martedì 30 aprile 2013

Questione di archi

Caro Diario,
 me ne dovrei intendere di archi, sono del Sagittario.
 Sfoglio con attenzione il manuale, finché non trovo le pagine dedicate a "Come trovare l'arco perfetto". Da sempre vorrei imparare a tirare con l'arco, già mi vedo nei campi a tendere la corda con gesti fluidi e scoccare la freccia dopo qualche minuto di meditazione (utile per chi non ha mira, come me).
 Ma non è questo il caso: oggi sono alla ricerca dell'arco perfetto per le mie sopracciglia e di come donare carattere al volto con poche e semplici (e dolorose, ahimè) mosse.


 Eccomi, in bagno di fronte allo specchio, armata degli strumenti necessari: pennello lungo e sottile (ne ho trovato un set completo, regalo della mia previdente nonna), pettinino per sopracciglia (idem), forbicine, pinzette, matita bianca per occhi e sguardo critico.
  1. Appoggio il pennello alla narice destra verso l'alto: nel punto in cui incrocia il sopracciglio traccio un segno.
  2. Ruoto il pennello finché non passa in mezzo all'iride: traccio un altro segno dove incrocia il sopracciglio.
  3. Ruoto ancora un po' il pennello, sfiorando l'angolo esterno dell'occhio: segno il punto in cui dovrebbe terminare il tutto.
  4. Ripeto sull'altro lato.
 Ora ho una visione chiara e precisa della quantità di peli da sfoltire. Ma per procedere con un lavoro ben fatto, la mia guru (Clio Make-up) suggerisce di tracciare il contorno delle nuove sopracciglia tenendo conto delle "linee guida". Ci provo. Ma mi sento un po' scema.
 Fatto. Pettino le sopracciglia verso l'alto e dovrei tagliare quelle che sbordano oltre la linea bianca, ma non ce la faccio. Tagliare le sopracciglia? Proprio non ce la faccio: i miei guai tricotici iniziano sempre con una lama tagliente e già vedo scene terrorizzanti in cui il mio volto è nascosto da un groviglio di sopracciglia.
 Non c'è tecnica che tenga, non voglio. Quindi passo in scioltezza alla fase successiva e impugno le pinzette - compagne di ogni alleggerimento mattutino, dai miei ventiquattro anni in poi. Va bene, procedo. Non può farmi male più del solito, vero?
 Potrei tracciare una mappa a colori dei punti più dolorosi e di quelli ormai già avvezzi, ma devo soffiarmi il naso: è come se le lacrime non osassero interrompere il lavoro sugli occhi, allora prendono la scorciatoia e... vabbe', insomma. Ecco.
 Male bestia e vista annebbiata a parte, a lavoro ultimato mi scruto con sguardo critico e posso dire che... UAU!


 Ma ora, mio caro Diario, ti devo proprio lasciare: vado a controllare se nel freezer c'è ancora quel mezzo pacco di fagiolini congelati. Se li divido in due porzioni - una per occhio - potrei prendere due piccioni con una fava: lenire il rossore (e dolore) e preparare la cena.

(-247; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: rifare le sopracciglia; risultato: scintillante!)

lunedì 29 aprile 2013

Ventiduesima settimana

Caro Diario,
 eureka!
 Mentre sono impegnata a portare avanti ogni mio proposito (con esiti discutibili), all'improvviso m'illumino di una verità assoluta. Finora penso che devo curare me stessa, gli affetti, la casa e i miei interessi. Ma un pensiero nuovo mi colpisce e folgora: non devo, ma voglio.
 Per la prima volta da mesi anni, scopro di volermi un briciolo di bene (evviva) e di desiderare intensamente di migliorare. Sembra poco, ma per me è una grande conquista. Dovrei mettere una bandiera in cima alla casa: "Amor proprio conquistato dall'Alina!"
 E tutto diventa più semplice: niente borbottii, nessuno sbuffo, né tentennamenti, né falsi alibi e, soprattutto, zero sensi di colpa.
 La sera, prima di andare a letto, tiro fuori carta e penna e scrivo una lista dettagliata dei miei impegni quotidiani divisi per orari, e oggi riesco a fare tutto e con somma tranquillità. Miracolo.
 Non mi pesa alzarmi dal letto, non mi uggia far ginnastica al mattino (novità), non mi tedia uscire a pesseggio con la pioggia, nulla! Anzi: tutto quel che riesco a fare lo fo con piacere, contenta di farlo.
 Ti annuncio che il Punto Della Situazione è positivo: tre voci su tre! Il Nuovo Piano D'Attacco è molto semplice:


(-248; determinazione: fluida; umore: roseo; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

domenica 28 aprile 2013

Lavori in corso: lo studio (bis)

Caro Diario,
 anche oggi piove, anche oggi il cielo è grigio, anche oggi salta la passeggiata all'aria fresca, ma io sorrido.
 Perché possiamo finalmente tirare un po' di righe sulle voci della lista delle cose da fare nello studio. Tra giovedì e oggi riusciamo a (1) svuotare le librerie, (2) pulirle, (3) mettere il fondo nero, (4) inserire i due piani estraibili, (5) pulire con l'aspirapolvere i libri, (6) riorganizzarli, (7) eliminare le cianfrusaglie, (8) pulire il tavolo della nonna, (9) riunire le sei sedie del tavolo sparse per la casa, (10) spolverare il lampadario - che è nero, non grigio (ehm).
 Indosso ancora la mascherina antipolvere a mo' di fascia e sono infinitamente stanca, ma contenta.
 E' da tempo che cerco un modo per rinnovare e rendere più accogliente (e produttivo) lo studio. Mi piacerebbe molto dipingere le pareti di un caldo color cioccolato, su cui far risaltare il bianco delle librerie e i colori dei libri; ma la stanza non è molto luminosa. Potrei dipingere le librerie di scuro, lasciando le pareti bianche; ma non sono affatto convinta. Quindi continuo a cercare nel web in cerca d'ispirazione, finché non trovo la geniale soluzione di Megan di Honey we're home. Folgorante!

 Prima - Tanto per fartene un'idea, ecco com'è la libreria giovedì mattina: caotica, impolverata e ingestibile.


 Durante - Togliamo tutti i libri e li impiliamo sui gradini e sul pianerottolo della scala {il Baldo sbuffa ed è piuttosto scocciato: non può più salire nella postazione da vedetta #1 per tenere sotto controllo il suo maniero}. Poi scostiamo la libreria dalla parete e la puliamo da cima a fondo: scacciamo ogni granello di polvere e cancelliamo ogni segno d'incuria. Adesso è bianca e profumata come il primo giorno in casa nostra!


 E ora il fondo. Togliamo dal suo involucro il lenzuolo Dvala di Ikea, lo srotoliamo sulla libreria e prendiamo le misure: è grande 240 x 260 cm e deve coprire un quadrato di 185 cm di lato. Tagliamo, tendiamo e, con l'aiuto della sparapunti, l'attacchiamo ben teso sul retro della libreria.


 Tanto per sicurezza, diamo un giro di nastro isolante bianco tutto attorno. Et voilà!


 Dopo - Ci vogliono sette ore, tra sabato pomeriggio e domenica mattina, per aspirare la polvere dai libri e riorganizzarli nei cubi. Lavoro lungo, ma piacevole: mentre coccolo i miei libri, scopro anche delle chicche nascoste, che proprio non ricordavo d'avere.
 Appena finito, mi allontano di qualche passo, mi appoggio alla parete e mi fermo a rimirare. Mi piace!


  Naturalmente, non è finita qui: ho ben cinque borse di cianfrusaglie a cui trovare un posto, dieci scatole da svuotare (son piene di appunti, ricerche, cartine, pieghevoli, guide turistiche, articoli di riviste - tutto da metter via) e ventuno portariviste da eliminare (con rispettivi articoli, fotocopie e riviste di archeologia da riorganizzare).
 Ma non oggi, ci penserò domani. Dopotutto domani è un altro giorno.

(-240; determinazione: alle stelle; umore: luminosissimo; obiettivo: organizzare lo studio; risultato: a buon punto)

venerdì 26 aprile 2013

Uncinetto - Caldo mosaico

Caro Diario,
 buone notizie per il marito: la sua copertina all'uncinetto è pronta.
 E, visto il tempo (il cielo è grigio, il sole in vacanza e la pioggia danza - di nuovo), potrà usarla ancora per molto.
 Questo inverno con la coda, in fin dei conti, mi regala qualche piccolo piacere. La sera m'accoccolo sul divano sotto la mia copertina e quando lavoro all'uncinetto, avere attorno qualche gomitolo di lana mi fa piacere.
 Il marito aspetta questa copertina da mesi. Non è difficile da fare, anzi, è uno di quei lavori per cui si può pigiare il pulsante del pilota automatico e lasciarsi condurre senza pensieri. Sono centotrenta piastrelline granny old America, le più semplici da realizzare, di tredici colori diversi: adoro le sfumature di colori e mi piace che le tonalità scure si schiariscano per poi tornar scure. Come le onde sul bagnasciuga, che arrivano, s'imbiancano e poi scappano via.


 Per questa copertina ho pensato al mare in autunno e alla gita per il suo compleanno, utilizzando i colori dal turchese, al verde acqua e al bianco. E ai prati di montagna in primavera e al picnic per il nostro anniversario, coi colori dal verde intenso, al verde chiaro e al panna. Sarebbe perfetta con qualche pesciolino e fiorellino, ma egli non vuole.
 Il marito aspetta questa copertina da mesi, dicevo: l'inizio per tenermi impegnata, l'interrompo più volte per dedicarmi ad altri lavori all'uncinetto, la riprendo cercando conforto, ma, quando la finisco, già mi manca.


(-242; determinazione: buona; umore: sereno; obiettivo: finire la copertina del marito; risultato: ottenuto)

giovedì 25 aprile 2013

Al sole

Caro Diario,
 stiamo prendendo un brutto lecchetto.
 Da quando il marito cambia lavoro (traduzione: lavora più ore), ci rimane solo la domenica e di rado qualche sabato pomeriggio per portare avanti i lavori. Oggi è festa, ma lui lavora e io anche. Cioè, l'intenzione è quella di lavorare.
 Ma oggi sento perentorio il richiamo del giardino assolato. Abbandono quindi i miei nobili propositi (pulire i libri dello studio con l'aspirapolvere) e mi traferisco fuori.
 Porto meco il pc, perché ho quel lavoretto da rifinire e se lo faccio oggi con tranquillità, non devo farlo domani di corsa. Bene. Accendo il pc e, strizzando gli occhi, tento d'indovinare cosa sto guardando. Tic, tic, tic, tic, tic. Mamma mia che caldo! Non resisto, prendo pc e cuscino e rientro. Tanto è ora di pranzo.
 Ma dopo pranzo ancora non so resistere alla tentazione: prendo la decrepita sdraio bianca, la trascino in mezzo al prato, la apro con poche e agili (ehm) mosse, ci stendo sopra un telo mare, avvicino uno sgabellino, su cui appoggio la tisana e il libro. Sole: eccomi!
 Che pacchia. Che silenzio. Che tepore. Che caldo. Anf.
 Rientro in casa - io e il cuscino, la tazza e il telo mare (il Baldo osserva e pare divertito). Ma con tutti questi avanti e indietro, il tempo passa. Facciamo merenda tutti e tre assieme, ci guardiamo negli occhi, sospiriamo e sussuriamo: "Partiamo?"
 Finalmente partiamo: indosso mascherina e guanti, impugno la bocchetta dell'aspirapolvere e, finalmente dopo sette ore, i miei nobili propositi si trasformano in realtà. Raggiungo il risultato previsto, anzi fo qualcosina in più. Ci fermiamo a rimirare lo studio e parliamo dei prossimi passi da fare.
 "Sì, però, la prossima volta iniziamo prima", dice lui. "Sarebbe meglio", rispondo io. "Appena dopo pranzo, giusto il tempo d'un caffè", rincara lui. "Sono d'accordo", annuisco io. "Così, magari, a metà pomeriggio possiamo uscire col Baldo a fare un giretto", propone lui. "Magari", sospiro io.


 (-243; determinazione: 50% evaporata, 50% altissima; umore: luminoso; obiettivo: pulire i libri; risultato: ottenuto - tiè)

mercoledì 24 aprile 2013

Ventunesima settimana

Caro Diario,
 sono in ritardo.
 Non è una novità, con me il tempo gioca sempre a nascondino. Io lo cerco, mi guato attorno, a volte sbircio tra le dita mentre si defila, ma niente: vince sempre lui.
 E quindi è già mercoledì e ancora manca il Punto Della Situazione - e mi verrebbe voglia di glissare in silenzio, perché non è affatto incoraggiante. In questi ultimi giorni non mi sveglio prima (sonno notturno, quello sconosciuto) e non intensifico gli esercizi (paura del sellino vintage), per fortuna però tutto rimane nella norma. Ci riproverò.
 Invece, l'organizzazione dello studio procede: sono solo a un terzo della lista, ma ogni piccola conquista mi sprona a far di più. Ed è una gran cosa, perché di roba da sistemare ce n'è tanta. Anzi: troppa.
 Perciò il Nuovo Piano D'Attacco in realtà è quello vecchio:


(-244; determinazione: buona; umore: luminoso; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

martedì 23 aprile 2013

Chez moi # 18: pancakes!

Caro Diario,
 questa è una mattina meravigliosa.
 Fuori splende il sole e il verde del prato appena tagliato pare fosforescente, gli uccelli cinguettano senza tregua e io canticchio allegra. Oggi il menu dice pancakes, e pancakes saranno!
 Adoro i pancakes, a casa nostra sono la colazione della festa, la coccola della domenica. Ma stamane li preparerò con due piccole modifiche: niente albumi montati a neve e farina di farro al posto della solita.
 Provo questa variante già un paio di volte, ma con scarso successo: la prima volta sembrano grosse ostie, per metà gommose e per l'altra croccantissime; la seconda, invece, sembrano dei dischi da atletica leggera, spesse e pesanti. Ma questa è la volta giusta, me lo sento:
  1. rompo l'uovo in una terrina, verso il latte e sbatto con una frusta;
  2. aggiungo la farina di farro, la farina 00 e il lievito setacciati senza smettere di mescolare;
  3. strofino un po' di burro sul fondo del pentolino, accendo il fuoco e verso un mestolo di impasto;
  4. quando i bordi sono cotti, giro il pancake con una paletta;
  5. quando è cotto anche l'altro lato, sposto il pancake sul piatto e verso un altro mestolo di impasto nel pentolino;
  6. man mano impilo i pancakes uno sull'altro, porto il piatto a tavola e irroro con sciroppo d'acero. 
 

 Mmm... Che bontà! Soffici al punto giusto (urrah, ci son riuscita!) e gustosi, mi piaccion proprio.
 Vuoi sapere, mio caro Diario, qual è il segreto di tanta morbidezza? Me l'ha svelato la mia amica Simona: non usare solo farina di farro, ma aggiungere anche un po' di farina 00. Prosit

(-245; determinazione: nella norma; umore: colorato; obiettivo: cucinare; risultato: ottenuto)

giovedì 18 aprile 2013

Vintage

Caro Diario,
 più esercizi? Parliamone.
 Perché devo dire tutta la verità: l'intenzione è ottima, ho deciso di aggiungere alla gag una mezz'oretta di cyclette. Parcheggiata in camera, infatti, abbiamo una vecchissima cyclette che assomiglia nei colori e nelle forme a una bicicletta Graziella. Senza ruote, ovvio.
 Il marito la odia, dice che è brutta e malridotta. Io l'adoro e dico che è vintage.
 Fatto sta che oggi tolgo dal manubrio i jeans, i pantaloni neri, la maglia a righe bianche e rosse, la sposto dal muro, accendo la tivù e mi isso sul sellino. Urca, che duro.
 A malapena tocco i pedali, ma non oso sistemare l'altezza - l'ultima volta svito qualcosa e il marito ancora me lo rinfaccia. Inizio a pedalare. Mi piace pedalare. Preferirei farlo all'aperto, con la mia bella bicicletta su e giù per le strade del lago, ma mi accontento.
 Che noia e che male. Ogni tre minuti storco il collo per guardare l'orario sulla sveglia. Mancano ancora dieci minuti, uff. Cià, mi concentro sul telefilm, così distolgo l'attenzione. A un certo punto spuntano naso, occhi tondi e orecchie scampanate del Baldo: mi guarda perplesso per capire cosa sto combinando. Pedalo! Smaltisco le tossine, tonifico i muscoli, mi tengo in forma! Vai a cuccia a far la nanna (tu che puoi)!
 Venti minuti posson bastare, scendo e sistemo il tutto.
 Perché devo dire tutta la verità: l'intenzione è ottima, ma già so che troverò mille scuse per non salirci più. A meno che non riesca a trovare un cuscino speciale...


(-250; determinazione: così così; umore: su e giù; obiettivo: aumentare l'esrcizio; risutlato: ottenuto - per ora)

mercoledì 17 aprile 2013

Pecore, tivù o libro?

Caro Diario,
 va bene, svegliarsi prima.
 Mmm. Svegliarsi prima non è un problema, anzi, mi sveglio molto prima della sveglia: alle due, alle tre, a volte alle cinque son lì nel letto con gli occhi aperti che ripeto "Dormi. Dormi. Dormi. E dai, su, dormi!". Ma, siccome non dormo, mi giro sul fianco, allungo il braccino, accendo l'abatjour, acchiappo il libro, lo sfoglio finché non trovo la pagina giusta e inizio a leggere. Magari anche per due ore di seguito.
 Quando mi sveglio prima dell'alba, mi sveglio sul serio. Quando mi sveglio dopo l'alba, vegeto. Chi sono? Cosa succede? E' già mattina? Uff.
 Tutta colpa della dose inconsueta di adrenalina. La sera mi tiene gli occhi aperti, col cervello ruminante pensieri - nonostante il sonno bestiale che m'intorpidisce la mente. E la notte, certe volte, mi blocca il sonno.
 La soluzione a questo grattacapo? Andare a letto prima non serve a nulla. Un bicchierino di vino potrebbe aiutare, lo so, ma potrebbe scatenare altri tipi di problemi (ehm) - meglio continuare con infusi e tisane. Contare le pecore è noioso, leggere dopo un po' stanca, guardare un film "pantofola" non si può (il marito dorme, potrebbe svegliarsi). Un unico sistema funziona: sognare a occhi aperti, immaginare qualcosa che mi piace talmente tanto, da distogliere l'attenzione dagli altri pensieri.
 E sai a cosa penso, mio caro Diario? Ai prossimi progetti di casa - ultimamente a come riorganizzare lo studio, alle sedie, le librerie, le luci, i quadri...
 Scommetto che il marito mi preferirebbe ubriaca.


(-251; determinazione: latitante; umore: pastello; obiettivo: svegliarsi prima; risultato: no comment)

martedì 16 aprile 2013

Paroladordine: organizzare il (mini) ripostiglio

Caro Diario,
 il tempo passa e sempre troppo in fretta.
 Soprattutto quando vorrei arrivare presto a un dunque, ma... non c'è tempo!
 Intanto posso tirare una riga sulla voce "(mini) ripostiglio": esso c'è.
 E' il gemello della dispensa, anche lui ricavato nel sottoscala: stessa altezza e stessa profondità. Anche lui è un vano scomodo perché basso, ma comodo perché grande. Talmente grande che lo riempio solo per non far eco.
 Lo attrezziamo con quel che abbiamo:
- due vecchissimi cesti verde prato (che hanno visto tutti gli angoli e tutti i mobili di casa, prima di approdare qui);
- un vecchio carrellino a tre ceste, acquistato per il bagno del nostro primo appartamento (e poi lasciato ad appassire sotto il sole e le intemperie sul balcone);
- la vecchia mensola ricoperta di carta adesiva bianca;
- la carta a quadrettini vichy per ricoprire l'interno delle ante.

 Di nuovo acquistiamo:
- il gancio per il tubo dell'aspirapolvere;
- il gancio per lo spazzolone da parquet;
- lo scaffalino appeso all'anta sinistra;
- le maniglie.

 Prima di riuscire a completarlo, ci incagliamo nelle ante: niuno di noi ha il desiderio spassionato di rivestirle. Assurdo, ma vero.
 Il fatto è che c'è sempre qualcosa di più importante da fare di certe quisquilie - è così che molti progetti in casa nostra rimangono per settimane in modalità "lavori in corso".
 Ma domenica mattina, armati di colla spray, taglierino e santa pazienza, ci mettiamo all'opera: in quattro e quattr'otto incolliamo l'incollabile (pure i teli di plastica che rivestono il tavolo su cui operiamo - ehm), rimontiamo le ante, avvitiamo scaffali e ganci... et voilà!



 Avere finalmente un ripostiglio umano, in cui radunare tutto il necessario per pulire il piano terra, mi rasserena. Aver cancellato una voce sulla lunga lista delle cose da fare, invece, rasserena il marito.
 Anche se stavo meditando, mio caro Diario: non starebbe meglio se pitturassi l'interno dello stesso verde della parete del bagno?
 Nel caso, lo dici tu al marito?

(-252; determinazione: media; umore: buono;obiettivo: organizzare il "mini" ripostiglio; risultato: ottenuto)

lunedì 15 aprile 2013

Ventesima settimana

Caro Diario,
 pare proprio che sia giunta la primavera.
 Stamane l'ufficio si sposta in giardino, oggi lavoriamo all'aperto: io col sole in faccia e gli occhiali scuri intravedo le parole sullo schermo del pc, il Baldo va a caccia di dinosauri (leggi lucertole). Ho voglia di cambiamenti, di novità, di migliorare... E quasi senza pensarci, incomincio a stilare una lista primaverile di cose da fare:
- pulire sedie e tavoli del giardino
- cucire i cuscini per il divanetto di vimini
- imbiancare e aggiustare le sdraio di legno
- tagliare l'erba
- strappare le erbacce e piantare il basilico nell'aiuola delle aromatiche
- lavare tende, finestre e persiane
- lavare le fodere dei divani
- fare il cambio degli armadi (nel senso che devo stravolgere tutta l'organizzazione dei vestiti)
- pulire, colorare e riorganizzare la prima Expedit (il nostro nuovo home office)
- svegliarmi prima al mattino
- far più ginnastica
- ...
 La lista potrebbe essere infinita, ma ormai sono esperta: per riuscire a far tutto, devo darmi tre obiettivi a settimana. Non di più, non di meno.
 E visto che il Punto Della Situazione è abbastanza positivo, ecco il Nuovo Piano D'Attacco:


(-253; determinazione: buona; umore: primaverile; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)

venerdì 12 aprile 2013

Io ricca

Caro Diario,
 chi trova un amico trova un tesoro, si dice.
 Allora sono ricchissima: ieri grande incontro con le amiche.
 All'inizio sono in tre, poi quattro con me: baci, abbracci, sorrisi a non finire. Prendiamo la metro, usciamo alla luce del sole e siamo già in sette. Dopo nuovi baci e abbracci carichi di affetto, siamo subito in otto: altri baci e lunghi abbracci. Quindi ci spostiamo verso la meta, prendiamo un caffè e all'improvviso siamo in dieci. Arriviamo al nostro punto d'incontro - una sorta di salotto bianchissimo, etereo, morbidissimo e profumatissimo. Un angolo di paradiso, insomma. E qui incontriamo altre amiche e siamo in quattordici. Riempiamo questo luogo stupendo di chiacchiere, risate e sorrisi e dei nostri colori. Usciamo a pranzo e ci ritroviamo in sedici, rientriamo e siamo in diciotto.
Tutte insieme per un giorno intero: c'è chi viene dal Lazio, dall'Emilia, dal Piemonte, dalla Puglia, chi ha chiesto mezza giornata di ferie, chi ha organizzato la giornata per marito e figli, chi sfida dolori, chi affronta ore di treno, chi porta con sé i bambini. E c'è chi dimentica di fare fotografie (ehm).
 La nostra meta è il CF Lounge, l'occasione è la Settimana del Design di Milano, le amiche sono quelle conosciute sulla fan page di CasaFacile. Un tesoro di amiche.


(-256; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: riempire lo scrigno di gemme e brillanti; risultato: ottenuto)

mercoledì 10 aprile 2013

Pausa

Caro Diario,
 urge una pausa.
 Mi gira la testa, ho i pensieri in confusione, il mal di testa è in agguato e con le triple occhiaie posso giocare a freesbie. Ma finisco quel che inizio.
 In compenso ricordo di lavare i vestiti di domani poco prima di cena. Li stendo sui caloriferi, alzo all'inverosimile le temperature, prego gli dei termosifonii di darmi una chance e tento - davvero tento - di prepararmi per domani. Prima, però, mi prendo una pausa.


(-258; determinazione: troppa; umore: appannato; obiettivo: prendermi una pausa; risultato: auspicato)

martedì 9 aprile 2013

Diciannovesima settimana

Caro Diario,
 una sola parola: sgrunt.
 Finisco or ora di sistemare la cucina. Sistemare, non pulire a fondo. Ripeto: sgrunt.
 Stamane, presa da altre cose più interessanti, dimentico di svuotare la lavastoviglie. Stasera il lavello e il  piano della cucina straripano di qualsiasi cosa. Ri-sgrunt.
 Solitamente dopo cena mi arrendo all'impulso di scappare in soggiorno e prepararmi al dolce relax. Ma questa volta resisto: l'idea di trovare questo baillame domani mattina mi irrita fortemente, quindi inizio a svuotare la lavastoviglie, riempire la lavastoviglie, pulire fuochi piano e lavello, sciacquare i contenitori d'alluminio, di plastica, di tetrapac e lasciarli asciugare.
 Immancabilmente, come mi capita ogni volta che mi ritrovo a fare controvoglia un lavoro "da donna", incomincio a borbottare. E' più forte di me, i residui di femminismo (son nata negli anni Settanta, no?) non si danno pace e sparano a raffica tutte le frasi più classiche. Sgruntissimo.
 Poi mi vien da ridere e me ne torno sul divano. Domani, quando entrerò in cucina per colazione, sarò serena, e non è poco.
 Il Punto Della Situazione non mi rende molto serena, invece: a parte il nuovo programma d'allenamento, il resto va a ramengo. Le sopracciglia sempre più cespugliose e lo studio sempre più disorganizzato. Rimedierò con un Nuovo Piano D'Attacco molto ovvio:


  L'obiettivo numero 3 è il mio preferito: tra un paio di giorni incontrerò le mie amiche e non vedo l'ora!

(-259; determinazione: bassina; umore: grigetto; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: celo!)

lunedì 8 aprile 2013

Paroladordine: organizzare il sottoscala (1)

Caro Diario,
 son quasi soddisfatta.
 Riorganizzare il sottoscala è una vera sfida. Il mobile con le ante è in realtà un piccolo antro: scomodo perché devo abbassarmi per accedervi, ma comodo perché enorme. Ma non so come riempirlo, inaudito.
 Nel progetto originario, non ho alcun dubbio (come puoi notare):
- piatti, bicchieri, posate, tovaglioli, tovaglie  per pic-nic (nei contenitori su rotelle)
- borse e contenitori termici (ibidem)
- varie ed eventuali (ibidem)
- barattoli e bottiglie di vetro vuoti (mensole in basso)
- elettrodomestici e pentole poco usate, scorte di cibo (mensole di mezzo)
- vasi e candele (mensole in alto)
- coperchi (parete interna)
- borse di tela e di stoffa (interno anta)


 Nella realtà qualcosa cambia:
(1) innanzitutto non c'è spazio sufficiente per quattro contenitori su rotelle, ma solo tre. Però nell'angolo riesco a piazzare la pentola elettrica per fonduta e, al posto del terzo contenitore su rotelle (manca), utilizzo un vecchio cesto di poco più piccolo. Ma sempre verde. Contengono: la carta da cucina e i fazzoletti di carta, le tovaglie da giardino, le borse termiche;
(2) dopo ripetuti spostamenti, dedico la mensola in basso alle scorte di cibo: a sinistra liquori fo-da-me, vini e spumanti; a destra le erbe dell'orto, le conserve della zia, varie scorte di cibo. Riutilizzo anche lo scaffalino bianco (in disuso), ma almeno un altro (manca) sarebbe utile;
(3) stesso lavorio di meningi per la mensola di mezzo, dove alla fine sistemo: a sinistra vasi e vasetti in attesa di sfoggiar fiori e piantine; a destra i tovaglioli di carta di ogni colore e fantasia (gli ultimi con splendidi fenicotteri rosa), piatti, bicchieri e posate di plastica e carta da picn-nic, thermos e kit per ghiaccioli in tre comodi contenitori con maniglia;
(4) ma la prima parte che organizzo è la mensola di sopra: a sinistra gli strumenti (come il passaverdure, la centrifuga per insalata, l'affare per cuocere le chips di patate al microonde) e le stoviglie che uso raramente; a destra le candele, le tea light e i portacandele - ma il cestino verde è temporaneo, preferirei un contenitore con maniglia (manca);


(5) il portacoperchi latita, sono ancora indecisa: per ora uso ancora i vecchi e ingombranti coperchi, quindi non mi serve. Ma non abbandono affatto l'idea;
(6) in compenso ho aggiunto all'interno dell'anta sinistra un furbissimo portasacchetti, che utilizzo per archiviare i rotoli di carta - me felice;


(7) ma il pezzo forte, anzi fortissimo, è il portaborse applicato all'interno dell'anta destra: due scarpiere a ribalta, una per le borse di carta, l'altra per le borse di stoffa - me strafelice!


E per ora è tutto. Lo so, mio caro Diario, mancano ancora i due cassettoni - i difficili cassettoni. Qualche divisorio in più, appena il marito si convince...

(-260; determinazione: variabile; umore: variabile; obiettivo: organizzare il sottoscala; risultato: a metà)

venerdì 5 aprile 2013

Chez moi #17: profumo di biscotti

Caro Diario,
 ma dov'è il sole?
 E' il secondo giorno che mi sveglio col grigio e tiro avanti fino a sera nel grigio. Questa casa ha bisogno dei raggi vivificanti del sole. Io ne ho bisogno. E pure il Baldo, che se piove non s'azzarda a metter fuori nemmeno il naso (pericolo d'allagamento giallo in agguato).
 Voglio il sole! Come d'incanto mi torneranno anche il sorriso, i riccioli distratti e il buon umore. Uffa.
 Dove sono finite le mie energie? A ramengo. Cerco di racimolare quelle poche (che ancora non emigrano in posti più caldi) e tento di portare un po' di dolcezza in questa giornata uggiosa, fredda, bagnata e bigia. Farò dei biscotti!
 L'entusiasmo sta già evaporando. Prima che scompaia del tutto, mi metto all'opera:
  1. taglio a pezzetti il burro e lo lascio ammorbidire; 
  2. trito le banane;
  3. le verso in una terrina assieme ai fiocchi d'avena, allo zucchero, al burro e alle uova, mescolando bene;
  4. aggiungo il lievito e continuo a mescolare;
  5. stendo l'impasto e lo tiro fino a ottenere una sfoglia di circa mezzo centimetro;
  6. taglio i biscotti con gli stampini, li dispongo sulla teglia e inforno (160°, 25').

Saranno pronti giusto giusto per il tè: mentre un profumo dolcissimo si diffonde per casa (finalmente, dopo pollo fritto e agnello alla griglia, qualcosa di soave), mi sento già meglio.


 Brutto tempo? Prrrrrrr!

(-263; detrminazione: così così; umore: grigio; obiettivo: cucinare; risultato: slurp!)

mercoledì 3 aprile 2013

Stasera lepre

Caro Diario,
 inizio un nuovo programma d'allenamento.
 Forse 'allenamento' è una parola un po' grande. Ma la sostanza è questa: niente più step (evviva), meno ginnastica a terra e non più tre giorni su sette. Ora la ginnastica è scivolata di martedì e giovedì, mentre lunedì, mercoledì e venerdì sono i giorni della passeggiata con Baldo.
 Un'ora di passeggiata con Baldo funziona meglio di tre ore di macchinari in palestra. Il Baldo è un cane dolcissimo, giocherellone e fiero, ma ha un piccolo problema: a quanto pare non è abituato ad avere a che fare con altri cani. Portarlo a spasso significa prevedere le mosse di ipotetici suoi simili e scoraggiarlo dal saltargli addosso. Seee.
 Si parte. Appena vede il guinzaglio, il Baldo va in visibilio. Ben dieci minuti per convincerlo a sedersi e farselo mettere. Numero di volte che controllo se collare e guinzaglio sono ben chiusi: cinque (non si sa mai, oltre alle strade, qui da noi ci sono i boschi, e nei boschi ci sono cervi e cinghiali - miodio). Convinco il marito appena rincasato a unirsi a noi, "Come una vera famiglia", gli dico. In realtà ho il terrore d'esser trascinata faccia a terra dall'adorabile quadrupede.
 Scendiamo in piazza, evitiamo i cancelli con cani, svoltiamo verso la strada delle case ristrutturate, rasentiamo il bosco, attraversiamo la zona industriale... Tutto senza intoppi - successo!
 Dopo la casa d'angolo col cane tignoso - che il Baldo snobba, troppo impegnato a snasare i messaggi lasciati da una cagnolina -, svoltiamo vicino a un campo. Il mio occhio allenato avvista un movimento fatale. Faccio giusto in tempo a lanciare un urlo, aggrapparmi al marito con le dita della mano libera e il Baldo parte in un salto fenomenale. "Una lepreeee! Porcaccia, sono dueeee!"
 Balzo in groppa al Baldo, ora in modalità caccia alla lepre - salta esattamente come loro, forse per confonderle -, e noto con orrore che quelle due non si muovono di un millimetro. Ma non scappano, di solito? Perché queste se ne stan ferme e mi guardano? Cos'hanno da guardare? Forse me, spettacolo spettacolare.
 Per fortuna il marito prende in mano la situazione, il guinzaglio e l'istinto da cacciatore canino. Quelle se ne vanno lemme lemme e noi possiamo finalmente calmarci e ritornare a casa.
 Lui, il bestio, soddisfatto si riposa. Io, stanchissima e con due occhiaie così profonde che potrei saltarci la corda, medito: due giorni per riprendermi e poi nuovo giro di pista. Aiuto.


 (-264; determinazione: svettante; umore: allegro; obiettivo: allenamento; risultato: a balzelloni)

martedì 2 aprile 2013

Lavori in corso: lo studio

Caro Diario,
 quanto adoro progettare!
 Prima di organizzare uno spazio di casa, mi dedico a un luuungo lavoro preliminare:
  1. innanzitutto fisso intensamente quello spazio più volte al giorno per più giorni. Finché non me lo sogno di notte;
  2. poi cerco nel web e nelle riviste d'arredamento ogni spunto interessante e declinabile a casa nostra. E inizio a fantasticare;
  3. quindi prendo le misure e fo uno schizzo della stanza, come la vorrei. Con tanto di letterine e legenda;
  4. infine compilo una lista delle cose da fare (comprare, riutilizzare, costruire). A questo punto il marito storce il naso, mentre io mi frego le mani contenta!
 Ora che il mobile sottoscala è finito, si passa al prossimo progetto: lo studio.
 A casa nostra lo studio si trova in un angolino, tra il soggiorno, il bagno verde e le scale che portano di sopra (seguire le frecce). Ha un'unica portafinestra che dà a est sul giardino e al mattino s'illumina di una luce dorata. Per ora ospita mobili di ogni genere: due librerie gemelle (di cui una con il vano per la televisione), un vecchio scaffale di recupero (in coppia con una cassettiera nella mia cameretta da bambina), una mensola spessa e il glorioso tavolo antico della nonna. Dovrebbe essere il luogo in cui lavorare e produrre con gioia, ma in poco tempo diventa il magazzino di casa: così non funziona, è giunto il momento di riportare al suo originale scopo questo locale.
 E come per incanto, sono già alla terza fase: ta-dan!

 

  Ed ecco passo passo i lavori da fare:
- togliere libri e affini dalle librerie
- aggiungere un fondale alle librerie (colore scelto: nero, per dar profondità)
- tagliare e installare due scaffali estraibili per tastiera e stampante (nell'ex vano tivù della libreria)
- riorganizzare i cassetti
- aggiungere la mensola sopra lo scaffale
- spolverare e riorganizzare i libri
- appendere un po' di quadri
- rivestire le sedie della nonna
- procurare due poltrone comode per lavorare (per me e per il marito)

 In realtà quel che vorremmo realmente, mio caro Diario, è una grande libreria che si sviluppa su tutte e tre le pareti e a ponte sopra la portafinestra e i passaggi verso il bagno verde e il soggiorno. Sospiro. Prima o poi.

(-265; determinazione: buona; umore: soleggiato; obiettivo: progettare lo studio; risultato: ottenuto)

lunedì 1 aprile 2013

Diciottesima settimana

Caro Diario,
 c'è chi si pesa ogni mattina e chi si tasta - io mi tasto.
 Potrebbe esser troppo presto per cantar vittoria, ma non posso evitare di constatare tre cose: sento sotto i polpastrelli i muscoli delle gambe (non capitava da tanti mesi), il viso non assomiglia più a una luna piena, i fiancozzi son diventati fianchetti. Pare che il nuovo regime alimentare stia dando i suoi frutti.
 Spronata dalle recenti conquiste, passo l'intera mattina a rivedere il menu settimanale, incastrando dosi di cibi che fan bene con altre dosi di cibi che danno energia. E le dosi sono tante, abbondanti, da dieta all'ingrasso. Già che ci sono preparo una lista della spesa su misura, per non cogliermi impreparata sul più bello. Insomma, ci sto prendendo gusto.
 E sto prendendo gusto anche ad annunciarti che il Punto Della Situazione è - anche questa volta - positivo: seguo la dieta con foga, progetto lo studio (prossimamente su questi schermi), riesco a mettermi l'eyeliner (dopo tanto, tanto esercizio) e non smetto di cucinare. Molto contenta.
 Il mio Nuovo Piano D'Attacco è altrettanto SMART (specifico - misurabile - accessibile - realistico - legato al tempo):


(- 266; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: nuovo piano d'attacco; risultato: ottenuto)
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