Caro Diario,
buon anno nuovo!
In questi giorni, in giro nel mondo virtuale, puoi trovare delle parole particolari. Sono le parole-guida: associate all'anno appena finito o a quello appena iniziato, ne indicano la direzione e la permeabilità.
Perché le parole hanno un potere - sempre detto, sempre avvertito. Con le parole lavoro, ci gioco e passo la vita. E così ci ragiono, volente o nolente.
La frase più ripetuta negli scorsi trecentosessantacinque giorni è: "Ce la faremo". La ripeto di continuo, a volte senza accorgermene, come fosse un mantra, una preghiera, un'esortazione viscerale, o una rassicurazione spirituale. Ce la faremo - io, tu, tutti quanti: ce la feremo. Nonostante tutto, nonostante il nulla.
E se chiudo gli occhi e non penso, sulla scia di questa frase, trovo anche la parola che ha caratterizzato il mio 2015: stanchezza. La stanchezza interiore, quella ddll'anima che si dibatte per trovare una via d'uscita. È la stanchezza del ribelle, desideroso di pace.
Perciò, senza alcuna riluttanza, so che la parola-guida del mio 2016 deve essere lei, e non un'altra: ristoro. Per riempire la vita di energie durature, colmare le lacune, assaporare ogni giorno la bellezza e riempire di gusto la vita.
(-326; determinazione: perseverante; umore: sereno; sorriso del giorno: parole-guida)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.