martedì 5 marzo 2013

Lavori in corso: il sottoscala

Caro Diario,
 tempus fugit, dicevano gli antichi.
 E avevano ragione. Ma noi ci stiamo allenando per esser più veloci. Inizia, infatti, una nuova settimana, anzi: La Settimana. Sette giorni di intenso lavoro per rendere concreto un concetto astratto, ovvero il famoso progetto del sottoscala, che dovrebbe accogliere una dispensa e un (altro) mini ripostiglio. Un'idea galleggiante nella sua bolla iperuranica, che dopo sei anni si trasforma in realtà tangibile, apribile, scorrevole, stoccabile. Esso sarà il fulcro di tutta la casa, l'asse su cui ruoterà in equilibrio la nostra esistenza.
 Vorrei raccontarti la sua storia.
 Nel lontano 2007, nel mese di marzo, approdiamo per caso in una casa semi abbandonata. Entriamo nelle prime due stanze e gli occhi si riempiono delle volte in mattoni rossi; saliamo le scale esterne, attraversiamo le camere da letto, ci affacciamo al balconcino e gli occhi si beano del giardino lì sotto. Basta questo, per innamorarmene. "La voglio", dico al marito. "Parliamone", risponde lui.
 Sei mesi più tardi la casa è nostra. E' da ristrutturare, su due piani , lontana dalla stazione e dal lago, ma io continuo ad avere la stessa visione della prima volta in cui sono entrata: in cucina vedo me stessa preparar marmellate col grembiule annodato sui fianchi, nell'ora in cui il sole al tramonto colora d'arancio ogni cosa. Nella mia testa la casa è finita, le stanze arredate, le porte spostate, la scala costruita e il sottoscala organizzato per accogliere i vasetti di marmellata. "La voglio così", dico al marito. "Parliamone", risponde lui, preoccupato.
 Sei anni dopo la casa è quasi finita, le stanze quasi arredate, la scala ancora di cemento (orrore orrore) e il sottoscala invaso dagli ultimi scatoloni del trasloco e dal ciarpame accumulato nel tempo. La lista delle cose da fare invece d'accorciarsi s'allunga, ma inesorabile prendo penna e quaderno e inizio a disegnare. "E' giunto il momento", dico al marito. "Parliamone", risponde lui, con le spalle al muro.
 Ora il marito tace, o meglio: borbotta formule magiche per ottenere tagli dritti e incastri perfetti. E taccio anch'io, sono in apnea: riprenderò a respirare alla fine di questa settimana, quando avrò il mio agognato sottoscala.


(-293; determinazione: alta; umore: agrumato; obiettivo: sottoscala; risultato: in fieri)

18 commenti:

  1. Già me lo immagino, ma so che il risultato andrà al di là della mia immaginazione!!!

    RispondiElimina
  2. Ale, si vede già così che sarà strepitosa!!! Buon lavoro...non vedo l'ora di vedere il seguito!!!

    RispondiElimina
  3. già montato lo scaffale... ah, però!!!!

    RispondiElimina
  4. Supera anche ogni mia immaginazione! Troppo contenta :-) Il marito sì, che è bravo a mantenere i suoi propositi (però non fa il letto al mattino, tiè!)

    RispondiElimina
  5. Attendiamo sviluppi.. per il momento sembra molto promettente ;)

    RispondiElimina
  6. Io seguo sempre le tue peripezie con moooolto interesse.... e mi sembra tutto molto promettente :-)

    RispondiElimina
  7. bello bello bello! per l'ultimo triangolo a destra, ti ricordo il cassettone scorrevole, lo sfrutti fino all'ultimo millimetro! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Simo, l'ultimo e quello centrale saranno proprio due cassettoni. Il marito sta definendo gli ultimi dettagli ;-)

      Elimina
  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  9. ho sognato leggendo le tue parole.... non vedo l'ora di vedere il risultato finale!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà se ci saranno anche le marmellate fo-da-me??

      Elimina
  10. Bhe dai, almeno il tuo progetto è avviato, il mio invece (rimettere apposto la cantina) è ancora in alto mare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Casa nostra è un cantiere aperto, c'è sempre un progetto avviato! Facciamo concorrenza al Duomo ;-)

      Elimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...