Caro Diario,
i giorni corrono veloci.
Per fortuna corrono veloci anche quelli super indaffarati, quelli che vorresti vivere tutti contemporaneamente in un'unica densa e bollente giornata. E si riparte dal punto in cui s'è interrotto il corso.
Son due mattine che mi sveglio riposata, mi alzo, un po' di ginnastica, una dolce colazione, qualcosina di casalingo, e poi, solo poi, il lavoro. E pasti degni di questo nome! E di nuovo una mezz'ora dedicata alla casa e una a me, prima che venga sera e il sonno e la sereneità della notte.
Mi capita così ogni volta. Inseguo la routine, e lei fugge lontana, per poi tornare ad ammiccarmi dicendo: "Prova a prendermi, se ci riesci!" Alterno momenti di corse disperate e folli verso il traguardo, a momenti di calma piatta. Nei primi penso a tutto quello che vorrei fare di bello, nei secondi elenco tutto quel che dovrei fare (di brutto).
Cucine come la mia (in questo momento), le puoi vedere solo nel retro dei ristoranti, quando il lavapiatti non riesce a stare al ritmo delle mascelle affamate. Pile e cataste di piatti, padelle e non solo, pseudo installazioni di arte contemporanea - di quella che t'inquieta coi suoi volumi minacciosi. Il povero parquet sviene per asfissia, sotto strati di peli canini e briciole di merende umane. Costellato da pois irregolari, di cui non voglio conoscere l'origine. I vestiti giacciono caldi di sole sui mobili di due stanze, o languono al buio in quel che rimane della lavanderia.
Mi capita così ogni volta. Inseguo la routine, e lei fugge lontana, per poi tornare ad ammiccarmi dicendo: "Prova a prendermi, se ci riesci!" Alterno momenti di corse disperate e folli verso il traguardo, a momenti di calma piatta. Nei primi penso a tutto quello che vorrei fare di bello, nei secondi elenco tutto quel che dovrei fare (di brutto).
Cucine come la mia (in questo momento), le puoi vedere solo nel retro dei ristoranti, quando il lavapiatti non riesce a stare al ritmo delle mascelle affamate. Pile e cataste di piatti, padelle e non solo, pseudo installazioni di arte contemporanea - di quella che t'inquieta coi suoi volumi minacciosi. Il povero parquet sviene per asfissia, sotto strati di peli canini e briciole di merende umane. Costellato da pois irregolari, di cui non voglio conoscere l'origine. I vestiti giacciono caldi di sole sui mobili di due stanze, o languono al buio in quel che rimane della lavanderia.
Una casa abbandonata. Da riportare in vita. Diomio, mi aspettano giorni di lavoro massaiese spietato. Solo per tornare al punto di partenza. E poi, solo dopo, potrò finalmente godermi le mie giornate, il sole caldo e l'aria fresca di settembre, le passeggiate al lago, le vetrine dei negozi, le chiacchiere selvagge, le mani operose in nuovi progetti a lungo rimandati.
Ergopercui, il Nuovo Piano D'Attacco sarà:
A volte l'unica soluzione è resettare tutto ;)
RispondiEliminaSerena
Ci vuole un segnalibro per la vita ;-)
Eliminaciao Ale!
RispondiEliminaIl blog è sempre bellissimo!!! Era da parecchio che non passavo di qui...sembra che tu mi abbia letta nei pensieri...la vita è fatta di cicli e ogni tanto bisogna ricominciare!!!
Un bacio, Laura
Grazie, Laura! E ricominciamo ogni volta più determinate di prima a trovare il nostro viver bene :-)
EliminaCon calma, che tanto non ci corre dietro nessuno!
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