mercoledì 13 maggio 2020

Paesaggi

Caro Diario,
  com'è il tuo paesaggio uditivo?
 
  Te lo chiedo perché ormai il paesaggio visivo è obsoleto. Se non vuoi dar di matto, meglio non pensare all'orizzonte di casa sempre uguale a se stesso, immobile, statico. Certo, cambia la luce – da fredda diventa calda, con mani lunghe che illuminano anche gli angoli bui, e poi di nuovo fredda –, cambiano i colori – più verde delle foglie e più rossi, lilla, gialli, rosa, bianchi dei fiori che sbocciano imperterriti – ma nulla più.

  Mi concentro invece sul paesaggio uditivo: gli uccelli che cantano; il vento sulle persiane sganciate; la musica dalle finestre aperte dei vicini; rari scampanellii; qualche sirena d'ambulanza. Se sono fortunata le voci dei bambini mentre giocano, qualche parola urlata a distanza dai balconi, forse qualche risata timida e discreta.

  Il mio paesaggio uditivo comprende anche la lavatrice di notte, la lavastoviglie di sera, il forno di giorno, lo spruzzino di igienizzante a ogni ora e l'acqua che scroscia sulle mani, spesso.
  La Flora che abbaia ai gatti, il Baldo che abbaia al citofono, il cuore che corre più o meno forte, il respiro che va con regolarità, il trapano che buca, l'aspirapolvere che pulisce, la tivù che distrae.

  Il mondo là fuori corre, noi qua dentro rimaniamo fermi.

sorrisoa365giorni paesaggi uditivi

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