mercoledì 4 marzo 2020

Tra i prosciutti mi perdo


Caro Diario,

  è l’ora di pranzo, è sabato e sono al supermercato. 

Guido un carrello inaspettatamente docile e paziente, schivo altri carrellisti, intreccio trama e ordito con quattro di loro (un signore dai capelli tinti, una ragazza coi rasta medusiaci, una coppia ancora innamorata), depenno la lista della spesa, compio evoluzioni da pattinatrice tra corsie, impertinenti scalette di metallo e scelte abbastanza ponderate. Mi sto quasi divertendo.

Quando ormai non sento più echi di fame, approdo al bancone della gastronomia. 
  E senza nemmeno accorgermene, divento solo naso, narici che fremono e seguono estasiate quei meravigliosi profumi di prosciutto. File di prosciutti di Parma e Ferrarini che dall’alto spandono le loro molecole odorose… Come polvere d’oro che mi avvolge, mi pervade, m’inebria sottilmente e, impolverata, mi perdo nei ricordi passati e in divenire, mi perdo nel colore gustoso, mi perdo nella scia di un prosciutto preso dallo scaffale e appoggiato sull’affettatrice; quell’ansa di profumo scatenato mi prende. 
  Probabilmente mugugno di piacere.

Poi tocca a me e mi do un contegno. Due etti di cotto, per favore.


sorrisoa365giorni diario delle piccole cose

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