venerdì 31 gennaio 2014

Un mese di libri. Gennaio

Caro Diario,
 questo mese cambio rotta.
 Navigo verso il Giappone e passo qualche giorno in compagnia dei monaci buddhisti del Tempio Komyoji di Tokyo.  Li seguo, basita, durante le lunghe ore che dedicano alle pulizie. Hanno un motivo per ogni tipo di pulizia, hanno pure una tecnica, una filosofia e una tenuta. Si dice - e si sente dire - che un monaco buddhista  raggiunga il nirvana ramazzando sereno. Le pulizie, infatti, si fanno in silenzio e col sorriso sulle labbra, perché sono un esercizio spirituale per purificare l'anima. Non si dice così spesso, invece, dell'altro monaco, quello che ha raggiunto lo stesso nirvana mentre era in bagno. In bagno a fare i suoi bisogni.
 Ho qualche speranza, allora.

Manuale di pulizie di un monaco buddhista di Keisuke Matsumoto

 Un breve viaggio nello spazio e nel tempo mi porta nell'antica Roma imperiale, a seguire da vicino le indagini del senatore Stazio, mio caro e vecchio amico. Lo seguo da quand'è un ragazzo, appena diventato pater familias e già capace di risolvere misteri. Ogni volta che vado a trovarlo, mi chiedo come possa sopportare Castore, il suo segretario, truffatore e attore nato. Ah, senatore, ci vediamo quando torni da Ischia.

Parce sepulto di Danila Comastri Montanari

 Rimango a Roma, ma ai giorni nostri. Mi lascio prendere dal gioco dei dieci minuti di Chiara, abbandonata dalla casa, dal marito e dal lavoro. Per dieci minuti al giorno, per un mese intero, impara a conoscersi e costruisce pian piano le fondamenta della sua nuova vita. Questo libro mi entra dentro, penso a lui quando non l'ho tra le mani, mi riempio delle sue parole ed emozioni quando finalmente lo leggo. Finisce troppo in fretta, di sicuro lo rileggerò presto e finirà sullo scaffale dei miei libri culto.

Per dieci minuti di Chiara Gamberale

 Ultimo viaggio, non ancora ultimato: le vele si dirigono in India e poi in America, seguendo il profumo delle spezie. E' uno shock leggere questa prosa così densa, senza respiro e priva di una vera punteggiatura. Mi è difficile leggere le sue pagine, una dopo l'altra, la sera prima d'addormentarmi. Mi chiedo quale sia la magia, quale sia la bellezza. Probabilmente, penso, non è il libro giusto per superare il vuoto di Chiara, troppo diverso. Poi, all'improvviso - precisamente da pagina 130 - incomincio a interessarmi alla storia, per almeno una quindicina di altre pagine.  Poi si vedrà.

La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni

(giorno 0; determinazione: tenace; umore: mica tanto allegro; sorriso del giorno: essere ancora a pagina 145)

mercoledì 29 gennaio 2014

chez moi farlocco: liquirizia vs liquirizia

Caro Diario,
 che topica.
 Mentre mi gaso per il liquore di liquirizia appena fatto, scopro l'esistenza di un'altra ricetta. A naso mi sembra migliore e non mi do pace finché non ottengo una bottiglietta di prova.
 E così eccomi qui: da una parte la bottiglia del mio liquore di liquirizia, dall'altra parte la bottiglietta dell'altro liquore di liquirizia. Il mio fatto sciogliendo la materia prima a caldo, l'altro a freddo.
 Verso un po' dell'uno e dell'altro in due bicchierini e inizia l'agone: 
Assaggio uno, poi l'altro.
Cerco di capire quali sono le caratteristiche dell'uno e dell'altro.
Quale dei due è più alcolico?
Quale sa più di liquirizia?
Aspetta, sono indecisa.
Fammi assaggiare di nuovo.
Un sorso di qui, un sorso di là.
Urca, che buono.
Urca, mi gira la testa.
 Il verdetto (veloce, prima di cadere in catalessi): il mio è forte, si sente tanto il sapore della liquirizia, anzi troppo; l'altro è molto armonico, appena lo assaggi, vorresti finirlo (ehm).
 Ergo, il vincitore è l'altro.
 La ricetta dovrebbe essere segreta, ma siccome è già passata di mano in mano almeno un paio di volte, proprio segreta non dev'essere.


(-2; determinazione: ghiacciata; umore: nevoso; sorriso del giorno: ebete, hic!)

lunedì 27 gennaio 2014

#10

Caro Diario,
 ci siamo, oggi prima lezione de Il Blog Lab!
 Prima di iniziare a leggere e riempirmi di dubbi amletici, preparo penna e quaderno. Soprattutto preparo il quaderno.
 Stamane esco: dopo la posta, la panetteria e la farmacia, entro in cartoleria. Ovvero il posto della perdizione. Acquisto un paio di washi tapes carucci e un quaderno ad anelli. Lo vorrei con la copertina rigida, bianca e lucida; mi ritrovo in mano un quaderno dalla copertina trasparente, opaca e flessibile. Occorre regalargli un pizzico di personalità.
 Estraggo dai cassetti dello studio un po' di cosine (e le trovo al primo colpo, dopo l'organizzazione!), le porto sul tavolo e provo a far qualcosa.


 Taglio e ritaglio, attacco e stacco, provo e riprovo. Dopo un'ora (giuro: un'ora) son quasi soddisfatta del risultato - consapevole che un'esperta scrapbooker riderebbe con le lacrime agli occhi.

fuori
dentro
 Ci sono tutti i miei intenti: la serietà del bianco e nero, la scrittura sotto ogni forma (dalla macchina da scrivere, al calamaio e alla calligrafia), un po' di ironia (la teoria di pecore) e di colore (i pois saltellanti), un assaggio di poesia (gli uccellini sul filo) e, all'interno, del sano divertimento con un bel paio di mustacchi.
 Pronta per partire!

(-4; determinazione: alta; umore: buono; sorriso del giorno: iniziano le lezioni!)

domenica 26 gennaio 2014

Paroladordine: organizzare la credenza (1)

Caro Diario,
 sto cogitando come poter migliorare la credenza.
 Nel mentre, ti racconto la sua lunga (e interminabile, temo) storia. 
 (1) In origine non esiste, esistono un ex pensile con ante scorrevoli (poi riutilizzato nell'ingresso, ma questa è un'altra storia) e uno scaffalino a giorno. Poca roba, insomma, il minimo indispensabile per riporre piatti e bicchieri. 
 (2) Poi si fa strada l'idea di una vera credenza per ospitare stoviglie, alimenti e pure un piccolo sogno proibito, anzi due:  la macchina del caffè e il forno a microonde incassati. E' fatta con due pensili alti 70 cm e larghi 60 cm (sotto), e due pensili per forno a microonde delle stesse misure (sopra). Il tutto assemblato e appoggiato su piedini regolabili. Non male, sembra un unico mobile. 

fuori
dentro
 Mai riusciti a prendere microonde e macchina del caffè da incasso. Perciò quei due vani alla fin fine sono inutili. Dentro lo spazio è abbastanza organizzato, ma c'è qualcosa che non mi sconfinfera:
- il servizio di piatti diviso su due ripiani;
- poco spazio per le scorte di cibo;
- l'obbligo di chinarmi e ravanare per trovare quel che serve nei due pensili sotto.
(3) Folgorata da un'idea improvvisa, mi ritrovo a meditare La Soluzione Giusta. Scrib, scrib, scrib. Misure di tutto e di più. Scrib, scrib, scrib. Confronti tra misure on line e misure dal vivo. Scrib, scrib, scrib. Ed ecco il nuovo progetto:


 Al più presto possibile ci fiondiamo a comprare l'occorrente per la mini-rivoluzione, torniamo a casa e rivoluzioniamo: io felice di arrivare a un dunque, lui felice di chetarmi (fino alla prossima volta).
 Ecco qua: le due ante dei pensili bassi son diventate i frontali di due cassettoni, i pensili son diventati due cassettoni con più cassetti interni, le due ante dei pensili alti son sotituite da ante più lunghe. 
 In poche parole: cassettoni sotto, ante sopra - uno delle mie "regole" per ottimizzare gli spazi.

fuori
dentro
 Non è bellissima? Fuori sembra uno specchio bianco, così lucida e pulita. E dentro è una macchina da combattimento!
 Tutta la parte sinistra è dedicata alle stoviglie e all'occorrente per apparecchiare la tavola:
- tazze, scodelle e chicchere (ripiano alto);
- ciotole e bicchieri (ripiano di mezzo);
- piatti disposti in verticale in una griglia scolapiatti - tutti quelli di prima più altri: c'è posto per trentadue piatti (ripiano basso);
- posate d'uso quotidiano (primo cassetto);
- posate della festa (secondo cassetto);
- insalatiere e terrine (terzo cassetto alto);
- tovaglie, tovaglioli e strofinacci (cassettone).
  Tutta la parte destra è dedicata, invece, al cibo:
- tre contenitori piccoli per gli snack salati, dolci e del Baldo (ripiano alto);
- tre contenitori piccoli per zuccheri e mieli, cioccolato e caffé (ripiano di mezzo);
- vari contenitori per alimenti di diverse altezze per pasta, riso, cereali e farine (ripiano basso);
- scatolame (primo cassetto);
- dispensa (secondo cassetto alto);
- dispensa per condimenti e bidoncino per la pappa del Baldo (cassettone).
(4) Poi ci capita di costruire la dispensa nel sottoscala e il mobile della colazione. Così scoppia un'altra rivoluzione - ma anche questa è un'altra storia, mio caro Diario, la prossima che ti racconterò.

(-5; determinazione: buona: umore: alle stelle; sorriso del giorno: tanti, tantissimi, ma è ancora una sorpresa)

mercoledì 22 gennaio 2014

Chez moi #27: più di cent'anni di leccata di baffi

Caro Diario,
 finalmente mi sono decisa.
 Dopo anni di vane ricerche nei negozi del territorio, un bel dì mi trovo davanti a un cesto di sedano rapa. Ovvio, ne prendo lesta un esemplare, tutta felice. No, non ho strane passioni, solo desiderio d'assaggiarlo: so com'è fatto, ma ignoro il suo sapore. Il sedano rapa mi è prezioso per un unico e solo motivo: è l'ingrediente clou dell'insalata Waldorf.
 Sono una fanatica delle insalate storiche, la Waldorf e la Caesar sopra ogni cosa.
 E così porto a casa il mio sedano rapa, lo lascio in frigorifero ad ambientarsi e, al momento opportuno (tradotto: appena ho un po' di tempo) mi accingo a cucinare.
 Questa volta, ahimè, non riesco a scroccare aiuto da nessuno. Il marito è sordo a ogni mio richiamo disperato: questa volta mi tocca armeggiare i coltellacci da sola. Ne uso ben quattro, più due pelapatate e un levatorsoli, e ho ancora tutte le dita al loro posto. Yes!
 La ricetta è veloce e gli ingredienti sul piano della cucina, si parte:
  1. taglio il sedano rapa in quarti, lo sbuccio, lavo sotto acqua corrente e lo riduco à la joulienne;
  2. tuffo il sedano rapa nell'cqua bollente e salata e lo lascio ammorbidire (2'-3');
  3. scolo e lascio raffreddare su un canovaccio;
  4. sbuccio la mala, levo il torsolo e taglio à la joulienne;
  5. metto la mela in una ciotola e irroro col limone;
  6. in un'insalatiera mescolo la maionese con la panna acida, il succo di limone e un po' di pepe;
  7. aggiungo nell'insalatiera la mela e il sedano rapa, mescolo con delicatezza;
  8. sguscio le noci, trito i gherigli, li verso sull'insalata e mescolo;
  9. è pronta!

 E' una vera prelibatezza. Mmm! Penso che potrei cibarmi all'infinito di questa insalata. Per fortuna ho raddoppiato le dosi: domani bis.

(-9; determinazione: convinta; umore: ottimo; sorriso del giorno: l'insalata Waldorf!)

martedì 21 gennaio 2014

#9

Caro Diario,
 evviva, evviva, evviva.
 Questo mese il Punto Della Situazione è in anticipo e in ottima forma: termino il programma "prolungato" del mese scorso e pure quello di gennaio. Io soddisfatta (si vede?).
 Quindi posso dedicarmi al mio chiodo fisso, cioè la cucina. Be', non tutta in generale, ma in particolare la credenza bianca lucida laccata. Che cambia faccia almeno due volte e ancora cambierà. Perché, man mano che ricaviamo e organizziamo dei nuovi spazi contenitivi da anfratti e nicchie, si svuotano quelli vecchi. 
 Insomma, nei mobili risuona l'eco e io cado in preda all'horror vacui. 
 Per festeggiare il successo e lenire l'ansia, mi premio con un giro sul lago, un appuntamento il libreria e un libro nuovo di zecca:


 Ed ecco, mio caro Diario, il Nuovo Piano D'Attacco Bis di febbraio: 


(-10; determinazione: ottima; umore: ottimo; sorriso del giorno: nuovo libro!)

lunedì 20 gennaio 2014

Paroladordine: organizzare il sottoscala (2)

Caro Diario,
 passano nove mesi.
 Forse devono passare nove mesi, perché io possa fare chiarezza e rimettere mano ai cassettoni del sottoscala. Nel frattempo si trasformano in due piccoli pozzi casalinghi, dove quello che serve di rado finisce a dormire sul fondo, per un lasso di tempo inderminato. Ora non più.
 Piccola premessa: questi cassettoni mi mettono in imbarazzo. Quando organizzo le troppe cose in una stanza, mi aspetto di riempire tutti gli spazi a disposizione: soffro infatti di una forma grave di horror vacui. Se non riesco, mi sento "storta" finché non risolvo. Devo ammettere di sentirmi un poco "storta".
 Il cassettone propriamente detto (ehm, ehm) si trova a metà del sottoscala, visto di fronte ha la forma di un trapezio alto 85 cm da una parte e 45 cm dall'altra, largo 60 cm e profondo 80 cm. Nel progetto originale ci vanno borse e contenitori termici, stoviglie da picnic e tovaglie da giardino - che, però, si trovano nella dispensa accanto. Cambiamento di programma.


  In posizione comoda, vicino all'apertura, sistemiamo il bidone con la pappa del Baldo (contiene giusto giusto un sacco da 13 kg di crocchette, meno le crocchette che vanno nel bidoncino in cucina) e la scatola con coperchio per gli articoli da toeletta del Baldo (pettini, sciampo secco, salviette, tagliaunghie, scorte infinite di sacchetti portapupù - non si sa mai) e i suoi guinzagli. Prossimamente prenderemo un'altra scatola uguale solo per i guinzagli, che sono molti e ingarbugliati (ebbene sì, nascondiamo in casa una selva di guinzagli. Ma questa è un'altra storia).
 Di fianco impiliamo tre contenitori con coperchi per "le cose che un giorno mi serviranno" (bottigliette da liquore, barattolini portaspezie da riciclare, contenitori vari in plastica da trasformare) e altri due contenitori più piccoli per materiale di lavoro e di piacere (la calligrafia). 
 Il secondo cassettone, più un cassetto però (ehm, ehm), si trova nella parte più bassa del sottoscala e ha la forma di un triangolo rettangolo, alto da 45 am a 0 cm, largo 60 cm e profondo 80 cm. All'interno è diviso in quattro parti: in alto a sinistra c'è la cassetta degli attrezzi (in corso di sistemazione) e a destra il portaattrezzi e gli attrezzi di CasaFacile, due secchielli per le lampadine e nastro carta; in basso a destra ci sono scatoline di recupero (dei cottonfioc e del gelato monoporzione) per spine multiuso, pile di vario tipo, ganci vari e piccoli pezzi di mobili che un domani serviranno di sicuro, e a destra una scatolina di cioccolatini piena di tappi di sughero. Poi, il vuoto. Brrr.

 Ho una confessione da fare: è probabile che l'organizzazione di questi due cassettoni cambi ancora. Il mese prossimo, infatti, sistemeremo altre parti di casa e potrebbero esserci migrazioni incontrollate di intere famiglie di oggetti, da sud verso nord e da nord verso sud. 
 Diario avvisato, Diario mezzo salvato.

(-8; determinazione: grande; umore: buono; sorriso del giorno: sottoscala organizzato!)

giovedì 16 gennaio 2014

Chez moi #26: di verze, vino rosso, coltellacci e mariti.

Caro Diario,
 rieccomi in cucina.
 In cucina con l'aiutante: il marito si rifiuta di farmi armeggiare il coltellaccio, perciò si offre come tagliatore volontario.
 La ricetta compare per magia tra le pagine di un libro, mi provoca all'istante un'ipersalivazione e, dopo un rapido controllo tra le scorte in frigorifero, mi fa urlare con voce stentorea: "Si può fare!" 
 Esatto, con lo stesso occhio a lampadina accesa.
 Eccoci qua, manzo alla verza:
  1. sbuccio, affetto e trito lo scalogno*;
  2. mondo e taglio a striscioline la verza**;
  3. scaldo dell'olio in padella e butto lo scalogno per farlo imbiondire;
  4. aggiungo la verza e lascio imbiondire, poi salo e pepo;
  5. aggiungo anche la carne e lascio rosolare;
  6. verso il vino, mescolo e lascio sfumare a fuoco lento (30')
* Il marito mi permette di tagliare lo scalogno solo per un valido motivo: lui piangerebbe, i miei occhi invece non emottono un verso. Non ho poteri soprannaturali, né sono un mutante (la Donna Cipolla), semplicemente indosso un paio di lenti a contatto morbide. Prosaico.
 Mentre procedo nell'operazione del taglio con il temibile coltellaccio (un zic ogni tre secondi), sento il marito trattenere il respiro, dimenarsi sulla sedia e deglutire nervoso.
** Naturalmente taglia il marito. Per l'occasione il temibile coltellaccio si trasforma in un efficiente strumento culinario. Zic-zic-zic-zic-zic e la verza è pronta. Prrr.


 Il profumo di verza, carne e vinello raggiunge picchi sublimi: la casa ne rimbomba, il cervello s'inebria, il Baldo impazzisce (letteralmente).
 Mangiamo in silenzio a un passo dal nirvana. Direi che l'esperimento funziona.

(-15; determinazione: essa c'è; umore: inebriato; sorriso del giorno: pappa divina!)

lunedì 13 gennaio 2014

Paroladordine: organizzare lo studio (2)

Caro Diario, 
 squilli di tromba e petali di fiori a profusione!
 Lo studio è pronto: documenti archiviati, cancelleria ordinata nei cassetti, libri spolverati, scrivania sgombra (più o meno).
 Anni fa, quando iniziamo a pensare di comprare casa, tra le priorità c'è il mio studio. Appena vista questa casa, ho capito subito che il vecchio cassero a rischio crollo sarebbe stato il posto perfetto: in un angolo della casa, grande abbastanza per tutte le mie cose e una grande finestra sul giardino. Al mattino s'inonda di luce dorata e lavorare diventa più facile. 
 Il mio sogno è un po' diverso dalla realtà, fatta di due librerie, una mensola, due scaffali e un grande tavolo antico con le sue sedie. 
 Le due librerie ospitano i libri e i testi di studio raccolti nel tempo - una collezione in costante aumento. I libri sono disposti per argomento e, all'interno di ogni argomento, per data di pubblicazione. Gli studi dello stesso autore si susseguono in ordine cronologico.
 La libreria con il vano per l'home office è dotata di dieci cassetti. L'home office è il reame di mio marito, i cassetti il mio.



 Accanto ci sono i nuovi scaffali con il materiale universitario (appunti, eserciziari, fotocopie varie, vecchie tesi), diviso per corso di studio, e una parte del materiale turistico. 
 Sopra gli scaffali e la mensola del calorifero sono in fila le scatole che contengono mappe e pieghevoli turistici.

  Poi ci sono loro, i due piccoli finti vassoi, con tutto l'occorrente per lavorare con brio e precisione. Da tenere sul tavolo quando servono e ritirare nello scaffale nei giorni di festa. 
 

E una piccola chicca: la scatolina in ceramica di Paroladordine, regalo di Monila .


 Lo so, mio caro Diario, non posso cancellare tutte le voci della lunga lista, ma lo studio è pronto! Giusto in tempo per l'inizio del corso Il blog sei tu!

(-18; determinazione: cocciuta; umore: fiacco; sorriso del giorno: studio organizzato!)

giovedì 9 gennaio 2014

Un giaciglio per Baldo

Caro Diario,
 questa è una storia di cucce.
 Il Baldo, come sai, è il nostro canide, entrato in famiglia un paio d'anni fa. Prima la vita era meno divertente - per quanto già mi divertissi moltissimo. 
 Ci accorgiamo subito che il Baldo ha strane abitudini, frutto dell'educazione data dai precedenti proprietari (i soliti stupidi ignoti che regalano cuccioli ai figli, per poi abbandonarli appena crescono troppo). Notiamo con stupore che il Baldo dorme ovunque: slasagnato sul prato o sul cemento, sotto il sole o la pioggia, ma sempre fuori casa. Di notte allieta il vicinato ronfante abbaiando alle novità e corre dietro ai gatti invasori (bravo, Baldo: allontana gli sparapupù dal nostro prato!). 

gli albori: il cemento

 Quando le giornate s'accorciano e diventano più fredde, durante il dì e dopo cena s'appisola volentieri sulla vecchia brandina del Johnny, il fu arzillo beagle dei miei. Finché, nel giro di pochi giorni, decide di passare al tepore di casa anche le notti. 

la brandina col materassino

 Inizia, così la lunga storia delle cucce del Baldo.
  La brandina dura poco. Il materassino è così piacevole, che il Baldo se lo mangia per merenda. E quando balza al suono del citofono (almeno una volta al giorno), la brandina lascia solchi sul parquet. Archiviata (ora in uso per i sonnellini in giardino).
 Un giorno torniamo a casa con un cuscinone beige, in tinta col manto di Baldo. Sembra resistente e a prova di raptus famelici: è foderato di un materiale tecnico che promette bene. Il Baldo non apprezza, per una settimana preferisce la moquette del pianerottolo e s'aggira con sguardo disperato da senzaletto. Una settimana, dopo di che lo troviamo slasagnato felice e beato sul nuovo giaciglio. Ogni tanto scivola giù, ma a quanto pare riesce a dormire lo stesso. Ci accorgiamo, però, che il tessuto tecnico e il manto del canide, per quanto in tinta, assieme generano un odore infernale. Resistente a ogni lavaggio.

il cuscinone beige - fronte
il cuscinone beige - retro
 Il cuscinone dura poco. Lo spostiamo in cortile, all'interno della cuccia in stile Snoopy per render più confortevole il sonno in attesa del nostro rientro (quelle rare sere di vita sociale). Grosso errore. Una sera al nostro rientro troviamo il cuscinone a brandelli. Archiviato.
 Ci riproviamo con un altro cuscinone, verde e turchese, in misto cotone. Questo pare buono: non tanfa, non graffia il pavimento, è ampio abbastanza da permettere al Baldo di rovesciarsi in tutta la sua lunghezza. Bene. Peccato sembra fatto di un pezzo d'ambra: i peli rimangono attaccati, nemmeno il Dyson più agguerrito riesce ad aspirarli. E peccato che col tempo da gonfio e soffice si trasformi in sottiletta.

la sottiletta

La sottiletta dura poco. I tonfi del Baldo quando vi si lascia cadere, sono inequivocabili: è ora di cambiare cuccia. La spostiamo in lavanderia, in attesa d'esser lavata e destinata ad altro. Archiviata.
 Mi guardo attorno, scruto nelle case altrui, pongo domande a non finire, finché, determinati, andiamo alla conquista della cuccia perfetta. Sugli scaffali del negozio ci sono brandine con rete rinforzata, brandine con elastici, materassini tartan, cuscinoni rigonfi, morbidi e soffici (ma già sappiamo), cesti di plastica, cesti di gommapiuma... aiuto.
 Alla fine la troviamo: quasi quadrata, piccola, imbottita, con le spondine larghe e morbide come i braccioli di un divano, rivestita di materiale tecnico traspirante, lavabile a 30°, antipelo, color cioccolato. Una cuccia coi fiocchi!
 La portiamo a casa e Baldo l'annusa felice - profuma di cibo. Ma quando è l'ora della nanna, la disdegna. Lo sguardo è sempre quello: disperato da senzaletto. Questa volta, però, dura poco: con un bel plaid caldo, all'improvviso non sembra più così scomoda. Ci sale, gira su se stesso tre-quattro volte, trova l'angolo migliore, si accoccola, tira la coda vicino al naso... E s'addormenta di botto.
 E continua a ronfare quasi ininterrottamente, si alza solo per la pappa e le due uscite obbligate quotidiane.
 Il canide e la cuccia son diventati un tutt'uno: un biscotto al cioccolato.

la cuccia coi fiocchi

(-22; determinazione: cocciuta; umore: buono; sorriso del giorno: ricomincia tai-chi!)

lunedì 6 gennaio 2014

A spasso nel tempo a ritmo di danza

Caro Diario,
 che gran giornata oggi!
 Infinita, lunghissima e densa d'emozioni: nervosismo, ansia, sollievo, contentezza, risolutezza, nostalgia, tristezza, allegria, spensieratezza, amore. Tutto in un unico e magico giorno.
 Sul tardi nel pomeriggio mi dedico allo studio (sì, sempre lui): separa, dividi, unisci, inserisci, scarta, butta, ricicla, pensa, pensa, pensa e medita! Sposta, prova, inchioda, spolvera, accarezza, appendi, rimira! Medita, medita! Raccogli, straccia, ritira, etichetta! Stacca e attacca, alza e abbassa! Avanti così, per alcune mezz'ore, in mezzo a fogli di carta che parlan di lavoro, economia, turismo, archeologia, storia, arte, legislazione, politica, arredamento, organizzazione, cucina, crochet, moto - la mia vita.
 Immersa nei ricordi in formato A4, m'imbatto in un foglietto ripiegato. Appena lo leggo, mi risucchia indietro di quattro anni, in uno dei periodi più belli della mia vita: è la poesia scritta da un caro amico, la promessa di non perderci di vista, di continuare a divertirci assieme. Sarebbe stato bello. Per scacciare la malinconia, il marito accende la musica e trasforma lo studio in una discoteca anni Ottanta. Balliamo, cantiamo, ridiamo, finché il Baldo con sussiego ci ricorda che è ora di cena. Per favore spegnete la musica e datemi la pappa!
 Ora mi sento un poco stanca. Inevitabile, se si passeggia nel passato e si balla come un derviscio danzante. Yep.


(-25; determinazione: alle stelle; umore: multicolor; sorriso del giorno: ritrovare un amico e ballare come una ragazzina)

giovedì 2 gennaio 2014

# 6

Caro Diario,
 non fare lo gnorri, ti tocca.
 Ti tocca ascoltarmi mentre racconto (1) il Punto Della Situazione e (2) il Nuovo Piano D'Attacco.
 (1) Vediamo un po': quante righe posso tirare sulla mia luuunga lista delle cose da fare per organizzare lo studio? Ehm, due su otto: scatoloni svuotati & materiale smistato (celo), contenitori etichettati (celo). Non male...
 (2) Ho intenzione di terminare le altre sei questa mezza settimana. Dici che sono solo illusioni? Mi sa che hai ragione, ma, in ogni caso, ci proverò: ho fretta di iniziare e terminare il nuovo obiettivo del mese, cioè organizzare i cassettoni del sottoscala. Non per altro, voglio metter presto mano alla terza voce della lista: riorganizzare la credenza in cucina! Ho una passione profonda ed estrema per cassetti, stipetti, mobili, dispense e pensili della cucina - ognuno ha le sue fisse.


 Ho un altro Punto Della Situazione e un altro Nuovo Piano D'Attacco da raccontarti:
 (1bis) a mezzanotte tra 2013 e 2014 desideri espressi e promesse fatte!
 (2bis) Capodanno di riposo, affetti e divertimento: inizio assai positivo.

baciuz rossissimo

(-29; determinazione: appesantita; umore: pacioso; conquista del giorno: penniche su penniche su penniche su penniche)
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