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martedì 11 giugno 2013

Crash, bum & sorrisi

Caro Diario,
 un anno fa a quest'ora sono in ospedale.
 Con una spalla rotta, leggermente fasciata, in balia della decisione di un manipolo di medici esitanti.
 Un ricordo che non sbiadisce: la strada bagnata, le gomme che scivolano, la curva che s'avvicina, il prato sulla mia sinistra. La scelta di andar dritta, per fermarmi, per non rischiare un frontale e non causare un casino più grosso di qualsiasi incubo.
 E poi la sorpresa - mi sto capovolgendo - non riesco a fermarmi, il rumore assordante continua tutto attorno a me. E mentre giro assieme alla macchina, penso: "Peccato". Peccato morire adesso. Peccato lasciare il marito, il Baldo, tutto. Peccato non scoprire il mio futuro.
 Alla fine mi schianto, a testa in giù. Sono ancora viva. Mi assicuro di poter muovere i piedi, le gambe, la schiena, il collo. La spalla fa un gran male, ma tutto il resto è a posto.
 Subito s'avvicinano persone che accorrono spaventati, mi fanno parlare, mi tengono compagnia, chiamano il 118. Sto a testa in giù appesa alla cintura di sicurezza (come una bresaola della Valtellina) ad aspettare che mi soccorrano, per almeno quindici minuti. Lunghissimi. Nella mia voce c'è il panico, mentre chiedo se l'ambulanza sta arrivando. Ed eccoli, vigili del fuoco, volontari della croce rossa, carabinieri, sono attorno a me. Uno si china a testa in giù per guardarmi dritto negli occhi, mi fa domande, mi allevia il timore. Rido. D'istinto gli voglio bene, e penso gliene vorrò sempre.
 Dopo aver studiato la situazione, mi estraggono da quel che rimane della macchina. Son tutti preoccupati. Io sono felice, li saluto, li ringrazio e bacio sulla guancia il ragazzo che mi ha tirato fuori.
 Poi mi legano, mi infilano nell'autoambulanza: destinazione pronto soccorso. E via.

 Passa un anno. Quell'Alessandra è rimasta sul prato assieme alla macchina. Io sono un'altra. E contenta di esserlo.

(-206; determinazione: buona; umore: buono; obiettivo: inneggiare alla vita; risultato: ottenuto)

14 commenti:

  1. Forse non dovevo, ma mi hai fatto ridere!!! Sai trovare il lato ironico anche nelle situazioni tragiche. Sicuramente questi eventi stravolgono la vita e tu ne hai saputo cogliere il lato positivo. Buon compleanno allora!

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    1. Grazie, Ale!
      P.S. L'autoironia è il mio carburante ;-)

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  2. Alessandra, mi hai fatto rivivere il mio di incidente accaduto tanti anni fa nel giorno del mio compleanno. E festeggio sempre due volte. Brava Ale.

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    1. Grazie, Elena! Ricordare è catartico.
      Mi hai dato una buona idea: mi sa che d'ora in poi festeggerò anch'io. Sto già pensando al regalo :-)

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  3. l'importante è lasciarsi tutto alle spalle... e mai termine fu più appropriato nel tuo caso ;-) Grande Ale!!!

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    1. Grazie, Manu! Alle spalle, sì, tutt'e due... alla faccia dei medici che dicevano non avrei più usato il braccio come prima! Prrrr

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  4. Sorridere col magone non è facile. L'ho fatto mentre leggevo e direi prorprio che a distanza di un anno è bello trovare il lato ironico di questo tipo di cose.
    Non c'è niente da aggiungere se non che sono felice per la nuova Ale e direi che è proprio il caso di festeggiare!

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    1. Grazie, Lallabel! Prima dell'incidente ero tanto triste, subito dopo (vabbe', quindici minuti dopo) sprizzavo gioia da tutti i pori e già sorridevo della situazione!
      Poi è arrivato il dolore ed ero indaffarata a guarire - ma questa è un'altra storia ;-)

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  5. Tanti di noi vivono ogni giorno emozioni simili a quelle provate da te, ma la capacità di esprimerle è una dote rara. Con questo post mi hai fatto venire la pelle d'oca, forse perchè anche io un anno fa' ero un'altra persona. Grazie per questo post mi hai fatto provare una forte emozione!

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    1. Grazie a te, Lu. Le tengo dentro da tanto, queste emozioni, e son quelle che mi rimbombano ogni volta che salgo su una macchina. Ma mi hanno detto che prima o poi passa...

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  6. Ale, io dopo anni, non ho ancora avuto il coraggio di salire in macchina dopo una cosa simile...sono bloccata e non riesco a riprendere, ti ammmiro molto, se volessi condividere come hai fatto, ahhh te ne sarei grata :D

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    1. Mi ha aiutato il fatto che vivo in un paese di collina, senza treno e senza una linea di autobus degna di questo nome; anche che non mi piace dipendere dagli altri; e pure che ho paura di avere paura in eterno e non essere più libera.
      Appena il braccio ha ripreso forza, sono andata a trovare un'amica e il suo bimbo appena nato. E' stato tremendo, con una fila lunghissima di macchine arrabbiate dietro di me, a 20 km all'ora sui tornanti (perché qui ci sono solo o tornanti o curve) e a 40 sulle altre strade. Ma ne è valsa la pena :-)
      Mio marito ri-insegna a guidare a chi ha fatto incidenti, ma io sono una testa dura e voglio fare da me ;-)
      Tienimi aggiornata, ti va?

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    2. Ale sai chi sono vero? (Katia). Dopo ti scrivo un messaggio privato su facebook. Davvero insegna? Teoricamente potrei riprendere con lui? Ho troppo terrore di farlo sola ma soprattutto con persone della famiglia!

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    3. ecco, quel che ti frega sono gli autobus più frequenti che qui ;-)

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