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mercoledì 21 ottobre 2015

Profezie e vendette

Caro Diario,
  chiamani Cassandra.
  Lo predico e s'avvera. Ti sto scrivendo slasagnata sul divano, una coperta di lana sotto, una coperta di lana sopra e mi sento molto besciamella: ho la febbre.
  Da due giorni, ma temo che domani già mi abbandonerà. Un vero peccato.
  Da ammalata posso:
  • fare i capricci
  • aver sempre ragione
  • riposarmi a oltranza
  • mangiar dolci (che fan bene)
  • ricevere mille coccole e attenzioni
  • lamentarmi con cognizione di causa 
  Perché, si sa, l'uomo mal sopporta i suoi malanni: raffreddori che si trasformano magicamente in influenze, influenze che prevedono l'estrema unzione, e via così. Ma, giuro, l'uomo di casa nostra peggio sopporta i miei, di malanni: sbuffo, brontolo, ansimo, sospiro, lacrimo e smoccio (non per merito mio, però), e se non basta svengo. Ho un repertorio ben fornito.
  Ovviamente tutto ciò solo quando egli è presente, altrimenti non vale. Perché non solo me la godo, ma compio pure una buona azione: vendico le donne-infermiere.

Immagine censurata.

(-10; determinazione: fortissima; umore: soddisfatto; sorriso del giorno: c'ho la febbre!)

martedì 13 ottobre 2015

Non so cosa scrivere

Caro Diario,
  Non so cosa scrivere.
  Oggi proprio le parole non arrivano, se ne stanno lì sul fondo del pozzo a sedimentare. Cosa, non lo so.
  Oggi non mi smuove nulla. Qualcosa ci prova, io stessa ci provo. Zerella. 
  Oggi capisco le mie rose, trasferite dal vaso all'aiuola nella calura d'agosto, aggredite da bruchi e pidocchi, sopravvissute all'invadenza del gelsomino, guardate a vista dal nano da giardino. Non fioriscono, e io non scrivo. 
  Mi sveglio senza luce. Apro la persiana e il grigiore antelucano del mattino proietta la mia ombra sulla parete buia. Torno a letto e aspetto un orario piu umano.
  Forse in quel momento, di forte caldo e forte freddo, quel momento di punti interrogativi, in quel momento sospeso tra la notte e il giorno - la notte dentro casa e il giorno fuori nel cielo - forse in quel momento. Ho perso le parole.

(-18; determinazione: umpf; umore: snort; sorriso del giorno)

mercoledì 7 ottobre 2015

Sono lanopatica

Caro Diario,
  sono nervosa.
  Forse non è nemmeno colpa dei pensili che non vogliono pendere da bravi tra i mobili della cucina - devono farcelo sudare, l'accesso alla fase successiva. Acc.
  Forse non è nemmeno colpa del cielo bigio che non vuole accendersi di azzurro e sole e di uno spruzzo di nuvole-panna.
  Forse non è nemmeno colpa del piano terra mascherato da Accampamento Della Disperazione - all'inizio era quasi divertene, molto bohémien, un po' luccicante.
  Forse non è nemmeno colpa del fatto che devo lavorare nell'Accampamento Della Disperazione e che quando "torno a casa" a fine lavoro "torno" nell'Accampamento Della Disperazione.
  Forse no.
  Forse è solo colpa dell'ultimo gomitolo di lana verde lime che ha l'ardire di finire. Puf. Nel bel mezzo di un'onda della nuova coperta autunnale, l'uncinetto aggancia il niente e io rimango così. Come uno stocafisso.
  Bello scherzo. Complimenti. 
  E io come fo, ora, a calmare i nervi?

sorrisoa365giorni-coperta-uncinetto-autunno

  P.S. Qualcuno mi ascolta: oggi splende il sole; esco un paio d'ore a "far la spesa"; trovo ben quattro gomitoli non verde lime ma comunque verde chiaro; se mi vedi sorrido come una matta; ricomincio a uncinettare, hip-hip-urrà.

(-25; determinazione: frustrata celo; umore: nervosetti marameo; sgrunt sorriso del giorno: gomitolo spiritoso stasera si uncinetta!)

lunedì 5 ottobre 2015

La poesia

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Caro Diario,
  un po' mi vergogno.
  Forse non sembra, forse quel che fo e come lo fo fa credere che io sia spavalda, in realtà sono una persona timida. Riservata no (solo con le persone giuste) ma timida sì.
  E questa poesia così intima e sbocciata in un momento di intensità, be', questa poesia non vorrei pubblicarla. Mi vergogno un po'.
  Le mie parole potrebbero sembrare pretenziose, i sentimenti travisati. In realtà esprime solo la felicità di scoprire il nucleo più vivo di me stessa e di riconoscermi in lui.
  Se non fosse per Monila, amica e compagna di bellissime avventure, non avrei mai avuto l'audacia di pubblicarla.
  Nessun video e nessuna musica questa volta: desidero conservare il ricordo di quel giorno di venticinque anni fa. Quando ero ancora giovane e inseguivo dei sogni, che mi avrebbero portata a essere chi sono oggi. Se potessi torrnare indietro, cosa sussurrerei a quella liceale arruffata?


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  Vieni con me a leggere com'è nato il disegno di Monila per questa poesia.
  Passerà un po' di tempo fino al prossimo incontro: abbiamo deciso di sospendere la rubrica Leonardo e di riprenderla col nuovo anno, perché ora siamo impegnate in un progetto più grande e altrettanto coivolgente! Ma torneremo più grintose che mai.

(-26; determinazione: in ripresa; umore: ribelle; sorriso del giorno: svelare un piccolo segreto)

venerdì 2 ottobre 2015

#44 - Il rientro

Caro Diario,
  non mi dire nulla.
  I miei Piani d'Attacco si sciolgono nel caldo di questa estate e rimangono sospesi nella bolla settembrina. Vacanze, mie e del marito, tre settimane di vacanze volontarie e in parte coatte. Difficile tornare alla realtà quotidiana, soprattutto quando è fatta di programmi, scadenze, impegni. 
  Per quanto il lavoro mi diverta, mi diverte di più svegliarmi al mattino e decidere al momento cosa fare della mia giornata. Visitare quel museo o andar per negozi? Curiosare in quella via o passeggiare lungo il fiume? Salire sul primo tram che passa e lasciarmi condurre dove vuole? Riposarmi un paio d'ore?
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  Il Punto Della Situazione è: sono più ricca di un viaggio, di chiacchiere speciali, di tempo per me, di bellezza, di consapevolezza. Sono meno ricca di determinazione, restia a buttarmi di nuovo nel girotondo d'impegni, rallentata dal dolce far tutto per me.
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  Il Nuovo Piano d'attacco è: riuscire a mantenere un sano equilibrio tra la programmazione e l'improvvisazione.

(-29; determinazione: arrugginita; umore: ferroso; sorriso del giorno: domani è sabato!)