Caro Diario,
maggio arriva e se ne va su ali veloci, che spingon forte verso altri lidi.
Rimango quaggiù e non mi capacito che sia già giugno: pochi giorni e inizia l'estate. L'estate per me è un momento delicato: ne soffro il vuoto - il vuoto scolastico prima, il vuoto lavorativo poi (tranne per quegli anni scintillanti di scavi tra i girasole). Con apprensione, quindi, mi accorgo che tra poco è estate e il suo vuoto mi stringerà nel suo abbraccio stretto e privo di affetto.
Non badare a me, caro Diario, è da qualche giorno, ormai, che il mio umore ha una leggera sfumatura nera, resistente a ogni lavaggio in candeggina. I miei pensieri si susseguono tenendosi per mano, tornano e ritornano come bambini che giocano alla "bella lavanderina". Li conosco a memoria, sono molesti, insinuano verità (o false verità) sgradevoli, mi disegnano un amaro cipiglio e due parentesi secche ai lati della bocca.
C'è solo un modo per allontanarli: leggere. E così la sera per addormentarmi e al mattino per iniziare bene, leggo. Questo mese tocca ancora a lei, Banana Yoshimoto, e ad altre due donne, entrambe famose, entrambe argute, capaci di strapparmi un sorriso o una fresca risata. M'immergo nel loro racconto e mi lascio avvincere dalle loro parole.
Honeymoon di Banana Yoshimoto
Termino La piccola ombra e prendo in mano Honeymoon, nel mio percorso a ritroso tra i suoi scritti. Un'amica nippofila, un giorno, mi dice che in lingua originale la poesia che pervade i suoi libri si perde. Questa cosa mi torna in mente ogni volta che cerco tra le pagine il punto in cui ricominciare a leggere. Sarà davvero così? La poesia che tanto mi affascina sarà solo merito del traduttore? Perché aggiungerla? Come racconta effettivamente l'autrice le emozioni che vuol suscitare?
La ragazza fantasma di Sophie Kinsella
In ogni caso, ho bisogno di qualcosa di più avvolgente. Cerco nel reparto femminile della mia libreria e mi soffermo su questo libro: letto già due volte, è quel che mi ci vuole in questo momento. Di Sophie Kinsella conosco i sei libri della storia di Becky Bloomwood, un paio di romanzi rosa firmati col suo vero nome (Madeleine Wickham) e qualche altro romanzo del genere chick lit. Di questi quello che amo di più è La ragazza fantasma. La protagonista è - con moderazione - meno irritante di altre, la coprotagonista invece è fantastica. Un fantasma degli anni Venti, fiera e caparbia, nulla la ferma nella ricerca del divertimento (trucco, parrucco, una mise adatta e ballare il charleston in modo sfrenato fino all'estasi) e dell'unico oggetto che la fa sentire felice: la collana di perle in vetro giallo con il pendente a forma di libellula - quasi la vedo. Non può avere pace senza quella collana, non può morire in pace. Una scena mi si stampa in testa e nel cuore: quando Lara va alla casa di riposo Fairside e regala dei cd di musiche che i vecchi residenti ascoltavano da giovani e la musica si diffonde e lei all'improvviso li vede come erano un tempo:
"Vedo i loro io giovani e vibranti uscire dai loro corpi, scuotersi di dosso la vecchiaia e cominciare a ballare a tempo di musica. Ballano tutti il charleston, scalciando rapidi e leggeri, con i capelli scuri e forti e le membra di nuovo agili. Ridono e, tenendosi stretti per mano, buttano indietro la testa."
Ragione e sentimento di Jane Austen
Mai letto prima. Una volta un'amica georgiana, dalla grande cultura, mi svela che per ogni romanzo classico c'è un'età giusta. Di sicuro sono un caso disperato. Lo leggo, quindi, con molta curiosità. Oh, quanto mi godo quelle lunghissime frasi, ricche di subordinate! - amo le subordinate. Seguo tutta la storia, m'innervosisco per il modo di fare di Marianne, ancor di più per quello della madre; mi chiedo come faccia Elinor a tenersi tutto dentro senza mai scoppiare - e poi rimango di stucco quando esplode in un pianto di gioia nelle ultime pagine; sogghigno alle bassezze di Lucy, che assomiglia a molte persone già conosciute. Sui maschi stendo un velo pietoso - c'è chi dice che Jane Austen sia la prima autrice chick lit della storia.
Il mio personaggio preferito? Non so, forse Margaret.
(-29; determinazione: annoiata; umore: *beep*; sorriso del giorno: ho già in mano un nuovo libro!)
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RispondiEliminaSu Banana non posso commentare, non so perché ma non mi ha mai ispirato… forse le tue parole mi incuriosiranno abbastanza… per Jane conosci il mio amore smisurato… non posso che concordare: per la vitale, allegra Margaret Jane avrebbe dovuto scrivere una storia tutta sua! ;)
RispondiEliminaMi piace immaginare che sarebbe stata una via di mezzo tra la ragione di una sorella e il sentimento dell'altra ;-)
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