mercoledì 29 aprile 2015

Lavori in corso: la lavanderia

Caro Diario,
  era ora!
  In questi giorni dovrei dirlo per tante cose, ma oggi in particolare per la lavanderia: finalmente è di nuovo una lavanderia!
  Poveretta, lei ci ha sofferto tanto a non essere se stessa: fare la discarica di casa, proprio, non le piaceva. E ora risplende in tutta la sua contentezza!
  La sua storia è lunga e travagliata - come quella di ogni stanza in questa casa. 
  All'inizio la lavanderia non c'é: al suo posto un grosso buco con vista sul giardino e sulle travi di ramoscelli di legno, appoggiato sulla volta pericolante del cassero. Il cassero, nel giro di un anno, diventa il mio studio e il buco... be', il buco rimane tale per molti anni ancora.
  Ma nei miei pensieri la lavanderia c'è: accanto al bagno, con un accesso comodo e indipendente. Una sfida: in un rettangolo di quattro metri per tre deve starci lei, il bagno con vasca e due lavabi, tre porte e una portafinestra. Il marito prende le misure e io progetto. 
  Il primo progetto è molto ingenuo e non mi soddisfa affatto: divido il rettangolo in due verticalmente (lungo l'asse ovest-est), la prima cosa che si vede entrando è la porta della lavanderia, poi si volta a destra e ci si ritrova in un bagno un po' impiccato e dotato di sola finestra. Non va.
  Quando finalmente mettiamo mano al buco per trasformarlo in una parte di casa, ho un'illuminazione: il marito prende di nuovo le misure e io progetto di nuovo.
  Il secondo progetto è perfetto: divido il rettangolo in due orizzontalmente (lungo l'asse nord-sud), quando si entra si vede la porta finestra del bagno, i sanitari sono nascosti e sembra una camera; a destra c'è l'ingresso della lavanderia e a sinistra un armadio a muro - il bonus!
  Dopo aver deciso dove, dobbiamo decidere come sarà: mobili su tre lati, su due o solo su uno? Elettrodomestici a colonna o in piano? Con o senza lavandino? Mobili chiusi o scaffalature aperte?

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 Qualche giro in internet e sulle riviste d'arredamento risolvono ogni dubbio: su un giornale vedo una cabina armadio lunga e stretta con una fila di armadi bianchi chiusi da ante scorrevoli solo su un lato. Bella e ispirante! A questa soluzione aggiungo qualche dettaglio... et voilà!

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  Ecco la nostra lavanderia: lunga 190 cm, larga 120 cm, la lavatrice (in futuro sostituita da una lavasciuga) e un lavabo rotondo sul fondo, una sfilata di mobili e pensili bianchi sulla parete affianco, il calorifero e ganci vari sulla parete di fronte. Tutto bianco, tranne la parete di fondo: fucsia! Una delle mie "regole" di casa, infatti, è: bianco per gli ambienti principali (eventualmente una parete di colori tranquilli) e colori energizzanti per gli ambienti di servizio.
  Ti aspettavi il resoconto dell'organizzazione, mio caro Diario? Lo so, ma come ogni cosa, bisogna iniziare dall'inizio e non dal fondo. Porta pazienza, te ne parlerò la prossima volta!
  Giurin giurello.

(-2; determinazione: resistente; umore: ottimo; sorriso del giorno: la lavanderia c'è!)

lunedì 27 aprile 2015

Vertigini

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Caro Diario,
  sempre più in alto!
  È il caso di dirlo: per questa puntata della rubrica Leonardo, Monila mi invia un disegno che... più in alto di così non si può!
  Osservo con attenzione i particolari: le nuvole bianche in un cielo velato di celeste, il verde rotondo della vegetazione a terra, i colori forti e gioiosi della mongolfiera, le trecce al vento e gli occhi impauriti.
  Il vigore della mongolfiera va di pari passo con un sentimento nuovo, che si gonfia sempre più in questi ultimi mesi dentro di me: la voglia di abbandonare gli ormeggi, di cambiare prospettiva, di salire talmente in alto da trasformare le noie in semplici puntini. Non c'è spazio per la paura.


  Dai, vieni con me a scoprire com'è nato il disegno di Monila!

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Illustrazione di Monila

(-3; determinazione: alta; umore: buono; sorriso del giorno: poesia e pittura!)

giovedì 23 aprile 2015

Chez moi: zuppa di pomodoro per tutti

Caro Diario,
  non mi sento molto allineata.
  Di lunedì penso sia venerdì, di martedì credo sia mercoledì: insomma, corro avanti e indietro sulle sette note della settimana e inciampo tra un arpeggio e l'altro.
  In ogni caso, ho un sistema infallibile per capire in quale giorno sono: pensare al pranzo.
  Ora ti spiego: martedì, giovedì e domenica mangio amidacei; lunedì, mercoledì, venerdì e sabato no. E m'invento pranzi interessanti (il potere della persuasione...). 
  Fa tutto parte della riabilitazione alimentare, anche la persuasione.
  Uno dei miei nuovi cavalli da battaglia è la zuppa di pomodoro: mai mangiato così tanti pomodori come in questi mesi.
  La ricetta è facile, a prova di inettAlina, potresti prepararla anche tu. Ti spiego come.

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  Una ricetta spartana (senza burro, senza panna, senza pane, senza alcunchè di disgustosamente gustoso) ma capace di farmi leccare i baffi e deglutire a più non posso.
   Provala, e poi dimmi.

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(-7; determinazione: buona; umore: buono; sorriso del giorno: la zuppa al pomodoro!)

P.S. Oggi so che giorno è. Però mi sembra di essere in un mondo parallelo e bellissimo: sono capitate ben tre, dico tre, Prime Cose Belle. Te ne parlerò presto!

mercoledì 22 aprile 2015

Di notte non dormo, scrivo.

Caro Diario, 
  sono le prime (primissime) ore del giorno e ti sto scrivendo con solo un occhio aperto. 
  Il mondo là fuori dorme, la casa dorme, marito e cane dormono. Io, il mio cervello e la mia penna siamo svegli.
  Se sto sveglia di notte scrivo: scrivo per fermare i pensieri, perché di notte i pensieri si fanno più crudeli. Scaturiscono dal nulla, girano in tondo come un cane nella cuccia. Affilano le armi e iniziano a torturarmi, finché mi arrendo e li seguo nel loro errare confuso.
  Oppure.
  Scosto un lembo del piumino, la mano destra avanza nel buio in cerca dell'interruttore. Accendo la lampada, afferro  quaderno, penna e inizio a scrivere. Sdraiata , con solo un occhio aperto, il marito addormentato al mio fianco. Scrivo i miei pensieri, li fisso blu su bianco, li segno, li espando, li esamino. Mezz'ora o un'ora, anche di più a volte.
  Il respiro rallenta, il cervello si rilassa, il sonno ritorna: posso finalmente dormire.
  Chiudo quaderno e penna, li appoggio sul comodino, spengo la luce. Ritiro la mano destra sotto il piumino, chiudo anche l'altro occhio e m'addormento.
  Buona notte.

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(-8; determinazione: insomma; umore: assonnato; sorriso del giorno: simile a uno sbadiglio)

lunedì 20 aprile 2015

#20: montagne russe

Caro Diario,
  oggi è venerdì, vero?
  Non mi contraddire: oggi è venerdì, giorno di revisione. Stop.
  Finisce una settimana bellissima (ironia di sopravvivenza), talmente arzigogolata e altalenante da fare concorrenza alle montagne russe del lunapark: decisioni che sbocciano all'improvviso con prepotenza, arrabbiature lampo con lunghi strascichi, gite rimandate, amiche non trovate, pranzi in compagnia estemporanei, lavoro e riposo, silenzi e parole scambiate di fretta o fitte fitte.
  Sono un po' (ancora ironia da sopravvivenza) scombussolata, mi ritrovo con mille cose da fare, mille idee in attesa di scendere dall'iperuranio, mille propositi per la nuova settimana.
  Inizia una settimana altrettanto bellissima (idem come sopra) e sono pronta a non socombere sotto la mole di cose-idee-propositi settimanali. Le mie parole-salvezza sono: lista, priorità, riga.
  • Ogni mattina, appena capisco chi sono, scrivo su un foglietto la lista delle cose da fare in giornata. Segno tutto, anche quelle cose contrassegnate con l'asterisco (nella legenda * = utopia).
  • Poi stimo il tempo necessario per completarle e le ordino per priorità, distribuendole con attenzione nell'arco della giornata.
  • Dolcemente catartico è l'atto di cancellare una voce dopo l'altra con una riga vigorosa. Se rimangono solo le cose con l'asterisco, va be', è normale. Se rimangono anche le altre, qualcosa è andato storto: lancio uno sgrunt al cielo, poi imito Rhett Buttler (francamente, me ne infischio), inspiro e imito Rossella O'Hara (dopotutto, domani è un altro giorno).
    Sopravvivo così, mentre la stagione bella avanza, il richiamo del sole si fa insistente, la voglia di essere ovunque-ma-non-qui interrompe ogni pensiero.

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  1. Riempio i vari contenitori inutilizzati e li sistemo nei mobili della lavanderia: gran successo! Non mi fermo qui: il mobile senza ante ora ha le ante (grazie, marito) e il bianco del piano è finalmente visibile. Molto soddisfatta :-)
  2. Contengo l'entusiasmo delle giornate primaverili (piove) e mi concentro sul lavoro per quanto il Caso me lo concede: un successo a metà :-/
  3. Non guido nemmeno un giorno. E non aggiungo altro :-(

  1. Organizzare cesti, detersivi e accessori per lavare/asciugare/(stirare)/piegare il bucato. 
  2. Darci dentro al mattino e tirare tante righe sulla lista delle cose da fare in breve tempo.
  3. Guidare e uscire di casa!!!
(-10; determinazione: resiliente; umore: battagliero; sorriso del giorno: speranza)

martedì 14 aprile 2015

L'aquila

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Caro Diario,
  cosa fai quando una cosa ti piace tanto?
  Quando ti riempie di gioia e ti rende felice solo all'idea di pensarla? Io non riesco a smettere di farla!
È per questo che ho chiesto a Monila cosa ne pensasse di pubblicare più spesso la nostra rubrica Leonardo: ed eccoci qui, con una nuova puntata.
  Lo sai, scrivere sta diventando sempre più il mio mestiere: quando lavoro, mi trovi davanti allo schermo del computer mentre premo sulla tastiera a ritmo di musica, oppure in giardino mentre agito la penna su fogli volanti. Quando scrivo mi sento viva e sono felice, sicura di aver trovato finalmente quel posto nel mondo che cerco da così tanto tempo.
  Ma c'è qualcosa che amo in particolare scrivere, ed è questa nostra rubrica: le parole s'intrecciano ai colori, le emozioni prendono forma e le forme diventano emozioni, l'amicizia si fonde con la stima e mi sembra che assieme riusciamo a creare qualcosa di bellissimo.
  Questa volta tocca a me: scelgo una poesia scritta sedici anni fa, nel pieno di una metamorfosi felice e triste nel contempo. Ci sono io e forse l'immagine di me.


  Senza dire nulla, lascio che Monila la interpreti con la sua sensibilità. Vieni con me a scoprire come?

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Illustrazione di Monila
 (-17; determinazione: alta; umore: solare; sorriso del giorno: pittura e poesia!)

venerdì 10 aprile 2015

#19: colpita da un'incredibile slandronite acuta

Caro Diario,
  sarò breve.
 Sono in preda a un attacco di slandronite acuta. Ogni giorno mi sembra domenica e fatico a concentrarmi sulle cose da fare: mi vien meglio con le cose che voglio fare.
  Tipo: scappare in città, pensare a me stessa, godermi il sole e il traffico, confrontarmi con persone speciali, regalarmi una passeggiata in mia compagnia, scrivere su ogni superficie cartacea, leggere un libro coinvolgente, immaginare il futuro, perlustrare angoli dimenticati tra le risaie.
  Ma anche: tornare a casa e salutare con amore il lago, giocare col Baldo e fargli mille carezze nel sole del mattino, progettare il giardno col marito, godermi il silenzio e la musica a palla.
  Ma sarò breve e, come promesso, sarò fedele all'appuntamento del venerdì.

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Un posto per ogni cosa in lavanderia ancora non c'è, ma solo perché ogni cosa è veramente tanta e variegata. In ogni caso sono a dimora: i filati e gli strumenti per lavorarli, le stoffe e la macchina da cucire, le perline e i fili metallici per far bigiotteria e, naturalmente, i panni da lavare nei loro cesti. In compenso racimolo tutti i contenitori inutilizzati di casa: vecchie scatole di latta, cesti vari e scatole  in plastica e metallo regalate in varie occasioni.
  1. Questa settimana più che concentrare il lavoro al mattino e uscire al pomeriggio, va così: lavorare lo stretto necessario e divertirmi il resto del tempo! Lunedì gioco alla piccola PO e vinco una cena italian-sushi in compagnia, mercoledì vo in città per "rifarmi nuova" (te ne parlerò presto) e rivedere un'amica carissima, giovedì vo in campagna e vinco un pomeriggio di sole e di chiacchiere... 
  2. Guido ogni giorno! Ancor meglio: guido ogni giorno senza paura! Viaggi brevi, ma tranquilli. Sono contenta.

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  1. Riempire i vari contenitori inutilizzati e sistemarli nei mobili della lavanderia. Riuscire a farlo, sarebbe già un gran successo!
  2. Contenere l'entusiamo da giornate primaverili e concentrarmi sul lavoro. Idem come sopra ;-)
  3. Continuare a guidare ogni giorno, provare magari le "strade fetenti".
Ce la fara la nostra eroina?

(-20; determinazione: buona; umore: solare; sorriso del giorno: #celoffa)

giovedì 9 aprile 2015

Voglio essere come Nicole Curtis

Caro Diario,
  non sai chi è Nicole Curtis?
  Te lo dico subito: è la protagonista di una trasmissione televisiva americana, acquista, ristruttura e vende case d'epoca altrimenti destinate alla demolizione. Si presenta come "agente immobiliare, restauratrice e mamma tuttofare". È piccola, snella, bionda e con bellissimi bicipiti. Adora le ciabatte infradito, fa il lavoro che ama ed è felice.
  Io l'ammiro e un poco pure la invidio. 
  Ti spiego perché. A un certo punto della mia vita scopro, con sorpresa, di essere una persona poliedrica - un colpo per una convinta di bruciare per un'unica passione! Mi trovo davanti a mille possibilità, a mille Aline, tutte con una "divisa" e un ruolo nella società diversi: da far girare la testa.
  Me ne accorgo solo in questi ultimi anni, eppure dovevo capirlo fin da subito: gli indizi sono ovunque. 
  1. Quando imparo a scrivere, m'innamoro della scrittura e decido di diventare una scrittrice. 
  2. Alle elementari mi innamoro della Preistoria e decido di diventare archeologa. 
  3. Alle medie mi innamoro delle planimetrie e decido di diventare arredatrice d'interni. 
  4. All'università devo scegliere tra archeologia e architettura: il dubbio è grande, ma contro ogni logica scelgo il mio Vero Amore. 
  5. Dopo l'università mi innamoro del turismo e decido di diventare guida turistica e di iscrivermi di nuovo all'università.
  Lei, invece, sa fin da subito quel che vuole e lo fa con tutta se stessa.


  Ci sono anni in cui mi convinco di aver sbagliato strada.
  Invece no. Oggi sono un'archeologa in evoluzione, una futura Professional Organizer e un'autrice (di due sussidiari, di tre blog e di infinite storie). E sono felice.
  La mia strada non è lineare, ma tutta a curve (spesso mi distraggo, inevitabile per un'entusiasta curiosa): vista da una nuova prospettiva assomiglia a un cerchio. Anzi, a un otto sdraiato, che va e ritorna come l'infinito.
  Non ho più dubbi: so di poter fare (bene) tutto quel che mi appassiona, ma decido di seguire il cuore e quel che mi rende felice e mi diverte. Proprio come Nicole.

mercoledì 8 aprile 2015

Chez moi: il profumo del pane, ovvero pane 2 la vendetta

Caro Diario,
  peccato non si possa fotografare il profumo.
  Perché il profumo del pane appena cotto è indescrivibile.
  No, non mi arrendo (giammai): dopo quel primo esperimento di pane fatto a mano ('iuto), ho meditato a lungo, molto a lungo. E la meditazione ha portato i suoi frutti: una macchina per impastare, lievitare e cuocere il piane. Aha.
  La storia è molto simile a quella del brutto anatroccolo: c'era una volta una macchina del pane bistrattata e disprezzata da tutti eccetera eccetera. Dal negozio finisce in casa di una signora: la prova, la mette in un angolo e alla prima occasione la presta (in eterno) alla vicina. La vicina la porta a casa, la prova, la mette in un angolo e alla prima occasione la presta (in eterno) alla cugina. La cugina la porta a casa, la prova, la mette in un angolo e la presta (in eterno) alla figlia. La figlia la porta a casa, non la prova, la mette in un angolo e se ne dimentica. Ma il marito la prova (più volte, caparbio) e l'apprezza.
  Prima di apprezzarla, però, ci son stati vari tentativi per comprenderne le qualità.
  1. Primo tentativo: la macchina, quando inizia la fase di cottura, va in corto circuito e spegne ogni attività elettrica di casa - con mia somma gioia. Già penso a chi potrei prestarla (in eterno).
  2. Secondo tentativo: la macchina, quando inizia la fase di cottura, non va in corto circuito ma diffonde un odore allarmante di bruciato. Forse potrebbe interessare a mia cugina.
  3. Terzo tentativo: la macchina, non va in corto circuito né diffonde un odore allarmante di bruciato, ma sforna una pagnotta profumata. Mmm.
  La quinta (al farro), sesta (ai semi di girasole), settima (alle noci), ottava volta (ancora alle noci) la macchina fa il suo dovere e noi le vogliamo bene. 
  E come non volergliene? In tre ora impasta, lievita, cuoce, profuma l'ambiente e sforna una pagnotta fragrante e soffice - in completa autonomia. Ringrazio il marito per non essersi dato per vinto.
  Il fornaio di casa è lui, ma l'altro giorno accetta di farmi provare: mi scrive su un biglietto con estrema attenzione come, quanti e quali ingredienti versare nel secchiello, imposta la funzione desiderata, se ne va al lavoro e incrocia le dita (non lo ammette, ma io so).

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Ingredienti:
1 misurino grande colmo d'acqua, 2 cucchiai di olio e.v.o., 350 gr di farina, 1,5 misurino piccolo di lievito,
1 misurino piccolo di sale, 1 misurino piccolo di zucchero

  Così quella mattina mi alzo, scendo in cucina e, mentre preparo il tè per la colazione, seguo le sue indicazioni, riempio di ingredienti il secchiello, lo posiziono sul fondo della macchina, chiudo lo sportello, inserisco la spina (hehehe) e premo il tasto "start". Il tutto in cinque minuti.
  Tre ore più tardi torno a casa e, appena apro la porta d'ingresso, quasi svengo per il profumo di pane fresco. Bontà.
  Quindi posso dire, mentre sparpaglio briciole di uno spuntino fuori programma: faccio il pane in casa! Tiè.

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(-22; determinazione: culinaria; umore: profumato; sorriso del giorno: faccio il pane in casa!)

venerdì 3 aprile 2015

#18 - Desvìges

Caro Diario,
  dalle mie parti si dice desvìges: svegliati.
  Stamane davanti allo specchio: "Svegliati. Prendi in mano quella -beep- di vita. Finisci quel che hai iniziato. Inizia qualcosa di nuovo/vero/straordinario." Ho un alter ego piuttosto animoso: s'è stufato di vedermi ciondolare, vuole vedermi agire.
 Ehi, gli dico, di cose ne ho fatte e ne sto facendo! Giuro: non seguo più ogni traccia interessante dispersa nell'aria, non mi faccio più ammaliare da sirene tentatrici, concentro ogni attenzione verso un unico obiettivo. Nella speranza che sia quello giusto (Piantala, dice l'alter ego). Pensa: da gennaio trascrivo sull'agenda ogni Prima Volta, e ce ne sono tantissime, tutte straordinarie. Prima o poi te ne parlerò.
 Ma non ora: ora voglio tornare alle vecchie sane abitudini, darmi degli obiettivi a breve termine e monitorare lo stato d'avanzamento dei lavori (ehm).
  Ogni venerdì cercherò (già metto le mani avanti) di fare il Punto Della Situazione della settimana e di darmi un Nuovo Piano D'Attacco per portare a termine gli obiettivi del mese. Gli obiettivi saranno tre: sembrano pochi, ma mi terranno impegnata - ne sono sicura.
  Inizio subito.
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  Il Punto Della Situazione non è poi così brutto: è vero, la lavanderia è ancora nel limbo (giuro, la lavanderia esiste), ma ho finalmente le idee chiare e posso procedere. L'organizzazione delle mie giornate (stesso lavoro in meno ore, in favore del tempo libero) è a buon punto, ma arriva la primavera e mi scombina tutti i piani: devo ricominciare da capo.
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Perciò questo è il Nuovo Piano D'Attacco di aprile:
  • terminare l'organizzazione della lavanderia
  • ri-organizzare le mie giornate di primavera
  • vincere la paura di guidare (tante novità!)

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 (-27; determinazione: gagliarda; umore: solare; sorriso del giorno: desvìges!)
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