Caro Diario,
non son mica tutti uguali.
Che cosa? Gli elettrodomestici!
Nel giro di dodici ore sostituiamo la nostra vecchia lavastoviglie (morta tre volte e resuscitata solo due, amen) e il nostro vecchio frigorifero (ancora vivo, ma per poco: rantola) con due modelli nuovi fiammanti.
Non è facile. Adattarsi a nuovi spazi, a nuove fragilità, a nuovi assetti non è facile.
Sono elettrodomestici da incasso, meno profondi di quelli "liberi" e più delicati: i carrelli della lavastoviglie sembran fatti di fil di ferro, i cassetti del frigo-congelatore di zucchero cristallizzato. E poi, per loro natura e costituzione mi obbligano a nuove abitudini.
Obbligano me - già impegnata in questa gara di forza tra cattive e buone abitudini - a nuove (ulteriori) abitudini.
Non fraintendermi: le novità mi piacciono. Le cerco, anzi! Ma tu sai quanto poco sia prospera la mia casalinghitudine... Basta un soffio di vento contrario e tutto potrebbe svanire.
Mai più gesti automatici (conquistati dopo lunghe e snervanti lotte) da compiere a occhi chiusi senza pensarci, ormai mi sento come un'esploratrice di nuovi mondi, impegnata in spedizioni ricognitive nel tentativo di disegnare geografie sconosciute.
Sospiro.
Prendi la nuova lavastoviglie, per esempio:
- non ha più i tasti fuori, ma dentro. Ogni volta la chiudo e poi la riapro per pigiare e poi la richiudo - giuro, ogni volta
- non ha più cestelli capienti e affidabili. Pare che non le piaccia lavare le pentole grandi, nel libretto d'istruzione su come riempirla non son proprio considerate... dobbiamo inventarci nuovi equilibri
- non ha più un portaposate di dimensioni decenti. Non lava le pentole grandi, in compenso le piace darsi da fare con tutte le posate di casa (sono centoquarantaquattro). Comtemporaneamente
- non ha più un senso logico. Si possono mettere i piatti ovunque: sopra (ma solo nella fascia centrale e solo se sono di piccole dimensioni), sotto (di traverso oppure, se proprio devi, perpendicolarmente): se uso tutti i piatti di casa (sono trenta) posso lavarli tutti - ma zero pentole grandi...
- non ha più spazio per bicchieri e tazze. Ma solo per bicchieri o tazze
- non ha più coerenza. Prima ogni cosa era ordinata per mobile d'appartenenza e affinità, ora tutto è mischiato, come un minestrone nel calderone: pentole con mestoli, con coltelli, con bicchieri, con ciotole; coperchi con piatti, con contenitori, con posate, con teglie...
- non ha più fondo. Se metto un mestolo nel cestello di sotto, cade
Insomma, mi istiga al caos. In un momento così delicato della mia vita, in cui mi sforzo con ogni fibra del mio essere per dare un senso al rebelòt fuori e dentro di me, lei, la nuova lavastoviglie, mi istiga al caos.
(-205; determinazione: provata; umore: confuso; sorriso del giorno: caos, non mi avrai!)
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