mercoledì 12 febbraio 2014

Uncinetto e Ago: io, lui e il robot

Caro Diario,
 abbiamo un robot in casa.
 Non cucina, non stira, non spolvera, non fa di conto, né gioca col Baldo: induce dolci sonni e accompagna sonnellini domenicali.

 
 La sua storia è lunga, risale all'ottobre scorso quando, passeggiando ad Abilmente, incontro un oggetto bellissimo: una borsetta di lana rossa decorata da una rosa. "Com'è fatta?" chiedo alle due donne esperte con cui mi accompagno. "Uncinetto tunisino, ricamo a punto croce" rispondono all'unisono.
 L'informazione si sedimenta. Ogni tanto quell'immagine mi appare sul retro delle palpebre.
 Qualche settimana più tardi, cercando un gomitolo grigio in una borsa dimenticata, salta fuori un aggeggio strano di plastica azzurra, un ibrido tra uncinetto e ferro da maglia. Sorge un sospetto, controllo su internet e... non ci credo, ho un uncinetto tunisino in casa! Abbandono la ricerca del gomitolo grigio e afferro al volo il tunisino e una lana verde ottanio (che da tempo giace speranzosa), trovo i punti base su vecchi libri e sul web e inizio. 
 Mai lavorato con l'uncinetto tunisino. Ma mi applico: andata e ritorno, con un movimento simile al lavoro a maglia e più scomodo del colpo di polso dell'uncinetto classico. Faccio quasi fatica, ma ci do dentro perché voglio vederne il risultato - forse ci do un po' troppo dentro: tendinite al pollice (no comment). Il tessuto ottenuto è molto bello, i punti son regolari e compatti, se ne vede quasi la trama e l'ordito come fosse un tappeto. 
 Tre mesi e troppi impegni dopo, finisco: piego a metà il rettangolone ottenuto e cerco un ricamo adatto.
 Mai ricamato a punto croce. Ma mi applico: traduco uno schema fantasma in quadratini e crocette, faccio conti per centrare il disegno al cuscino, rifaccio i conti perché ho sbagliato e provo. Impiego un po' a capire dove infilare con esattezza l'ago per ottenere crocette grandi uguali, faccio e disfo almeno due volte, m'ingarbuglio le dita, il lavoro e le gambe.
 Un giorno e mezzo dopo, finisco: unisco i lati con un bordo a maglia bassa, infilo l'imbottitura... et voilà!


Il marito è contento (il cuscino è per lui), io così così. Mi piace l'effetto finale, ma per nulla lavorare con l'uncinetto tunisino. Passerà un po' di tempo prima di riprenderlo in mano. Non troppo, però: voglio quella borsetta! 

(-16; determinazione: buona; umore: luminoso; sorriso del giorno: robot!)

19 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie, Moni! Alla fine non era un robot da cucina ;-)

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  2. Ecco cos'era il fermento attorno al fantomatico robot dell'altro giorno! E' troppo carino Ale, brava! Poi a me il color ottanio piace un sacco :)

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    1. Grazie, Lallabel! E' un tipo simpatico ;-) Anche a me l'ottanio è sempre piaciuto tanto.

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  3. Carinissimo!! E piacerebbe anche al mio, di marito!! Scelta colori: perfetta!

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  4. Il risultato è davvero super! Ma la coperta che si vede nella foto l'hai fatta tu?
    Complimenti per la nuova grafica del blog: mi piace molto (soprattutto il nuovo font dei post!). Luana

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    1. Grazie, Lu! La coperta sullo sfondo è stato il mio primo lavoro a uncinetto, come si può notare dalla cucitura labile delle piastrelline. Medito di rifarla, disfarla, unirla a un'altra... insomma, medito ;-)
      P.S. il font di prima mi ha talmente stancata che non riesco più a sopportarlo nemmeno in giro nel web :-D

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  5. ma ci credo che ci vogliono mesi per dei progetti così... 2 tecniche nuove, ma risultato perfetto!!

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