Caro Diario,
ogni promessa è debito.
Prometto di non comprare libri nuovi a novembre e così fo. È dura, ma resisto. Per non sentire i morsi dell'astinenza, afferro il primo romanzo della saga Maloussène con l'intenzione di leggere tutti i sei libri, dal primo all'ultimo giorno di novembre.
Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Maloussène, Ultime notizie dalla famiglia, La passione secondo Thérèse di Daniel Pennac
È da un po' che non torno a Belleville a trovare Benjamin Maloussène e la sua tribù. Questa volta, come ogni volta, mi affido completamente alle parole dell'autore e m'immergo nei romanzi.
Ammetto di conoscere Danniel Pennac soprattutto grazie a questi libri. Ma tanto mi basta. Scrive con un pennello di martora e colori, disegna fumetti che si trasformano in cartoni animati e film. Dipinge con parole i pensieri, i dialoghi, gli avvenimenti folli, e mentre leggo mi trovo al cinema o a teatro o a Parigi e vedo scorrere in immagini vivide le frasi che scrive. Sento i pensieri dei personaggi come fossero miei.
Leggo, mi beo la costruzione delle frasi e ammiro la sua bravura.
E Benjamin? E la tribù? E le storie? A Benjamin sono affezionata, ma non me ne innamorerei come Julie. Certo rimarrei affascinata dalla tribù: fratelli e sorelle (Thérèse, la mia preferita), la madre e i suoi amori, la famiglia adottiva dei Ben Tayeb, la famiglia del grande magazzino, la famiglia della casa editrice Le Edizioni del Taglione, la famiglia dei poliziotti buoni, la famiglia dell'ospedale. Un'enorme famiglia, solidale e stretta attorno al povero Benjamin, capro espiatorio per lavoro e di fatto.
Un enorme punto di domanda, anzi due: 1) perché di Louna e delle sue gemelle si sa così poco? 2) che cosa ne sarà di Thérèse e dei suoi doni?
Per fortuna l'autore sta per raccontarci nuove storie, venti anni dopo le prime. Io son pronta!
(-349 e tutto va bene)
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