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mercoledì 7 settembre 2016

Quarantunesima settimana. Dopo le cas-anze

Caro Diario,
  la pausa di agosto finisce e riprendo la mia solita vita.
  Che poi, proprio solita solita non è. Perché possono accadere tante cose in un mese di finte vacanze, o meglio: cas-anze.
  Rimango a casa, infatti, e, per una che lavora da casa e per la casa, non è il massimo. È vero, per quattro settimane mi sveglio quando voglio, pigro allegramente nel letto e mi alzo solo se la fame buca lo stomaco, non lavoro e decido all'ultimo momento cosa fare di me e del mio tempo libero. 
  Per quattro settimane il mio corpo si riposa, la mia mente si annoia.
  D'altronde, quel che mi circonda è esattamente ciò che mi circonda ogni giorno dell'anno: stessa camera quando apro gli occhi al mattino, stessa vista dalle finestre, stessi rumori, stesse persone, stessa strada per scendere in città, stessa città, stessi luoghi, stessi gesti, stessi problemi, stessi pensieri, stesso tutto. Come può la mente rigenerarsi? 

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  Possono accadere tante cose in un mese di cas-anze, ma a me - tra lavaggi selvaggi, pulizie di casa, annaffiature di verzura e altre amenità domestiche - ne accade una sola: capisco che come il corpo ha bisogno di riposo e di passeggiate per recuperare energie, così la mente ha bisogno di nuovi orizzonti e stimoli diversi. Un bel cambiamento d'aria (e di domicilio), mi ci vuole.

    
  Ed è già settembre. Non è un nuovo inizio (per me l'anno finisce il 31 dicembre), ma una ripresa più consapevole dei miei bisogni.
  L'anno prossimo ad agosto lavorerò: spero di farlo dal balcone di una casetta affacciata sul mare o su una coperta in un prato di montagna. 

(-77; determinazione: ferma; umore: sospiroso; sorriso del giorno: consapevolezza)

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