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mercoledì 26 ottobre 2016

Lavori in corso: la camera #1

Caro Diario,
  ti racconto un'altra storia.
  Questa è la storia di una povera camera da letto, l'ultima arrivata, l'ultima pensata; si potrebbe dire mai amata. Per anni si accontenta di una parete grigia come unico decoro, vede mobili di ogni genere e provenienza spostarsi lungo le sue pareti e annidarsi negli angoli, per poi scappare via. Un vero crocevia di arredi senza meta fissa. Per anni le persiane rimangono chiuse, anche nelle ore più liete della giornata, forse per pudore, forse per melanconia. Per anni nessun sorriso.
  Col tempo il grigio delle pareti si schiarisce, il freddo del nord ghiaccia il muro, l'infiltrazione dal tetto macchia il soffitto. Bisogna correre ai ripari.

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  Così, sabato scorso si iniziano i lavori: una pulita ai muri e un'asciugata; l'intelaiatura di travetti e l'imbottitura di isolante termico; il rivestimento in perline di legno e la riduzione della nicchia; una mano di impregnante bianco e un'asciugata; altre due mani d'impregnante bianco e altre due asciugate.

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  E la camera è nuova: luminosa, semplice, calda. Per i prossimi anni si prevedono molti sorrisi - e nuovi arredi stanziali.

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(-28; determinazione: luminosa; umore: sorridente; sorriso del giorno: la camera nuova!)

mercoledì 19 ottobre 2016

Il mio regno per una bacchetta magica, diceva. O forse no?

Caro Diario,
  ti piacciono le bacchette magiche?
  Io ne desidero una da anni. Ogni volta che il marito chiede che cosa desidero per il mio compleanno, la mia risposta è: una bacchetta magica!
  Per anni in cima alla lista dei miei desideri c'è sempre lei. Perché, quando ogni aspetto della mia vita si ribalta e le certezze si trasformano in punti di domanda arroncigliati, sento che solo un intervento magico può aiutarmi. "Voglio una bacchetta magica!", urlo a gran voce.
  Ma di bacchette magiche nemmeno l'ombra. Pare siano fuori produzione.

  Poi, col tempo, ogni aspetto della mia vita ritorna in sé e i punti di domanda si spianano in punti esclamativi. Non penso più alla bacchetta magica. Ora in cima alla lista dei miei desideri c'è un paio di orecchini.
  Ma di orecchini nemmeno l'ombra (chissà, magari per il prossimo compleanno?), in compenso mi regalano... una bacchetta magica!
  Eccola: è lunga e sottile, azzurra con la punta nera e, al posto della stellina, ha una piccola gomma. Sul corpo è incisa una frase: "Per scrivere parole di saggezza".
 
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  Ora capisco. La vera magia si trova nella saggezza e la saggezza si trova nella capacità di vivere pienamente la vita e di trarne sempre insegnamento.
  Grazie!

(-35; determinazione: costante; umore: ceruleo; sorriso del giorno: ho la bacchetta magica!; numero di volte che ho scritto: "desidero/desideri": sei; numero di volte che ho scritto "bacchetta magica/bacchette magiche": nove; numero di volta che ho scritto "orecchini": tre - devo rincarare la dose...)

mercoledì 12 ottobre 2016

Un mese di libri. Settembre misterioso

Caro Diario,
  inizio settembre orfana di Miss Marple.
  Puoi immaginare la mia gioia, quando scopro un altro racconto! Ottimo, mi farà sentire meno sola e in balia di scelte-non-scelte.

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  La Follia di Greenshaw di Agatha Christie
  È l'ultimo di sei racconti, raccolti sotto il nome di Il caso del dolce di Natale e altri racconti. Per cinque episodi il protagonista è Poirot, poi, come ciliegina sulla torta ritorna la cinguettante e malpensante Jane. Il libro è come un piccolo dono natalizio da parte dell'autrice ai suoi lettori: settembre non è Natale, ma io me lo gusto con piacere.
  Esistono altri racconti di Miss Marple, purtroppo introvabili da queste parti. Mi lascio sbandare tra uno scaffale e l'altro della libreria, indecisa e insoddisfatta - reazione tipica di quando finisco una serie di libri che mi divertono molto.

  Murder on the Orient Express di Agatha Christie
  Nel dubbio, agguanto un altro suo libro - sì, in inglese! C'è poco da dire al riguardo. Solo un appunto: ricordo più le scene del film, rispetto alla trama originale del romanzo - me ne accorgo mentre leggo e rimango stupita.

  Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali e Hollow City. Il secondo libro di Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali di Ransom Riggs
  Poi accade un miracolo. Sto facendo la spesa in un orario benedetto (a mezzogiorno di un giorno feriale) e mi soffermo a curiosare nello scaffale dei libri. Una copertina mi attira, il titolo mi rammenta qualcosa, c'è il richiamo a una pellicola cinematografica, intravista per caso questa estate. Senza nemmeno sfogliarlo, né leggerne qualche riga, lo prendo con me. La settimana successiva prendo anche il secondo volume, il seguito.
   Mi lasciano sveglia tutta la notte: perché sono avvincenti e per quel sottile senso di inquietudine che sanno provocare.
  Sono libri bellissimi, curati in ogni particolare - dalla copertina che imita quella sgualcita di vecchi volumi, alle pagine introduttive dei nuovi capitoli "rivestite" di carta da parati, alle immagini scelte. Sono fotografie scattate nei secoli scorsi e raccolte da pazienti collezionisti: rappresentano soggetti fantastici e inverosimili (persone senza testa, bimbe che volano, giovani mingherlini che sollevano macigni...) e sono il fulcro della storia.
  La storia si dipana e attorciglia lungo la linea del tempo: c'è il presente, il passato bloccato all'interno di anelli temporali (dove si vive la stessa giornata e non si invecchia mai di un'ora, per anni e anni e anni) e il passato che diventa pian piano presente. È la storia di persone speciali, dotate di capacità fuori della norma, che rimangono eterni bambini per poter vivere, e di mostri che entrano ed escono dal passato per dar loro la caccia.
  Mi manca l'ultimo libro, voglio cercarlo per scoprire che cosa succede: se il protagonista rimarrà nel passato o tornerà al suo presente, se gli anelli saranno ripristinati, se i cattivi saranno sconfitti, oppure...

(-42; determinazione: agitata; umore: inquieto; sorriso del giorno: leggere!)

mercoledì 5 ottobre 2016

Quarantaseiesima settimana. Rallentare

Caro Diario,
  dov'è settembre?
  Tra ore di lavoro tritate, mille impegni più uno, scadenze ravvicinate, progetti bellissimi che prendono forma, altri progetti bellissimi in attesa (con mio sommo sconforto) - settembre finisce e mi lascia un senso di déjà vu.
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 Ripercorro passi che non vorrei percorrere: di fretta, di gran carriera, col pepe là dietro (come si suol dire). Insomma, tutto il contrario di ogni mio desiderio.
  Mi piace quello che faccio, ma lo faccio con fatica perché è tanto e le mie energie mentali poche.
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  Rallentare i ritmi.
  Quindi, diminuire gli impegni - seppur belli.
  Poi le energie torneranno e tutto sarà splendido splendente.

(-48; determinazione: fin troppa; umore: stanchino; snort del giorno: déjà vu)