meravigliose da raccontare per millenni. 
 Mancano poche pagine alla fine dell'ultimo libro, pochissimi anni al suo ritorno nel regno, ma so già come finirà (difficilmente resisto alla tentazione di leggere l'ultima pagina). E che finirà presto.
 Ogni volta che termino una storia che mi ha coinvolta e legata a sé, mi sento orfana. Cosa leggerò dopo? Riprenderò in mano il testo bilingue sgualcito e scarabocchiato dell'Iliade, oppure mi butto in nuove storie? Ancora non lo so. Ma so che oggi è il primo di marzo: partecipo al flash mob letterario di Caffeina e corro in libreria ad acquistare un libro nuovo. Sì!


(-30; determinazione: sonnacchiosa; umore: altrettanto; sorriso del giorno: si va in libreria!))
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