Caro Diario,
il momento più poetico è il mattino tra le quattro e le sei, quando partecipo a un concerto dal letto.
Si svegliano e fanno le prove, in ordine sparso, sovrapponendosi, senza tregua. Appena pronti, inizia l'assolo, cui segue un duetto, cui corrisponde il coro e di nuovo l'assolo con i coristi in sordina.
Fischi, trilli, allunghi, tremolii, vibrati, gorgheggi... Cantano come ricami, le note che disegnano spartiti nel cielo, il cielo che pian piano da blu diventa azzurro-grigio, e poi via via sempre più chiaro...
Me ne sto a letto, gli occhi chiusi, e seguo il loro canto. Cullata da questa bellezza, ogni giorno diversa, smetto di pensare.
Gli uccelli là fuori, nel silenzio totale, colorano gli inizi di questi giorni sempre uguali.
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