Caro Diario,
non tutte le ciambelle riescono col buco.
Non tutti i libri sono scritti bene e non tutti i libri sono ben curati. Me ne accorgo a inizio anno, mentre peregrino tra scaffali di librerie miei e altrui.
Ma andiamo per ordine.
È gennaio e inauguro l'anno nuovo con Pelle di leopardo di Tiziano Terzani. Già letto e già tanto apprezzato: più di tutto, più del fatto di avere tra le mani un libro-simbolo per certe generazioni, quel che apprezzo è l'introduzione. Scritta dallo stesso uomo, ma più maturo, più disincantato. Tiziano Terzani ti sa entrar dentro l'anima con le sue parole, a qualsiasi età, in qualsiasi occasione - una rivoluzione, un viaggio senza voli, una malattia, un consiglio - e lì rimane.
Poi, durante una cena del Club Rosa delle Prime Donne, ricevo in prestito da leggere Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna. La notte, quando rincaso e m'infilo sotto il piumone, apro le prime pagine e m'innamoro. Come si può non innamorarsi di un autore che scrive di morte, di politica, di altre cose tristi e ti fa ridere dalla prima all'ultima frase? Quando finisco il libro, sì, che sono triste...
Anche perché dopo le cose incominciano ad andar storte.
A un altro incontro del Club Rosa delle Prime Donne, ricevo in prestito una trilogia: Red, Blue e Green di Kerstin Gier. Un fantasy per adolescenti, mi avvisano. La storia potrebbe anche essere interessante (una variante dei viaggi nel tempo), ma tutto il resto... zerella. L'autrice applica tutti i trucchi del mestiere fin dalla prima riga: hook iniziale, suspence, colpi di scena si susseguono a ciclo continuo tra banalità e assurdità. Per dire: ci vogliono due libri per raccontare quel che succede in due giorni, mentre le settimane successive son descritte nell'ultimo libro, pigiando il tasto "avanti veloce" per farci star tutto. Ma l'editore dov'è? Bah.
Per riprendermi da questa lettura fastidiosa, continuo col genere fantasy. Questa volta tocca a Jonathan Strange & il Signor Norrell di Susanna Clarke. Un libro abbandonato già in passato e non ricordo nemmeno perché. Cià, iniziamo! Aiuto. Che strazio. Non capisco nulla. Chi è il protagonista? Chi parla? E con chi parla? Dove vuole andare l'autrice? Salto blocchi di pagine per tentar di scoprire se c'è un filo conduttore. Non trovo nulla. Lo chiudo e metto via, abbastanza infastidita. Eppure è vincitori di premi letterari piuttosto famosi...
Agguanto disperata un altro libro, La biblioteca dei miei sogni di Julie Highmore. Leggo due-righe-due e lo allontano da me esasperata. Possibile che le case editrici pubblichino libri del genere? Scritti male, con dialoghi assurdi, senza trama, senza scopo, senza nulla di nulla. Perché?
Per fortuna c'è, fresco di stampa, Va', metti una sentinella di Harper Lee. Il buio oltre la siepe è uno dei miei libri preferiti, letto da bambina, da ragazzina, da giovane, da adulta, da exQQ - più e più volte. Il "seguito" mi riaccompagna in quelle atmosfere, mi fa provare sentimenti altrui, mi fa arrabbiare e commuovere. Mi dà qualcosa, come ogni libro dovrebbe. Ah, mi sento meglio.
Poi cado in una trappola, mi lascio conquistare dalla curiosità e leggo Sein, una virgola sull'acqua. Ritratto di un'isola bretone leggendaria di Susy Zappa. Cioè, provo a leggerlo, ma dopo qualche pagina mi arrendo. Mi aspetto atmosfere magiche, misteri svelati. Invece trovo un po' di storia dell'isola, l'introduzione al concetto di aldilà in cui i celti credevano, la preghiera del marinaio seguita da quattro pagine di date e dati di naufragi, lo stemma araldico dell'isola... Ed è solo la prefazione. No grazie, non ci sto.
Termino gennaio indignata e inizio febbraio piena di speranze. Mi regalano Numero zero di Umberto Eco e lo leggo. Mi piace, è interessante, ma provo un senso di déjà vu, come fosse un piccolo Pendolo di Foucault.
Provo con L'arciere del re di Bernard Cornwell. Carino, la storia dovrebbe intrecciarsi con quella del sacro Graal, ma se ne perdono le tracce molto presto. La tira un po' per le lunghe e alla fine è inconcludente. Cerco in internet e scopro che è il primo di quattro libri. Va bene, ma ho questo libro e da solo non mi dice nulla di nulla. Zero voglia di leggere gli altri tre, chissà perché?
Non ci casco più, voglio andare sul sicuro! Quindi mi affido al ciclo di Darkover di Marion Zimmer Bradley che mi tiene impegnata fino ai primi di aprile. Una serie di libri fantasy "fantascientifico", ambientati nel futuro su un pianeta alieno, che sembra il nostro passato. Letti più e più volte in gioventù, è un po' come tornare dai nonni dopo la scuola. Il suo stile non mi piace particolarmente (mi chiedo, però, quanto influisca l'editore: nomi di persona sbagliati e confusi tra di loro, frasi rocambolesche che sanno di traduzioni stanche...) ma mi piace la storia di questa antica colonia terrestre e del rapporto tra darkovani e terrestri.
Il libro di aprile (sì, uno solo) è Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson. Lo prendo per il viaggio in treno di ritorno da una riunione di lavoro, per ricordarmi di questa giornata meravigliosa. Il libro è altrettanto bello: coinvolgente, divertente, dissacrante, purtroppo non infinito.
E ora, che cosa leggo???
P.S. Nel frattempo leggo un po' di libri di lavoro - letture edificanti e profonde - ma decido di parlartene di là, ché ripetere le cose mi uggia.
(-195; determinazione: stanca; umore: stanco; sorriso del giorno: leggere!)
Ciao! Ti suggerisco 'in viaggio contromano' di Zandoorian e 'la commedia umana' di Saroyan entrambi due piccole perle 😍
RispondiEliminaGrazie, Antonella! Li segno e poi vo a curiosare in libreria :-)
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