mercoledì 29 marzo 2017

Ode al bidè

Caro Diario,
  ho un dubbio atroce.

  Mi piace seguire trasmissioni televisive che hanno a che fare con le case: ristrutturazioni, vendite, acquisti, case piccole, grandi, su ruote, di legno, in riva al mare, in cima ai monti. Mi piace tutto ciò che ha a che fare con le case.
  Sono trasmissioni per lo più americane e gli americani nelle loro case non contemplano il bidè.

  Zero bidè. Che cos'è il bidè? Boh, non lo sanno. Non lo sanno??? Ohibò.
 
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  Poi mi guardo attorno e scopro che questa moda del no-bidè si sta diffondendo anche in Italia.  
  Ristrutturiamo il bagno? Via il bidè! Meglio far spazio a un mobile in più, per contenere centomila cianfrusaglie di sicuro utilissime, altro che il bidè.
  D'altronde, a che cosa serve il bidè?

  Se non sai rispondere, non sei più mio amico.

  E il dubbio, caro Diario, sorge spontaneo: chi elimina il bidè soffre di stipsi olimpionica o è un ammiratore di Tarzan?

mercoledì 22 marzo 2017

Lavori in corso: la camera #2

Caro Diario,
  c'è sempre una prima volta, anche in camera.

  I lavori in corso son sempre più in corso: dopo la nuova parete rivestita di legno, è la volta del letto.
  Abbiamo il letto nuovo! Anzi: abbiamo il letto! Non più una rete su gambette, ma un vero e proprio letto - il nostro primo letto - dotato di pediera, testiera, laterali e un paio di reti a piccole doghe.
  Di metallo e di un bel colore grigio scuro: talmente bello che - ne sono sicura - lo vorrebbe anche Joanna Gaines.

  Ed è anche la volta dei comodini - veri e propri comodini dotati di due bei cassetti ampi in cui nascondere ogni turbamento visivo.

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  Ne sono totalmente innamorata, di questa camera. Il posto giusto dove iniziare e finire le giornate, sempre con il sorriso e un gran senso di pace.

mercoledì 15 marzo 2017

Confesso, voglio diventare ricca

Caro Diario,
  voglio diventare ricca.
  Non sono povera e non mi manca nulla, ma voglio diventare ricca.

  Ricca, perché se è vero che i soldi non danno la felicità, è pur vero che evitano il logorio.
  Il logorio di chi ogni giorno fa i conti per arrivare a fine mese senza lasciare penne e piume sparse ovunque. 
  Il logorio di chi fa scelte meno felici, pur di far più felice il portafoglio.
  Il logorio di chi è talmente abituato a rinunciare a soddisfare i propri bisogni (bisogni, non capricci), da non sentire nemmeno più il nodo in pancia.
  Il logorio di chi si sente dire di gioire delle piccole cose da persone che gioiscono di tante piccole cose quante gliene permettono il portafoglio senza fondo.
  Il logorio della mascella serrata, per non rispondere brutalmente a chi dice che non sa che cosa farsene dei soldi. 

 
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  Non sono povera, ma voglio diventare ricca. 
  Non mi manca nulla: una casa, un'automobile, una moto, tanti libri, una dispensa e un frigorifero mai vuoti, vestiti quanto basta. Eppure.
  Voglio avere quella sicurezza rassicurante di un maniero di pietra: anche se scosso da venti di bufera improvvisi, si regge in piedi e sventola il suo vessillo senza timore.
  

mercoledì 8 marzo 2017

Anche in cucina, si cambia

Caro Diario,
  non amo cucinare, ma a volte mi piace.

  Cucinare per me non è un'arte, né una meditazione in movimento, né un gioco divertente. Cucinare per me è solo un'esigenza, piuttosto antipatica.
  Il mio sogno maledetto è uscire a pranzo e cena ogni giorno, senza mai perdere il ritmo e, se possibile, nemmeno la linea.
  Cucinare non mi piace, come non mi piacciono gli obblighi in generale.
  Eppure.

  Eppure cucino. Solo a pranzo, però: arrivo a sera talmente stanca che preferirei mangiare le unghie invece di cucinare. Poiché il marito è discorde e poiché rincasa più stanco di me, mi tocca trovare una soluzione.

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  Eccola: quando la campana della chiesa rintocca l'una, mollo il lavoro, lavo le mani e preparo da mangiare. Da quando ci rifiutiamo di mangiare cibi acquistati già pronti, significa cucinare le verdure - lavoro lungo e noioso. Bisogna lavarle, pelarle, mondarle, affettarle, grattugiarle, scottarle, brasarle, saltarle, arrostirle...
  Ma se lo fo una volta per tutte, fo prima. Quindi lunedì - per esempio - preparo la zuppa di carote per me a pranzo e le carote al forno per il resto della settimana. E via così ogni giorno. Così la sera, basta riscaldare o scongelare una porzione doppia e preparare la carne o il pesce o il formaggio.

  Cucino le verdure sempre nello stesso modo, una vera noia. Da settimana scorsa mi cimento in nuove ricette: seguo i nostri libri di cucina, scelgo quelle più semplici e più vicine ai nostri gusti e provo.
  Io non cucino: sperimento. E sperimentare mi piace e mi diverte. Pesto aglio, cumino e paprica nel mortaio, affetto carote, regolo il fuoco, calcolo i minuti. Assaggio, annuisco, riassaggio perché è buono.
  Questa sera una giuria darà il verdetto finale: se l'esperimento avrà successo, la ricetta sarà riproposta in futuro.

  Il marito non lo sa, ma è salvo grazie a un cambio di verbi.

mercoledì 1 marzo 2017

Un mese di libri. Febbraio, un viaggio lento lento

Caro Diario,
  sarò breve, anzi: telegrafica.
 
  Libri letti a febbraio: uno e mezzo. Stop.
  Stupita pure io. Stop.

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  Viaggi e viaggiatori dell'antichità di Lionel Casson. Stop.
  Avvincente e appassionante come un romanzo. Ma non è un romanzo. Stop.
  Storia del viaggio fin dalle prime testimonianze antiche. Stop.
  Tanta voglia di viaggiare. In ogni epoca. Stop.

  Ragione e sentimento di Jane Austen. Stop.
  Autrice conosciuta da poco. Stop.
  Già letto, riletto volentieri per conoscerlo meglio e farlo mio. Stop.
  Divertente, anche se solo al nono capitolo. Stop.
  Potessi strozzare Marianne, farei subito. Stop.
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