ho liquidato una saponetta.
Amo le saponette, se sono profumate e naturali ancor di più. Mi piace scartarle e annusarle, mi piace sentire – lavaggio dopo lavaggio – perdere la loro forma originale, arrotondarsi e assottigliarsi come ostie oblunghe.
Le uso finché delle ostie non rimane che qualche bolla di schiuma. Poi passo a un'altra.
Ma quando un esperimento chiama, non c'è piacere che tenga: ho cambiato stato alla saponetta di latte di giumenta, da solida è diventata liquida. Più che altro assomiglia a uno slimer bianco, direi.
Il procedimento è facile: acqua sei volte il peso della saponetta, la saponetta, una grattugia à la julienne, una pentola adeguata, l'imbuto, contenitori vari.
- Grattugio la saponetta in un piatto.
È stato più facile di quanto immaginassi: credevo che il sapone opponesse resistenza, invece era docile – o forse rassegnato? - Sciolgo le scaglie di sapone nella pentola con 100 gr di acqua e mescolo.
- Alle prime bollicine, aggiungo altra acqua e mescolo [e ripeto finché diventa liquido].
- Quando rimane solo un liquido trasparente con una schiumetta in superficie, immergo il frullatore, frullo e magicamente si monta come le chiare d'uovo!
Sorpresona. - Con l'imbuto riempio di sapone liquido i contenitori a stantuffo e verso quel che rimane nel barattolo di vetro.
Soddisfazione a livelli eccelsi.
Pi-aaa-ceee. La prossima volta, però, aggiungo più acqua...