giovedì 31 gennaio 2013

Chez moi #9: vino & spezie

Caro Diario,
 se il buon giorno si vede fin dal mattino, sono fritta.
 Dormire sul divano è come non dormire. Al ritorno da un rave party sarei sicuramente più fresca e riposata.
 Mi tormentano per tutta notte i fantasmi dei miei doveri (Ricordati di fare questo! Domani finisci quello! Quell'altro fallo così! Cambia tutto questo!), che evidentemente alloggiano al piano di sotto. E mi tormentano per tutta la notte pure il materasso e il cuscino del divano, che evidentemente son fatti di schiuma di granito.
 Mi risveglio al mattino con mal di testa, mal di collo, mal di spalle e il naso che cola; tutta avvoltolata come un involtino vietnamita in un triplo strato di piumino, copridivano e copertina copri-copridivano. Argh!
 Faccio per voltarmi (impresa davvero ardua) e mi cadono gli occhiali. La mia mattina inizia con una furibonda ricerca degli occhiali nascosti - per una talpa molto talpa non si tratta proprio di divertimento.
 Poi si lavora. Poi un'anima slavata (il marito) chiede pietà e un'aspirina, quindi si esce a fare rifornimento di cibo e medicine. Poi si pranza (risotto in bianco per tutti). Poi si lavora di nuovo. Poi, poi, poi, poi...
 Finalmente è sera, ed è giovedì sera: tempo di ricetta nuova.
 Senza altri indugi mi accingo a prepararla:
  1. taglio la scorza del limone col pelapatate (e riesco a non tagliarmi);
  2. verso lo zucchero, le spezie, la scorza di limone e il vino nella casseruola e aspetto le bollicine (fuoco basso);
  3. lascio bollire, finché lo zucchero si scioglie (5');
  4. verso nelle tazze filtrando con un colino, e assaporo.

 Evviva il vin brulé! Una tazza per me e una al marito. Cin cin e sogni d'oro.

(-326; determinazione: nebulosa; umore: opaco; obiettivo: cucinare; risultato: ottenuto)

mercoledì 30 gennaio 2013

No Comment

Caro Diario,
 giornata da No Comment oggi.
 Mi sveglio e il marito giace accanto a me febbricitante. Uhm. Son preoccupata per lui. Non sono proprio quella che si suol chiamare crocerossina: troppo abituata a star male, per sapere come curare gli altri.
 Cerco di arginare la sottile irritazione che mi assale (chissà poi perché?) e scendo a far colazione. Qualsiasi cosa faccia oggi, devo ricordarmi di pensare moltiplicato per tre: per me, per il Baldo e per il marito, che continua a giacere febbricitante nel letto in totale silenzio - facile dimenticarselo.
 Il tutto complicato dal fatto che la dispensa e il frigorifero piangono di solitudine. A colazione m'arrangio: io tè e un pacchettino di crackers e nutella; il marito tè e fette di pane (scovate su fondo del portapane) con crema di latte; Baldo, il più fortunato, la sua pappa abituale.
 A pranzo me la cavo: un biscottino al Baldo, una ciotola di pastina con carote lesse e parmigiano al marito, una porzione di crespelle gorgonzola e noci (santa gastronomia) a me.
 A cena, be', a cena ho perso ogni fantasia: stessa sbobba del pranzo per il marito e della colazione per il Baldo e per me - orrore, orrore - carote bruciate. Prosit.


 Per fortuna è giunta l'ora di andare a dormire: stasera campeggio sul divano in soggiorno, assieme al Baldo (sigh).
 Domani, subito al negozio a far spesa, giuro.

(-297; determinazione: così così; umore: opaco; obiettivo: inventare pasti per tutti; risultato: no comment)

martedì 29 gennaio 2013

Paroladordine: organizzare le spezie!

Caro Diario,
 se solo potessi vedermi:  ho un sorriso che va da un orecchio all'altro e gli occhi brillicosi!
 Il motivo? Ho sistemato definitivamente le spezie. Ah, che bellezza!
 Lo sai, vero, che sono una patita dell'organizzazione degli spazi di casa (e un'incredibile disordinata)? Il mio motto è: organizzare rende liberi. Non solo dentro e fuori casa, ma anche nella vita. E, poiché credo nel confronto tra più menti, decido di aprire Paroladordine, un gruppo Facebook, che funziona un po' come un incubatore di progetti. Alla conquista di uno stile di vita migliore, moltiplicando gli spazi e il tempo libero!
 Il mio pallino è riorganizzare la cucina, una pratica in continua evoluzione - mia e della casa. Finché non giungo a una soluzione appagante non mi do pace. Ogni problema risolto è una gran soddisfazione in più e una voce in meno nella lista delle cose da fare.
 La via per organizzare le spezie è lunga.

 (1) All'inizio sono sparpagliate: un po' - quelle che usiamo di più - nella nicchia vicino ai fuochi, assieme agli altri condimenti, e un po' sullo scaffalino appeso al muro tra forno e credenza.

Spezie prima #1:  in nicchia le più usate

Spezie prima #2: al muro le meno usate
Pro     
(a) le spezie in nicchia son comode da prendere mentre si sta cucinando;
(b) le spezie al muro non occupano spazio prezioso nella credenza e sono comunque a portata di mano.
 Contro: 
(a) i barattolini di ceramica delle spezie in nicchia rischiano di ungersi;
(b) i barattolini di vetro delle spezie al muro si impolverano e son scomodi da pulire;
(c) lo scaffale portaspezie in metallo non c'entra nulla col resto della cucina e non mi piace proprio!

(2) Quindi, dopo vari rimuginii, s'affaccia l'idea di sfruttare l'anta interna della credenza. Mi accorgo subito, però, che qualcosa non funziona...


Spezie durante: attaccate all'anta, poco convincenti

Pro:
(a) ottimizzo gli spazi.
 Contro:
(a) non posso sfruttare tutta l'anta perché i barattoli del ripiano più basso ne occupano tutti i 37 cm;
(b) ci stanno solo dodici contenitori.

(3) Allora, sai che fo? Mi ricordo di una vecchia lavagna bianca in lamina metallica, che giace nel caos del sottoscala. La prendo e posiziono su una sedia accostata al muro tra forno e credenza, aggiungo sotto qualche libro per alzarla fino a coprire lo scaffalino di spezie. Quindi attacco i nuovi portaspezie calamitati e chiamo il marito.
 Tre passi indietro, la mano al mento, le sopracciglia aggrottate, valutiamo la fattibilità.
 Ci piace! La lavagna è troppo grande (60 x 80 cm) e malmessa, ma rende bene l'idea e, alla prima occasione, la sostituiamo con una nuova e più piccola.
 Finalmente, con poche e abili mosse (come Lady Oscar), riorganizzo le spezie di casa.

Spezie dopo #1: un quadro di spezie!

Spezie dopo #2: zoom

Spezie dopo #3: particolari

 Pro:
(a) tutte le spezie sono "archiviate" in un unico luogo a portata di mano;
(b) i portaspezie non s'impolverano e son facili da pulire;
(c) c'è posto per altre tre file;
(d) la lavagna si confonde con la parete bianca, i portaspezie di metallo fanno pendant con l'acciaio del forno: mi piace moltissimo! 
 Contro:
... per ora non ne trovo :-)

P.S.: Hai notato la chicca? Per non sprecare le etichette bianche dei barattolini in ceramica, le ho riutilizzate posizionandole sulla lavagna sotto ai portaspezie corrispondenti. Ah, che bellezza!

(-298; determinazione: alta; umore: rosissimo; obiettivo: organizzare; risultato: ottenuto)

lunedì 28 gennaio 2013

Nona settimana

Caro Diario,
 di nuovo lunedì, anzi: un lunedì nuovo!
 Oggi, infatti, inizio un corso di cucito per principianti, uno di quelli che aspetto da tempo. Perché di una cosa mi devo ormai render conto: se imparare a usare l'uncinetto studiando gli esempi presi dal web o dai libri mi vien facile, far la stessa cosa per imparare a cucire no.
 So: (1) accendere la macchina e la luce, (2) riconoscere le varie manopole, (3) preparare una spoletta del colore che m'interessa, (4) far fare il giro della morte al filo di sopra prima d'infilarlo nell'ago, (5) infilare il filo di sopra nell'ago, (6) pronunciare correttamente il mantra per far uscire miracolosamente il filo di sotto, (7) pigiare con moderazione sul pedale dell'acceleratore per iniziare a cucire.
 Non so: (1) ripetere i punti dall'1 al 7 (ad esclusione del 6) senza leggere le istruzioni, (2) procedere, quindi (3) realizzare i progetti che ho in mente.
 E di progetti ne ho tanti, come tante sono le stoffe che man mano metto da parte in previsione di diventare un'esperta della macchina da cucire. D'altronde, avrò pur preso qualcuno dei geni di mia nonna, la super sarta!
 Staremo a vedere, mio caro Diario, staremo a vedere...
 Nel frattempo, mi sento molto grintosa: il Punto Della Situazione è positivo. Ecco perché il Nuovo Piano D'Attacco è identico allo scorso - m'ha portato bene.
 Vuoi sapere qual è il mio nuovo trucchetto per tenermi a bada? Utilizzo delle mini liste: una per gl'impegni del mattino, una per quelli del pomeriggio e un'altra per i "fuori routine". Cancellare tutte quelle voci, una dietro l'altra, è un vero piacere e mi rende più determinata.
 Tanto per farti un esempio, questa è la mini lista dei "fuori routine" di oggi:


(-299; determinazione: altissima; umore: multicolor; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

venerdì 25 gennaio 2013

Galaverna

Caro Diario,
 oggi niente ginnastica.
 No, non sto venendo meno ai miei propositi: non ho bisogno di esercizi, perché i muscoli son già belli allenati. Come? Passeggiando nel bosco.
 No, non sono nemmeno ammattita tutto d'un colpo: per raggiungere il luogo dell'appuntamento di stamane o percorro la Strada Dell'Incidente (giammai) o trovo una soluzione meno ansiogena.
Quindi, circumnavigo la Strada Dell'Incidente passando per il bosco.Una soluzione comunque preoccupante - fiabe e fantasy ne raccontano di tutti i colori, dei boschi.
 In ogni caso, scendo dal centro del paese verso il cimitero; l'aria punge dal freddo, si scalda solo a contatto coi raggi di sole, che oggi splende alto - per fortuna. Costeggio il cimitero e salgo sulla stradina che s'inerpica a sinistra. E incomincio a guardarmi attorno.
 Un luccichio cattura la mia attenzione: il sole che scappa dietro gli alberi fa il solletico alle foglie ghiacciate, la galaverna risponde sventolando un nastro di scintillii.
 Là in cima alla strada, un ceppo m'invita a sedermi per prender fiato; ma io proseguo, potrebbe essere il trono di uno gnomo.
 E poi, dietro a quella curva, il sipario di alberi si apre su un prato assolato e ritorno alla realtà: ecco la casa, la meta del mio breve e sorprendente viaggio.

Il sole che fa il solletico




La galaverna scintillante

Il trono dello gnomo



Il sipario si apre

 (-302; determinazione: altissima; umore: scintillante; obiettivo: ginnastica; risultato: ottenuto)

giovedì 24 gennaio 2013

Chez moi #8: cuori di carciofo all'uovo

Caro Diario,
 non tutte le ciambelle riescono col buco.
 E non tutti i piatti si preparano in trenta minuti - nonostante le indicazioni dicano diversamente.
 Oggi cerco nel web una ricettina con uova e verdure, la trovo e mi piace per due buoni motivi: gli ingredienti sono a prova di dieta e il tempo di preparazione e cottura non superano la mezz'ora. La trascrivo sul mio quaderno, controllo di avere tutti gli ingredienti, compro il formaggio e aspetto che arrivi sera.
 Alle 20.10 apro le danze:
  1. faccio bollire un litro e mezzo d'acqua (per far più veloce uso il nuovo meraviglioso bollitore), vi immergo i cuori di carciofi surgelati e li faccio sbollentare (6');
  2. scaldo un po' d'olio in una padella e aspetto che gli spicchi d'aglio s'indorino, quindi aggiungo i cuori di carciofi ben sgocciolati (fiamma alta, 2');
  3. salo, pepo, verso un mestolo di acqua di cottura, copro e lascio cuocere (fiamma bassa, 10');
  4. rompo quattro uova in una terrina e le sbatto assieme al formaggio grattugiato, al prezzemolo tritato e al pepe;
  5. metto i cuori di carciofo in una pirofila ben unta di olio, vi verso sopra l'uovo sbattuto e inforno (180°, 20').

Dunque, venti più dieci fa trenta; trenta più due più sei fa trentotto (38'). Io inizio a cucinare alle 20.10 e porto in tavola alle 21.15, quindi sessantacinque minuti (65'). I conti non tornano affatto, c'è un buco di... - sessantacinque meno trentotto fa ventisette minuti (27'). Ventisette minuti!! E cosa è successo in quei ventisette minuti? Son stata rapita dagli alieni??

(-303; determinazione: alta; umore: rosè; obiettivo: cucinare; risultato: ottenuto)

mercoledì 23 gennaio 2013

Step by step

Caro Diario,
 hai di fronte a te la Futura Donna Tonica!
 Sono fiera di me - cosa che non capita spesso - per tre ottimi motivi.
 Primo: appena sveglia faccio ben dieci flessioni sulle gambe - i famosi squat, quelli che simulano l'atto di sedersi senza sedia; per intenderci, quelli che fanno bruciare i muscoli del sedere prima-durante-dopo.
 Secondo: a metà mattina cancello già cinque voci su otto della mia Lista Delle Piccole Cose, le rimanenti tre entro l'ora di pranozo, e lo faccio senza fatica. Evviva! Nel pomeriggio mi areno.
 Terzo: decido di inserire tra i miei esercizi di ginnastica una bomba, lo step!
 Lo so, è da folli salire e scendere uno scalino ripetutamente come un automa bloccato, ma funziona. E poi un po' di movimento aerobico mi serve: un calcio nel didietro al metabolismo è quel che ci vuole!
 Mi sfugge l'orario della ginnastica (non so perché proprio adesso sto sistemando libri, quaderni e robe varie sul tavolo dello studio, ma so che è sempre meglio assecondare certi raptus), quindi posticipo dopo cena.
 Ebbene, eccomi pronta! Indosso i pantaloni più tuteschi del guardaroba, posiziono la sveglia sul quarto gradino della scala e parto.
 21.06, piede destro su, piede sinistro su, piede destro giù, piede sinistro giù: ripetere fin alle 21.21.
 Dal pianerottolo in cima alle scale il Baldo mi guata, le sopracciglia corrucciate e un enorme punto interrogativo che spunta dal cucuzzolo. Sembra un condor alle prese con una decisione cruciale.


 I minuti son lentissimi, la gamba destra incomincia a tirare, il cervello si perde tra nuvole di panna montata e cucchiaiate di gelato al caramello. Io continuo imperterrita. Su-su, giù-giù, su-su, giù-giù, su-su, giù-giù.
 Che caldo! Sento i capelli arricciolarsi in volute octopussiane, sento il calore originato dall'energia cinetica sprigionarsi da ogni poro - quasi lo vedo.
 21.21! Cambio della guardia, piede sinistro su, piede destro su, piede sinistro giù, piede destro giù: ripetere fino alle 21.36. Anf.
 Nello stomaco gli arrosticini stanno giocando alla Quintana con gli anelli di cipolla fritti (burp), ma non mi fermo. Scalo questi quindici centimetri con gli ultimi residui di forza, mi fan male addirittura le braccia (??), ma  vado avanti.
 21.36! Evviva, ce l'ho fatta! Ho vinto io! Alina 1, pigrizia 0!


(-304; determinazione: altissima; umore: fosforescente; obiettivo: ginnastica; risultato: ottenuto)

martedì 22 gennaio 2013

Sorrido assai

Caro Diario,
 questa settimana inizia bene e pare continuare altrettanto bene - sono sbalordita.
 Lo so, è troppo presto per cantar vittoria... Ma sentire un'indefinita sensazione (sarà mica voglia di fare??) che fa capolino tra i miei pensieri come germogli di giacinto dal bulbo, mi galvanizza.
 Il sistema della Lista Delle Piccole Cose, stilata ogni sera per il giorno dopo, pare funzionare: a ogni riga tirata, dieci grammi di grinta in più. Yeah!
 Per questo mi par d'uopo una piccola gratifica: oggi compere!!
 Oltre al necessario (lenti a contatto, soluzione salina, un paio di canottiere - in sostituzione di quelle ormai usurate), vagheggio di un bel maglione a collo alto, nero, magari a costine... Ma non lo trovo. "Impossibile, troppo tardi! Già a Natale era troppo tardi, si figuri adesso!", mi dice la commessa. Gnè, gnè.
 Triste, mi giro su me stessa e incappo in una borsa. Una piccola borsa - e per me questo è una novità. Una borsa colorata! - altra novità.
 Strano come funzionino le cose: stamane ammiro una borsina  nera, bianca e arancione su Pinterest (ah, magico Pinterest!) e stasera ne incontro una.
 E la faccio subito mia. Sorrido assai.


(-305; determinazione: alta; umore: rosa fluo; obiettivo: premiarmi; risultato: ottenuto)

lunedì 21 gennaio 2013

Ottava settimana

Caro Diario,
 pare proprio che stia facendo sul serio.
 Ieri sera scrivo una lista di cose da fare e oggi m'impegno a depennare voce dopo voce! Urca.
 E non solo, direi che il Punto Della Situazione non è poi così male: pasti più regolari (dal pdv del cibo e degli orari), sveglia ormai "incorporata", ginnastica con entusiasmo - e molta speranza.
 Certo, devo migliorare ancora molto e devo impegnarmi di più: ci sono ancora vecchi obiettivi a breve termine che non hanno mai visto il risultato sperato. Ma, a quasi due mesi dall'inizio di quest'avventura, vedo chiaramente le mie piccole conquiste - davvero insperate. Tutto ciò mi rende felice :-)
 Il Nuovo Piano D'Attacco? Questa volta non voglio esagerare; so che, se alzo troppo il tiro, mi rammollisco subito. Ergo, avrò un unico obiettivo a breve termine: coltivare amorevolmente queste nuove abitudini e la forza di volontà con l'ottimismo.
 Ah, ho dimenticato di mostrarti la lista:



 Lo so, mio caro Diario, è una lista breve. Ma ho depennato quasi tutte le voci - la #4 è rimandata a tempi migliori, la neve e il Baldo son dispettosi.
 Ehm, devo confidarti una cosina: devo ancora stendere. Me ne dimentico proprio (ultimamente mi capita spesso), ma corro subito ai ripari: scappo in lavanderia!

(-306; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: piano d'attacco; risultato: ottenuto)

sabato 19 gennaio 2013

Stelle

Caro Diario, 
 non far troppo caso a me, stasera sono un po' alticcia.
 E' la mia mezza giornata di sgarro, oltre alla pizza bevicchio anche tre dita di vinello bianco. Solo ad assaporarne il buquet, mi parte un lampo al cervello. Roba da veder le stelle!
 Veder le stelle... d'improvviso mi ricordo di Serena, che ne parlava proprio qualche giorno fa. Lei ama le stelle e tutti i mondi che si nascondono tra i loro baluginii.
 Io, le stelle, le associo a una notte di tanti anni fa: io e il marito, sdraiati su una coperta a pancia in su, in montagna, dove non ci son luci e gli astri si possono cogliere con le mani come frutti sui rami. 
 Poi gli anni passano, le settimane si fanno più corte, il lavoro è tiranno ed è sempre più difficile tornare lassù a godere di quello spettacolo. Per questo non resisto e faccio una piccola follia: trovo un proiettore della volta celeste - le costellazioni ruotano come devono, ci son pure le stelle cadenti! Quindi lo prendo e lo regalo al marito.
 E così, una sera di pochi giorni fa, io e lui, sdraiati su un piumone a pancia in su, nella nostra camera, osserviamo in silenzio lo spettacolo del firmamento in differita.


 Mentre le meteore attraversano il soffitto, mi viene in mente una canzone che m'incanta dai tempi che furono. La canticchio... 

Un milione d'anni fa, 
o forse due, 
c'era chi parlava al vento e alle stelle.
Era Ryu
ragazzo che nel cuore aveva
favole, favole
per chi le saprà sognare.

(-309; determinazione: alle stelle; umore: brillante; obiettivo: ginnastica: risultato: ottenuto)

giovedì 17 gennaio 2013

Chez moi #7: pseudo-vellutata verde

Caro Diario,
 ha visto? La tua copertina è decorata da qualche stickers!
 Baffi seri, baffi intelligenti, baffi curiosi... Ah, quanto mi piacciono i baffi! Ne possiedo un paio anch'io, regalo della mia amica Isabella, sfoggiati in occasione di una festa - un successone! Sempre piaciuti, i baffi: ricordo un paio di comodini fai-da-te rosso lacca con un paio di mustacchi d'oro (purtroppo andati perduti), che volevano emulare quelli famosi, curvi e cicciotti dell'esimio Hercule.
 Basta tergiversare, oggi è giovedì, ergo cucino io!
 La ricetta del giorno è: Pseudo-vellutata di Cavolfiori, come al solito rimaneggiata e risistemata.


 Coltello alla mano, si parte:
  1. stacco le cimette dal gambo del cavolfiore e del broccolo (io e il coltello stiamo imparando a conoscerci, di giovedì in giovedì)
  2. taglio a fettine gli scalogni
  3. spremo gli spicchi d'aglio, li soffriggo nell'olio e, appena s'indorano, aggiungo gli scalogni e le cimette di cavolfiore e broccolo
  4. pepo, mescolo, verso un litro d'acqua e lascio cuocere (fuoco medio, 10')
  5. copro col coperchio e continuo a cuocere (fuoco basso, 20')
  6. a fine cottura frullo, salo e cospargo di erba cipollina (sa ancora di sole!)
  7. verso nel piatto (nel mio aggiungo quattro gocce di tabasco), un filo d'olio, una spolverata di parmigiano e assaporo

 Cosa mi piace di questa ricetta: la consistenza e il profumo di aglio che rimane sulle mani.
 Cosa non mi piace di questa ricetta: lo scalogno tagliato senza indossare le lenti a contatto (ho pianto e ululato come un bambino capriccioso per tutta l'operazione).

(-310; determinazione: basculante; umore: altalenante; obiettivo: cucinare; risultato: buono!)

mercoledì 16 gennaio 2013

La ragazza con l'elastico

Caro Diario,
 ginnastica? Detto, fatto!
 Presto che è tardi, devo prepararmi psico-fisicamente ai miei esercizi magici!
 Dal ritorno da una spesa estemporanea, mi fiondo nella stanza polivalente, stendo un telo mare sul tappeto e, a lume di mini abatjour, col sottofondo musicale di un vecchissimo cd new age (ehm), mi avvicino al mio destino tonico.
 Mi stendo. E fin qui va bene.
 Cerco nella mente gli esercizi migliori, mi giro su un fianco e inizio a sgambettare. Venti per la destra, venti per la sinistra, non troppo veloce, ma nemmeno troppo lento - le gambe pesano. Poi di nuovo, alterno i lati per scalciare verso l'alto. Quindi all'indietro, sempre venti per gamba.
 Puf, puf.
 Mi arriva prepotente un'immagine: io e altre cinque ragazze, ognuna sul suo tappetino blu, ognuna con cavigliere da un chilo, ognuna col volto rosso paonazzo nello sforzo di alzare le gambe, rinforzare i muscoli, abbattere la ciccia, sconfiggere l'inerzia. Davanti a noi l'allenatrice, uno scricciolo flessuosissimo, mai stanca, mai rossa, sempre sorridente - soprattutto quando vede una gamba cedere (ma quello forse è un ghigno).
 Non è finita qui: supina, mani dietro la nuca, vado di addominali. Venti per tre tipi di esercizi: meglio abbondare da queste parti. Mi permetto di esclamare nella mente un piccolo "Ahio!"
 Puf, puf. Pant, pant.
 Un altro ricordo: stesa sulla moquette, in camera della mia amica di Foligno, lei che racconta barzellette, io che rido mentre fo addominali su addominali. "Devi avere muscoli d'acciaio se riesci a stare in tensione mentre ridi!" esclama ammirata - studia medicina, sa di cosa parla.
 Infine, esercizi per il mio braccetto ex menomato. Con un bellissimo elastico verde che profuma di caramella, spingo il braccio in avanti, in alto, di lato, verso la spalla. E già che ci sono esercito anche l'altro, che non ha alcun alibi per essere così guttiforme.
 Puf, puf. Pant, pant. Sbanf, sbanf.
 Altri ricordi? Alcuni, ma non propriamente simpatici: dimenticare il dolore si fa in fretta, dimenticare quanto dolore si prova no.
 Va bene, mio caro Diario, è vero: non ho sudato, non mi sono agitata, i battiti del mio cuore non sono impazziti. Ma questo è un inizio degno di nota! Sento muscoli di cui rimembro ancor vagamente un'eco, li sento chiamarmi per nome e chiedermi: "Dove sei stata per tutto questo tempo?"
 Saperlo...

A.A.A. cercasi tartaruga disperatamente

(-311; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: ginnastica; risultato: ottenuto)

martedì 15 gennaio 2013

Giornata ideale

Caro Diario,
 oggi vorrei raccontarti la mia giornata tipo.
 Nel paese in cui abito c'è l'usanza di suonare le campane della chiesa un minuto prima e un minuto dopo che scocchi l'ora. E alle sette e mezzo del mattino, dopo i sette rintocchi più un mezzo rintocco, le campane si danno alla pazza gioia e intonano una canzoncina simil ninnananna, che ancora non ho ben identificato. Nel periodo di Natale le campane si fanno più garrule: tutte le carole più famose, di mattina, di pomeriggio e di sera! Nemmeno il fulmine di due estati fa riesce a placarle; dopo una pausa di tre mesi beati, sono solo un po' più stonate.
 Ma è da qualche tempo che non le sento. Riemergo dal mondo dei sogni una mezzoretta più tardi, in tempo per sentire le bambine che salutano mamma, papà e nonna per andare a scuola. Poi suonano le otto meno un minuto. Mi preparo con la mano fuori dalla coperta. Poi suonano le otto e un minuto. Sessanta secondi più tardi suona la sveglia, la mano rapida scatta a spegner la suoneria (un odioso "toc toc", non ho trovato nulla di meglio) e io penso: "E' ora di alzarmi".
 E così ha inizio il balletto mattutino: esco dal letto - apro le persiane di sopra - rifaccio il letto - scendo le scale - prendo le medicine del mattino - faccio un po' di carezze al Baldo -  apro le persiane di sotto - svuoto la lavastoviglie - preparo la colazione per entrambi - mangiamo - riordino il soggiorno - mi dedico a un breve restauro - stendo/piego i panni - e sono da poco passate le nove.   Finalmente inizia la fase del lavoro a cui mi dedico con molto piacere: ricerche in internet, testi da scrivere, presentazioni da preparare e qualche scambio d'idee con le amiche.
 Dopo la pausa pranzo inizia il lungo pomeriggio; porto avanti il lavoro, mi fermo per una tazza di tè coi biscotti, riprendo, finché non arriva l'ora dell'aperitivo  e mi dedico a un'oretta di movimento (ginnastica oppure passeggiata col Baldo e il marito). Quindi doccia, cena, relax sul divano e infine, dopo le medicine della sera, ti scrivo un paio di righe e, finalmente, vado a dormire.
 Seeee.
 Forse dovrei dire "giornata ideale". Perché quel che mi manca oggi, mio caro Diario, è la forza di volontà. Oggi mi sento La Regina Dei Procrastinatori, Colei Che S'Incaglia Nelle Secche Del Poi, Colei Che Inciampa Nei Tappeti Temporali: un buon libro a colazione, di cui assolutamente devo sapere come finisce questo capitolo, e come inizia il prossimo... un lavoro all'uncinetto, per cui mancan solo due piastrelle alla fine della riga... il riposino della digestione... la trappola del pomeriggio, sempre troppo lento, troppo monotono, davvero poco entusiasmante - lo vivo con la speranza di un imprevisto che mi permetta di svagarmi un po'.
 Oggi mi darei una bacchettata sulle mani - e, invece, mi sono appena scofanata una ciotola di panna montata con sciroppo d'acero. Cattiva ragazza, cattiva! 
 E con un senso di disfatta, men vo a dormire.
 Dopo tutto, domani è un altro giorno.


(-312; determinazione: ---- ; umore: ---- ; obiettivo: ---- ; risultato: ----)

lunedì 14 gennaio 2013

Settima settimana

Caro Diario,
 inizio il primo giorno della settimana con una nuova grinta. Yeah.
 E' giunto il momento di afferrare il toro per le corna, affrontare la bestia nera, mangiare la minestra o saltare dalla finestra, risicare per non rosicare! Insomma, è giunto il momento di darmi una mossa.
 Anzi, tante mosse: step, cyclette, gag, squot, flessioni... Certo, non mi cimenterò in flessioni hindu o spartane (promettono tanto dolore), né in trazioni alla sbarra e altre spaventose diavolerie alla Soldato Jane. E nemmeno mi iscriverò in palestra. Semplicemente farò qualche esercizio libero per solleticare i muscoli che giacciono dormienti là sotto.
 In un ricordo speciale, mi vedo indaffaratta a lanciar gambe di lato, in avanti, indietro, ma sempre rigorosamente sdraiata su un tappetino. Odio sudare, odio faticare, odio sentire tutte le forze che si sciolgono dopo un paio di saltelli, odio non sentire più i rumori esterni perché il fiatone urla più forte. Da quel tappetino mi vedo rialzarmi in forma, ben tornita, agile e più "densa". Ecco, così voglio fare: darci dentro con calma.

 Il Punto Della Situazione? Decisamente migliorabile.
 Il Nuovo Piano D'Attacco? Eccolo:


 (-313; determinazione: alla Rocky; umore: dorato; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

venerdì 11 gennaio 2013

Liebster Award

Caro Diario,
 sai cosa si prova a ricevere un riconoscimento del tutto inaspettato?
 Ti scoppia dentro un bomba di calda gioia e ti senti improvvisamente leggero come un palloncino!
 Voglio ringraziare di cuore la mia amica Serena di Cappello A Bombetta per questa nuova sorpresa: mi stai viziando, fanciulla!
 E voglio regalare il premio ad altre amiche scrittrici, perché quando le leggo mi ritrovo a viaggiare per nuovi mondi sul tappeto volante (rigorosamente a crochet).


 Devi sapere, mio caro Diario, che questo premio nasce in Germania ed è assegnato ai blog con meno di duecento iscritti: tradotto, il suo nome significa "carissimo" e suona un po' come "il più grazioso, adorabile, piacevole, delizioso, incantevole, bellino, simpatico..."
 Come ogni premio, anche questo ha delle regole molto semplici:
  1. chi ha rivevuto il premio ringrazia il blog che lo ha premiato
  2. copia e incolla l'immagine del Liebster Blog inserendola in un post
  3. sceglie a sua volta cinque blog con meno di 200 iscritti a cui assegnarlo
  4. avvisa i bloggers con un commento sul loro blog
 Ora non mi resta che dirti quali altri blog ho scelto di premiare:

(-316; determinazione: a intermittenza; umore: ballerino; obiettivo: ... ; risultato: ...)

giovedì 10 gennaio 2013

Chez moi # 6: anacardi e ricordi

Caro Diario,
 ho un altro ricordo per te.
 Immagina una ragazza minuta, con un borsone in mano e una borsetta a tracolla. Ogni tanto si sposta dagli occhi un riccio indisciplinato, e nel farlo sorride, perché sta pensando a qualcosa di lontano. Scende dal metrò alla sua fermata, con passo deciso si avvia verso le scale mobili; si lascia superare, tanto non ha fretta. Voltato l'angolo, c'è una breve rampa di scale e fuori, all'aperto, il pizzicorino dell'aria serale. Non è ancora buio, ma già i fari delle macchine, i lampioni lungo la via e l'insegna del teatro risplendono della loro luce. Che pace, che gioia, che felicità!
 Questa ragazza minuta è felice, felice come non mai. Lo si capisce dal suo passo elastico, dalla leggerezza dei suoi movimenti, dal sorriso che non abbandona mai le labbra, se non per trasformarsi in una breve risata intima.
 Guarda il cielo, oltre i giardini pensili della città, e intravede il blu prevaricante. Ormai è sera, non è ancora tardi - è quel momento in cui ti stai preparando per uscire e pregusti il divertimento, ma sei ancora a casa. La poca gente che cammina sui marciapiedi è serena, il traffico quasi assente. I rumori della città a quest'ora sono dolci.
 Ora attraversa la strada, supera la farmacia d'angolo, il negozio di scarpe dove di giorno si ferma a sognare e infine spinge la porta di un ristorantino d'asporto cinese. Sorride alla proprietaria e ordina la sua cena: involtini primavera, ravioli fritti, ravioli al vapore e - questa sera - pollo agli anacardi. Riconosce il ragazzo con lo zaino scuro, il signore con barba e baffi vestito elegantemente e immagina la storia della signora nervosa che pare borbottare tra sé. Paga, saluta e se ne va:  col suo sacchettino azzurrognolo in una mano, il borsone nell'altra, la borsetta a tracolla e il sorriso sulle labbra.
 Riesci a vederla? Sta tornando a casa, nella quiete di casa sua, felice come non mai.

 M'è venuta voglia di pollo con gli anacardi. Che sia questa, la ricetta della felicità?
 Ci provo:
  1. friggo gli anacardi in olio bollente, poi li lascio a raffreddare sulla carta assorbente in un piattino;
  2. soffriggo lo scalogno a pezzetti grossi e l'aglio a lamelle e, quando sono dorati, aggiungo il pollo a bocconcini e lascio cuocere (10');
  3. intanto stempero la maizena nell'acqua fredda (grazie, Lucia!), che verso sul pollo ben cotto, mescolando finché non si forma una bella cremina;
  4. assaggio e aggiusto di sale e pepe;
  5. infine aggiungo gli anacardi fritti, mescolo ancora un po' e servo al volo!


Mmm...

(-317; determinazione: alta; umore: nostalgico; obiettivo: cucinare; risultato: ottenuto)

mercoledì 9 gennaio 2013

Ritmi

Caro Diario,
 ogni giornata ha il suo ritmo.
 Oggi è decisamente "andante con brio".
 Mi sveglio molto prima dell'alba e arzilla come non mai, mi bevo gli ultimi sorsi di Chocolat con ingordigia - ma anche un po' di nostalgia.
 Mi riaddormento chiudendo l'ultima pagina e mi risveglio a fatica a un orario decente. Vorrei tanto una di quelle sveglie che cinguettano come un coro di cinciallegre domestiche e intanto diffondono un profumo inebriante di croissant... Ah!
 Do una parvenza di abitabilità alla casa, riorganizzo un cassettone della cucina e cerco una soluzione per le spezie (ma senza esserne soddisfatta),  cucino e mi riposo un pochino.
 Quando il marito torna, mi dedico alla scrittura - quassù nel loculo buio - e quando esce per far due commissioni, mi dedico al nostro fantomatico archivio. Che sta mettendo a dura prova le mie meningi (tasse & tributi vanno assieme alle bollette, oppure all'assicurazione?).
 Poi si cucina, si cena e ci si spaparanza ognuno sul proprio divano, in totale relax. Le mie mani non stan ferme, però, sono impegnate a crochettare: una piastrellina dietro l'altra e sono a un terzo della nuova copertina, quella che ho promesso al marito, sui toni del turchese e del verde.
 Alla fine della giornata, m'incontro con te , mio caro Diario, per un'ultima breve riflessione: diciassette ore sveglia, il cervello pieno di pensieri, le mani agenti, passo da un impegno all'altro senza soluzione di continuità (pure il riposo è un impegno).
 Sono frastornata. Non è da me - la me di questi ultimi tempi.
 Che mi stia finalmente svegliando dal letargo?


(-318; determinazione: a flusso continuo; umore: crepitante; obiettivo: agire; risultato: ottenuto)

martedì 8 gennaio 2013

W.I.B.

Caro Diario,
 Pinterest è una droga - caso mai ancora non lo sapessi.
 Ma è anche un'incubatrice di sogni, un forziere di ricordi, un quaderno bianco da riempire di progetti. Dopo mesi a spiare nelle case altrui per acchiappare spunti perfetti per la nostra, ultimamente mi perdo in immagini meravigliose di vestiti, capigliature, scarpe, cappelli e altri accessori.
 E ricordo. Ricordo lo stile della me stessa di un tempo: un mix eclettico di tutto ciò che amo - tweed, All Stars alte, jeans scuro, strisce, vestitini a fiori, pois, caban blu notte, pitone, lana spessa, foulard variopinti e sgargianti, stivaletti alla Mary Poppins, cloche e coppole... Un mix felice per una persona felice.

sundaycrossbow

 Oggi sono una donna in nero - amo il nero, come il grigio, il viola profondo, il cioccolato e il verde scuro. Ma sono sicura che, sotto sotto, il mio stile è ancora variegato e sgargiante e spudorato.
 Quindi, è deciso: d'ora in poi andrò a caccia di quei capi particolari che riusciranno a portare in superficie la mia indole sfacciata e l'allegria.

(-319; determinazione: svanita; umore: grigio fumo di Londra; obiettivo: darmi dei colori; risultato: in fieri)

lunedì 7 gennaio 2013

Sesta settimana

Caro Diario,
 novantadue, ottanta, novantotto, centodue.
 Detto questo, detto tutto.
 Sento prepotente il bisogno di una terapia d'urto: forse svergognarmi senza ritegno può essere abbastanza impattante. Doloroso, è doloroso - e pure alquanto imbarazzante. Tra l'altro, posso giocarne al lotto uno solo... Mpf.
 Con mia somma gioia il periodo delle tentazioni e delle feste invernali finisce oggi. Non so se ne sei al corrente, ma io mal sopporto queste feste, potrei quasi dire che le odio (ma non lo dico). Non partecipo al loro significato, non ne sento il calore, non ne condivido lo spreco. Per me è come se non esistessero, ma, purtroppo, tutto quel che mi circonda mi obbliga a sbatterci il muso.
 Quindi stendo un velo pietoso sul prevedibile Punto Della Situazione (fiasco totale - a meno che per "fare il pieno di grinta" non s'intenda "fare il pieno di calorie") e abbozzo un Nuovo Piano D'Attacco:


  Mentre scrivo, il Baldo sale le scale e s'acciambella sul suo cuscino, qui accanto a me (tesoro), per non lasciarmi sola nel buio di questo office-in-nicchia. O forse a controllare che non assapori uno dei cioccolatini avanzati nel sacchetto?
 Troppo tardi, mio caro Diario, troppo tardi.

(-320; determinazione: migliorabile; umore: neutro; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

sabato 5 gennaio 2013

Sorprese

Caro Diario,
 nella mia libreria c'è una sezione di sole scrittrici, le mie preferite, che mi seguono di casa in casa. Tra loro c'è Joanne Harris.
 Non ho tutti i suoi libri, la conosco solo da Chocolat - di cui sono perdutamente innamorata: mi coinvolge il suo io narrante e la magia che fa sprigionare i profumi e soffiare il vento dalle pagine, e mi perdo nelle sensazioni così magistralmente ritratte. Uno dei suoi libri più belli, fra quelli che conosco.
 Anche il suo seguito, Le scarpe rosse (The Lollipop Shoes, il titolo originale), mi ha presa, ma non conquistata: la magia inceppata, l'invidia, una realtà diversa, diversi personaggi. Il sapore è un po' diverso.
 Ma, che sorpresa! Mi giunge in dono il suo nuovo libro, Il giardino delle pesche e delle rose (Peaches for Monsieur le Curé) e mi dicono che è il vero seguito di Chocolat! Fremo dalla voglia di assaporarlo, ma non prima di rileggermi (per l'ennesima volta) i primi due.
 Quindi prendo una pausa da Agatha e da Poirot e da Miss Marple e mi tuffo a capofitto in questa trilogia saporita.


 Ma, un'altra sorpresa! Mi giunge in dono un segnalibro speciale, decorato da una parte con la mappa di Roma - uno spicchio di una città che tanto amo, da cui scappan fuori tutti i ricordi collezionati in due lunghi viaggi felici - e dall'altra con la cartina turistica di Venezia: in pole position la stazione di Santa Lucia, che mi immerge nell'atmosfera sospesa del film Pane e tulipani, che adoro.
 Mi chiedo, mio caro Diario, come abbia fatto la mia amica Serena a cogliere e suscitare le mie emozioni così bene. Che sia una maga anche lei?

(-322; determinazione: appropriata; umore: a pois; obiettivo: coltivare le emozioni; risultato: ottenuto)

venerdì 4 gennaio 2013

Zzzz

Caro Diario,
 oggi ho sonno, sonno, sonno. Davvero tanto sonno.
 E non capisco come mai! Ecco, sento già la voce della mia amica Irma che sussurra: "Come non lo sai? Stai sveglia oltre l'orario stabilito!"
 E' vero, ha ragione: son già due sere che faccio notte. Prima dell'una non spengo l'ultima luce.
 Ma è tutta colpa della tecnologia! Il mio mini portatile - a cui mi lega un vero rapporto di amore/odio - l'altro giorno cade di sua sponte dal tavolino accanto al divano, a testa in giù sul pavimento. Spacc!
 Sono ancora in lutto, pur se non lo do a vedere.
 Ciò significa che per scrivere, far ricerce nel web, aggiornarmi, chattare con le amiche (insomma lavorare) devo salire al piano di sopra e osare accedere alla sacra postazione tecnologica del marito. Che si trova in una nicchia lontana da ogni fonte di luce naturale.
Al buio, quindi, pigio i tasti senza nemmeno rendermi conto del tempo che passa. Per fortuna sono in balia dei succhi gastrici, perché il mio ritmo circadiano è andato a ramengo.
 Al mattino scrivo al buio, dopo pranzo lavoro alla luce del giorno nel resto di casa.
 Ma la sera, mio caro Diario, quando torno al buio a scriverti prima di andare a dormire, confondo le prime ore con le ultime della giornata, e scrivo, rido, scherzo, mi diverto con le amiche e... si fa tardi, molto tardi.
 Così oggi ho sonno. E sai cosa ti dico? Men vo a dormire: buonanotte!


(-323; determinazione: assonnata; umore: sonnacchioso; obiettivo: non pervenuto; risultato: idem; numero di volte che ho scritto "sonno": 5 - sto migliorando)

giovedì 3 gennaio 2013

Cez moi # 5: zucchine & tonno

Caro Diario,
 stamane mi sveglio decisa di non cascar nella trappola della tuta.
 Colazione a base di pompelmo-che-brucia-i-grassi, doccia bollente e subito nell'antro delle magie a farmi caruccia: capelli domati, musino dipinto, occhiali archiviati, jeans e maglietta nera indossati. Pronta per uscire di casa e andare a tormentare la mia giornalaia di fiducia: oggi esce il mio giornale preferito (CasaFacile) e ne approfitto per fare un minigiretto in centro paese.
 Senza dimenticarmi che oggi è il giorno degli esperimenti in cucina. Un'occhiata al frigo, una alla dispensa e un'altra in internet. Trovo al volo la ricetta per questa sera, naturalmente da rimaneggiare per farle superare la censura della dieta.
 Al termine di una gioiosa giornata passata davanti allo schermo del computer (ehm), un po' in anticipo sulla tabella di marcia - perché non voglio rischiare di mangiare oltre l'orario stabilito (mi ci vorrano cento giorni tondi tondi di dieta per buttar giù questa pancia tonda tonda) -, mi tuffo nella preparazione:
  1. metto a bollire una pentola d'acqua salata e accendo il forno a 180°
  2. lavo le zucchine e le pongo nella pentola a lessare (10')
  3. trito le cipolle finemente e le soffriggo in due cucchiai di olio
  4. scolo le zucchine e, quando son tiepide, elimino le estremità, le taglio a metà per il lungo e le svuoto con un cucchiaino
  5. aggiungo la polpa delle zucchine al soffritto di cipolla e lascio cuocere
  6. trito il tonno e i pinoli e, in un recipiente, lo mescolo con la polpa delle zucchine, la cipolla, il parmigiano e la maggiorana; quando è ben amalgamato, salo e pepo
  7. riempio le zucchine scavate col composto, le dispongo su una teglia oliata a cuocere in forno (180°, 20-30')
  8. quando le zucchine hanno una crosticina dorata, le tolgo dal forno e le lascio riposare - anti ustione (5')
 

 Buone, son buone, ma... Rovescio (senza accorgermene) l'olio del tonno sul pavimento. Scivolo sulla macchia d'olio. Mi cade il cucchiaio di legno con cui sto girando le cipolle soffritte. Mi ustiono la mano con le suddette. Scivolo di nuovo sulla macchia d'olio. Impreco (eh, sì!). M'imbratto con il composto e mi scivola dalle mani il frullatore a immersione. Disastro sul piano di lavoro.
 Ma... Riesco a riempire le zucchine e infornarle. Durante i venti minuti di cottura, aggredisco la macchia d'olio, ripulisco il campo di battaglia, apparecchio la tavola, giusto in tempo per sfornare, fotografare e chiamare il maritino al desco.
 Mmm, non sono affatto soddisfatta. Buone, son buone, dicevo, ma un'ora di preparativi mi sembra esagerato. Devo ricordarmi di scegliere ricette molto più semplici e molto più brevi, altrimenti non ne vale la pena: sessanta minuti di lavoro vaporizzati in sei minuti di smandibolamento.
 Provaci ancora, Alina...

(-324; determinazione: alta; umore: roseo con brio; obiettivo: cucinare; risultato: ottenuto)

mercoledì 2 gennaio 2013

Ops

Caro Diario,
 sto aspettando con impazienza l'ora giusta per buttarmi a capofitto sul mio spuntino confortante della sera.
 Perché? Perché poco fa, passando davanti allo specchio, intravedo la mia immagine riflessa e quel che noto mi getta in uno stato di totale sconforto. Se mi vedessi, ti intristiresti anche tu.
Descrivo:
- tuta sformata, i pantaloni ampi sfiorano i polpacci con un magnifico effetto clown (parole del marito, ahimé);
- faccia stravolta, sul grigio andante, ad eccezione di quel brufolo manigoldo che rosseggia sullo zigomo (fetente);
- per fortuna non ho occhiaie! In compenso ho due virgole di trucco sbavato e depositato sotto gli occhi (ovvero quelle piccole crocette che baluginano dietro gli occhiali);
- i capelli assomigliano a un nido di chiurlo o, peggio, a un cespuglio potato malamente;
- e, sopra tutto, a completare l'opera con la sua magnificenza, un bel maglione lungo e informe che fa pendant con la parte centrale del mio corpo, altrettanto informe.
 Sigh.
 Devo correre ai ripari, e pure presto. Devo acquisire contemporaneamente le doti di Thabata, Carlà e Clio, per trasformarmi in una dea indù dalle molteplici braccia e capacità catartiche e per rendermi umana ogni giorno della mia vita.
 Forse basterebbe un po' d'amor proprio, un pizzico di criticità e dignità quanto basta per creare un antidoto anti-pigrizia.

 
 L'ora X è scoccata, mio caro Diario, finalmente posso scofanarmi i cioccolatini assortiti - avanzati dalla cena di due sere fa - senza sensi di colpa, ma con molti pensieri rutilanti su cui riflettere.

(-325; determinazione: alta; umore: rosa cipria; obiettivo: riconquistare la mia dignità; risultato: in fieri)

martedì 1 gennaio 2013

2013

Caro Diario,
 inizia un nuovo anno, un anno con la cifra 3 finale, di quelli che mi lasciano in trepidante attesa e in bilico tra il timore (dell'ignoto), la nostalgia (del conosciuto) e la curiosità.
 Stamane, ancora stesa nel letto, do l'addio definitivo al 2012: otto ore e ventun minuti prima, mentre festeggio con gli amici, non me ne rendo davvero conto. Lo saluto senza alcun rimpianto.
 Un anno pesante, spezzato con precisione millimetrica a metà: prima sei mesi a viver la vita di un altro (e neppure bella), poi, dopo l'incidente, sei mesi di ricostruzione fisica e mentale. E sicuramente sono i sei mesi migliori: quante scoperte!, quante emozioni!, quante sorprese inaspettate e scintillanti! e quanti nuovi progetti stanno nascendo...
 Malgrado ciò, non riesco a ringraziare nessuno, perché son bloccata qua, dentro me stessa, e vivo tutto come da una lunga distanza. Ma, mio caro Diario, vorrei davvero che il mio Grazie li raggiungesse tutti, lieve come una farfalla.
 I miei propositi già li conosci: voglio diventare una persona migliore, sotto tutti gli aspetti. E voglio abbandonare questo bozzolo di pigrizia che m'avviluppa per vivere una vita a colori lucidi. E indossare sempre gli occhiali rosa. E (già che ci sono) viaggiare di più - con il cuore, l'anima, la mente e macinando chilometri.


(-326; determinazione: grande; umore: sospeso)
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