Caro Diario,
com’è la tua vita?
Te lo chiedo perché sto svolgendo un’indagine di mercato: “Com’è la tua vita? Ti assomiglia? Brilla?”. Lo chiedo a me e alle persone che incontro.
Trovo le risposte nelle pieghe del volto, negli angoli degli occhi, nelle unghie delle mani. Nel tono di voce, nei sorrisi più o meno convinti, nelle lacrime appese alle ciglia e subito asciugate. Nella concentrazione, nella dedizione, nella costanza e nella resa.
Forse preferirei non pensarci, a com’è la mia vita, ma in questo giorno mi vien spontaneo. Quando muore una persona con cui si è condiviso del tempo, vien spontaneo chiederselo.
È quel che viene dopo, più difficile da gestire. Perché, se la vita non mi assomiglia, se non brilla, se non è come vorrei che fosse, che cosa faccio?
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