martedì 31 dicembre 2013

Un mese di libri

Caro Diario,
 sul mio comodino c'è una pila di libri letti in questo mese:


Le ali della sfinge e La pista di sabbia di Andrea Camilleri
L'isola di Victoria Hilsop
Morale e belle ragazze di Alexander McCall Smith
Il club dei filosofi dilettanti sempre di Alexander McCall Smith
Libri e amori a Los Angeles di Jennifer Kaufman e Karen Mack
L'enigma del solitario di Jostein Gaarder
Il teorema del pappagallo di  Denis Guedj
 Arrivo da un'estate e un autunno di immersione totale nei gialli di Agatha Christie e di Danila Comastri Montanari, disperata mi aggiro tra gli scaffali della libreria in cerca di libri già letti ma in parte dimenticati.
 Inizio con due gialli d.o.c., sfarfallo in un romanzo che parla di amore in ogni sua forma, sguazzo di nuovo in due gialli leggiadri, ritento con un romanzo d'amore (ma proprio non ce la faccio, mi pare così difficile da leggere, da seguire, così pieno di frasi inutili e fastidiose: lo mollo lì dopo tre o quattro capitoli), mi tuffo in un libro dimenticato ma tanto bello e filosofico con gusto, concludo con un giallo matematico.
 Quale mi piace di più? L'isola è molto coinvolgente, ma la storia della matematica raccontata dal signor Ruche ne Il teorema del pappagallo mi fa venir voglia di prendere carta e matita e lasciarmi andare ai calcoli algebrici. Peccato stia finendo. Ma ho già pronta una pila di nuovi libri da scoprire. Urrah!

 A proposito di novità, mio caro Diario: buon 2014!

(0; determinazione: discreta; umore: roseo; conquista del giorno: due borse di nuovi libri)

lunedì 30 dicembre 2013

Fallimento o successo?

Caro Diario,
 una sola domanda: ma dove va a finire il tempo?
 Ho ancora (ancora?!) due giorni per portare a termine l'obiettivo del primo mese, ma non so se:
  1. essere sincera all'inverosimile e ammettere il mio fallimento
  2. fare la splendida ed essere entusiasta del mio successo.
 Ma se la virtù sta nel mezzo, allora ti dirò: sono contentissima di essere riuscita a dividere tutte le cianfrusaglie per argomento, aver buttato via quelle inutili e aver archiviato quelle utili. Sono contentissima di aver etichettato ogni scatola/scatolone/raccoglitore e trovato un posto per ciascuno di loro. Sono contentissima di aver archiviato anche il materiale da lavoro negli scatoloni che prima contenevano le cianfrusaglie.


 Sono meno contenta di non aver riposto alcune cianfrusaglie (quelle col punto di domanda), di non aver trovato la poltrona giusta, di non aver cucito la tendina, di non aver appeso i quadri. Sono meno contenta di non aver finito in tempo - dubito che nelle prossime trentasei ore riuscirò a fare molto di più. Ma sono contenta di esserci quasi riuscita.

(-1; determinazione: distratta; umore: roseo; conquista del giorno: aggredito anche l'ultimo scatolone)

venerdì 27 dicembre 2013

Studio: lavori (molto) in corso

Caro Diario,
 tic-tac, tic-tac...
 Il tempo passa, rimangono pochi giorni per mantanere il mio impegno di riorganizzare e abbellire lo studio. Posso farcela.
 Oggi sono alle prese con gli ultimi scatoloni: ne libero uno e subito lo trasformo in cestino getta carte (quante!), ne libero un altro e lo riutilizzo come contenitore per la carta da riciclare (lo sai che ho un debole per la cartapesta? prima o poi...), un altro ancora e lo lascio vuoto solo per il piacere di saperlo vuoto. 
 Intanto riempio le scatole: di pieghevoli e cartine turistiche, di informazioni, iniziative, piante di siti e musei d'archeologia. 
 Sono abbastanza soddisfatta, anche se non so come di carta ce n'è sempre troppa. A volte mi sembra di organizzare solo grandi flussi migratori da un continente all'altro, da uno scaffale all'altro, da uno scatolone a un raccoglietore.
 Il risultato a fine giornata è spaventoso: scatole ovunque, scatoloni tra i piedi, fogli di carta riciclabili come tappeto, lacrime sparse e mani dai polpastrelli neri che più neri non si può. 
 Doccia, pizza, nanna e domani è un altro giorno. Di lavoro, yes.

(-4; determinazione: adamantina; umore: scorbutico; conquista del giorno: fuori altri tre scatoloni)

martedì 24 dicembre 2013

# 5

Caro Diario,
 mi sto godendo la pace di questa fine giornata.
 Tra un po' riempirò la vasca di schiuma profumata e mi regalerò un bagno caldissimo per rilassare i muscoli e i pensieri. Sto pensando troppo in questi ultimi giorni, pensieri nuovi, scoppiettanti e divertenti. Li conservo scritti in un quadernetto, per non perderli.
 Mentre il mondo là fuori gira vorticoso a una velocità più che raddoppiata, e le cucine diventan fucine di cibo delizioso e pacchetti colorati, e la gente si scambia frenetici auguri e gioiosi regali (o viceversa), qui, in casa, si respira tranquillità e pace. 
 Piccole cose fatte con piacere nel silenzio beato:  un lavoro da finire, un pensiero da acchiappare al volo, una carezza al Baldo, un sonnellino pomeridiano, le chiacchiere col marito di fronte a una tazza di tè, un obiettivo da raggiungere. Mai sentito così tanta serenità in questo periodo dell'anno come ora.
 Lo prendo come un buon segno. Intanto, approfitterò del black out dei prossimi giorni per dedicarmi ai miei progetti, con calma e tranquillità: il mese sta finendo, rimane solo una manciatina di giorni per raggiungere l'obiettivo del mese e spuntare la prima voce della lunga lista.

foto dal web (autore sconosciuto) e definizione da Wikipedia

(-7; determinazione: scintillante; umore: roseo; conquista del giorno: serenità)

sabato 21 dicembre 2013

Il club rosa delle prime donne

Caro Diario, 
 ti va di fare un salto indietro fino a ieri sera?
 E' una serata speciale, perché esco a cena per festeggiare il mio (fu) compleanno con due fanciulle che conosco fin dalla nascita. L'occasione è ghiotta, quindi penso bene di fondare il club rosa delle prime donne.
 E' un club particolare, a cui possono iscriversi solo le donne che hanno un primato: per esempio arrivare sempre per prima a tagliare certi traguardi anagrafici (volente o nolente), essere la prima a indossare gli occhiali per vedere da vicino, oppure compiere per la prima volta quarant'anni. Il tutto fatto con molto stile, la battuta pronta e una grassa risata. 
 

 Unico requisito: vivere la vita in rosa, ovvio! E accorgersi che:

il bicchiere è sempre mezzo pieno (anche quando son rimaste poche gocce),
le piccole cose illuminano sempre la giornata (anche quando la giornata è buia e tempestosa),
non tutto il male vien per nuocere (il mio detto preferito),
c'è sempre un Piano B, e di solito funziona meglio.
(-10; determinazione: allegra; umore: roseo; conquista del giorno: club rosa delle prime donne

venerdì 20 dicembre 2013

Chez moi #25: liquore di liquirizia

Caro Diario,
 sono in vacanza!
 Quattro giorni piovuti giù all'improvviso, in cui dedicarmi a qualsiasi cosa (anche al nulla più assoluto) che non sia lavoro. Ahhh, beatitudine!
 Quindi mi ricordo di un vecchio progettino che mi frulla in testa da giorni, forse mesi: sperimentare il liquore di liquirizia. Assaggiato l'anno scorso, preparato dalle mani sapienti di un'amica e gustato fino all'ultima goccia. Adoro i liquori, adoro la liquirizia: direi che ho trovato il mio elisir di felicità.
 E così recupero il pentolino per la cottura a bagnomaria (comprato più di un anno fa, quando già mi vedevo la guru della cioccolata calda fatta a mano), il sacchettino di liquirizia pura (acquistato due settimane fa in un raro lampo di memoria) e la mezza bottiglia di alcool etilico 95° (mio caro amico). Inizio:
  1. Riempio una pentola d'acqua e aspetto che l'acqua bolla.
  2. Appoggio sulla pentola il pentolino sospeso, vi verso metà acqua e la liquirizia e lascio sciogliere a bagnomaria, mescolando bene*.
  3. Sciolta la liquirizia, verso il liquido nero in un pentolino e lascio raffreddare.
  4. In una padella sciolgo a fuoco lento lo zucchero e l'altra metà dell'acqua, finché non si trasformano in sciroppo. Poi lascio raffreddare.
  5. Quando sciroppo e liquido nero son ben freddi, li verso in un barattolo di vetro a chiusura ermetica e aggiungo l'alcool. Mescolo vigorosamente e lascio riposare in un posto asciutto e buio**.
  6. Dopo tre giorni è pronto da bere. Yessa!



* Acc. Non pensavo che la liquirizia fosse così tosta da sciogliere. I minuti previsti dalla ricetta sono decisamente inferiori rispetto ai minuti reali. E quando mi sembra sciolta del tutto, mentre verso nel pentolino per far raffreddare il liquido nero, mi accorgo che qualche pezzo di liquirizia è rimasto sul fondo, resistente a qualsiasi temperatura e tortura. Provo a convincerla con un bagnetto in poca acqua, ma nulla: catrame era e catrame resta.
** Finalmente posso sfruttare la mia super dispensa del sottoscala per conservare al buio e all'asciutto i miei intrugli! Gran soddisfazione.

 Sabato, domenica... lunedì sera assaggio e poi, mio caro Diario, ti dico com'è. Prosit.

(-11; determinazione: spontanea, ma a intermittenza; umore: multisfaccettato; conquista del giorno: vacanza!)

domenica 15 dicembre 2013

Domenica!

Caro Diario,
 ci sto prendendo gusto.
 Questa è la terza domenica di fila che riesco ad assaporare fino in fondo: sveglia tardi senza pensieri turbinosi, qualche lavoretto in casa, un riposino, tante chiacchiere rilassate e passeggiata sul lago tutti assieme (io, il marito e il Baldo) nel pomeriggio. E mentre l'indomabile canide insegue le cagnoline, sbava d'amore, attacca briga con ipotetici avversari, riesco pure a godermi quel che mi circonda:

il tramonto sull'acqua 


la luna che si specchia vanitosa


la rocca gemella 


l'albero degli ululati


 I ringhi del Baldo mi riportano alla realtà: sventiamo un tentativo di rissa tra cani, dribbliamo un sanbernardo, un pitt bull, un enorme terranova che pare un peluche da fiera, un congresso di husky festanti, Otto il bassotto dai canini d'acciaio, una coppia di labrador dispettosi e il malefico cane delle tenebre a cui piacciono molto gli attentati e i colpi apoplettici (altrui). E ce la facciamo, torniamo a casa stanchi ma soddisfatti. Ancora qualche ora di dolce relax e poi tutti a dormire.
 Che bella, la domenica!

(-10; determinazione: ottima; umore: ottimo; conquista del giorno: passeggiata sul lago)

martedì 10 dicembre 2013

# 3

Caro Diario,
 un'altra buona domenica.
 Ci sto prendendo gusto. Di domenica accade di tutto: ci riposiamo, curiamo la casa (altri spostamenti di mobili, sì!), chiacchieriamo, ridiamo, facciamo progetti. E verso sera usciamo col Baldo. 
 Sul lago fa freddo. La stessa nebbia del mattino, sparita col sole, ritorna di soppiatto di sera, ghiacciata, appiccicosa e trasparente. S'infila tra le maglie del cappello, mi brucia nelle orecchie, prova a tirarmi per il cappotto. Pussa via!
 Poi capito in un posto, dove mi tocca aspettare per qualche minuto senza far nulla. C'è una tivù appesa alla parete di fronte, seguo senza interesse, finché non inizia una canzone. Che mi rapisce totalmente. 

 Si può cambiare solo se stessi, sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione
 Bing. Ho trovato la mia canzone da SQ (Splendida Quarantenne)*. Se senti urla stonate e vigorose a ogni ora del giorno, mio caro Diario, non allarmarti: sono io che canto.

(-20; determinazione: a intermittenza; umore: sereno; conquiste: la mia canzone da SQ)
* E' un caso che Albachiara sia la "mia" canzone da fanciulla?

mercoledì 4 dicembre 2013

Raptus

Caro Diario,
 oggi è mercoledì, ma voglio parlarti di domenica.
 Quella appena passata è una domenica piena di brio, di quelle che (finora) sono più uniche che rare. Ma per raccontarti di domenica, devo fare un passo indietro di una settimana, fino ad arrivare a mercoledì scorso.
 Mercoledì scorso sono in città, in compagnia di un gruppetto di fantastiche fanciulle (ma questa è un'altra storia). Entriamo in un negozio - devo prendere solo un oggetto, giuro -, ma subito dietro l'angolo vedo davanti a me un piccolo tavolo-vassoio. Color latte e menta. Che mi guarda con occhi languidi. 
 Blink. Sarebbe perfetto per il mio divano... Ne sto cercando uno così da tanto tempo... Pensa che forte servire gli aperitivi sul tavolino-vassoio... Eccetera eccetera alla velocità del fulmine. O meglio, alla velocità dei pensieri di una donna che vuole fortissimamente vuole una cosa al di là di ogni ragionevole obiezione.
 E così mi ritrovo a passeggiare in città, in compagnia di un gruppetto di fantastiche fanciulle; a prender posto su un treno; a saltellare dal freddo sulla banchina della stazione; a prender posto su un altro treno; a guidare fino a casa, con il mio nuovo fiammante tavolino-vassoio accanto.
 Che rimane impacchettato ancora per qualche giorno. 
 Domenica è una giornata speciale: colazione sfiziosa, chiacchiere e progetti, spostamento di mobili* (fantastico sport), pranzo goloso, riposino rigenerante, giretto per negozi, serata rilassante con altre chiacchiere piacevoli. Ah, da metterci la firma!
 Il risultato di questa giornata - oltre a un senso di gioioso tepore:

Foto pessima. Colpa del telefono (ehm).

* Per spostamento di mobili s'intende: svuotare due panche accostate ai divani, riporre/buttare le montagne di cianfrusaglie stratificate nelle e sulle panche, trasferire le panche pulite, vuote e leggere in altro loco (ma questa è un'altra storia), pulire angoli nascosti e dimenticati del soggiorno, posizionare il nuovo tavolino-vassoio.
(-27; determinazione: offuscata dai dolci ricordi di mercoledì scorso; umore: offuscato da altro)

lunedì 2 dicembre 2013

# 2

Caro Diario,
 ritorno all'attacco.
 Per un momento fugace accarezzo l'idea di fingere che il nostro patto non sia più valido. Di saltellare leggera da un giorno all'altro senza meta precisa. Senza progetti. Senza punti della situazione, né piani d'attacco. Senza nemmeno obiettivi a breve termine. Solo saltellii e balzelli leggiadri. Giammai.
 Dopo un anno so che per una come me - disordinata fin nel midollo, pigra all'inverosimile, meditatrice all'estremo (e allo stremo) - un anno è un concetto oscuro e una settimana un lasso di tempo molto labile. Soffro di una strana malattia: l'incapacità cronica di percepire il tempo che scorre. 
 Poco importa, devo e voglio andare avanti: entro la fine di questo mese voglio e devo finire il mio studio - è lui stesso a supplicarmi. Cose da fare? Molte, alcune noiose e polverose, altre semplici e immediate, altre ancora da decidere. Tanto per gradire:
  1. dividere il materiale degli ultimi scatoloni (non scrivo quanti, perché mi vien da piangere), imbustarlo, inserirlo nei contenitori giusti - cosa noiosa e polverosa
  2. etichettare i contenitori - cosa semplice e immediata
  3. suddividere la cancelleria nei cassetti - cosa da decidere
  4. appendere quadri - cosa noiosa e polverosa
  5. aggiungere la tendina - cosa da decidere
  6. preparare l'ufficio-vassoio - cosa semplice e immediata
  7. aggiungere una luce vicino al computer - cosa semplice e immediata
  8. trovare una comoda poltrona da ufficio - cosa da decidere
 Come immagino il mio studio? Una grande scrivania di legno, pareti foderate di librerie zeppe di libri, pile di volumi sparsi ovunque, sulla scrivania, sulle sedie, sul pavimento; un'accogliente bergère su cui lavorare comodamente, una luce soffusa lì accanto. Magari anche un divanetto con un tavolino per il tè delle cinque, una piccola stufa a riscaldare il freddo invernale e una grande portafinestra sul giardino fiorito.

Libreria di Nigella Lawson. House and Garden 2010

Cascasse il mondo, entro il trentuno di questo mese devo raggiungere il mio obiettivo, nonostante gli impegni, gli imprevisti e gli scioperi: il Nuovo Piano D'Attacco è riorganizzare lo studio. Punto.
 Poi potrò iniziare a viverlo e a impilare libri ovunque. Ops!

(-29; determinazione: buona; umore: combattivo; obiettivo del mese: riorganizzare lo studio)
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