mercoledì 12 dicembre 2012

In gita

Caro Diario,
 oggi sono in gita a Torino - non propriamente di piacere.
 Dalla stazione percorro i portici lungo viale Vittorio Emanuele II, dalla parte dei numeri pari, fino a raggiungere il tribunale. E qui respiro subito aria di intelligenza forense: avvocati, praticanti, studenti, tutti belli e splendenti nei loro vestiti eleganti, perfetti pure nel taglio di capelli, nella scelta del profumo e nel tono di voce.
 Il tribunale di Torino assomiglia a un labirinto di giurisprudenti, scintillante sotto il sole e il cielo terso e ghiacciato: vivono in un mondo parallelo al mio, ma distante anni luce.
 Va bene. Entro e chiedo al signore delle informazioni dove mi devo dirigere (scala A, terzo piano), appoggio la borsa sul nastro dei raggi X e passo attraverso il metal detector. Sono piacevolmente impressionata, mi sto divertendo.
 Una volta trovato il posto giusto (piano terra, ingresso 3, aula 9), cerco di ambientarmi. Pian piano si riempie di gente e presto capisco che quelli che chiacchierano amabilmente, ridono e sanno come e dove spostarsi sono avvocati; quelli che si guardano attorno con aria d'attesa e un punto esclamativo impiantato in testa sono "in proprio". Chi sa cosa fare sciama per l'aula con l'istinto del branco e nel giro di tre quarti d'ora si dilegua, già diretto verso altre udienze. Sempre chiacchierando amabilmente.
 Quando è il mio turno, mi meraviglio della velocità. Esco dal labirinto e torno nel mondo normale; assaporo finalmente la gioia di essere in città e percorro la strada a ritroso col sorriso: mi sento leggera.

andata...




... e ritorno

 Tredici ore dopo essere uscita, ritorno a casa: il marito m'abbraccia, il Baldo mi fa le feste e io, finalmente, mi rilasso.

(-347; determinazione: congelata; umore: azzurro cielo; obiettivo: divertirmi; risultato: ottenuto)

2 commenti:

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