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martedì 19 novembre 2013

Cinquantaduesima settimana

Caro Diario,
 non è mai tardi per imparare.
 Impiego un anno esatto per capire una cosa di me: non sono multitasking.
 Non posso dedicarmi a risolvere tutte le emergenze in contemporanea: se voglio arrivare a un dunque, ho bisogno di concentrarmi su una sola per volta. Ho delle priorità, io.
 Che bella parola "priorità"! L'associo a sorrisi spontanei e caldi, e al senso di pienezza che solo i problemi risolti sanno regalare. 
 Scopro che la mia priorità non è curare me stessa (non vado poi così male: ancora non cado a pezzi), né curare gli interessi (sono in attesa di un loro habitat naturale). E non è nemmeno curare gli affetti: noi tre sappiamo il bene che ci vogliamo e questo è già una conquista.
 La priorità assoluta è la casa. Perché la casa è il focolare domestico e se la fiamma si spegne non c'è più calore. E' un nido sull'albero e se si spelacchia rovinerà a terra. Lo capisco dopo sei anni.
 Sei anni in cui lui si occupa di ristrutturare la casa e io di organizzarla: se ogni cosa avrà il suo posto, anche noi troveremo il nostro.
 
 
(-5; determinazione: mica male; umore: idem; obiettivo: non smettere mai d'imparare; risultato: a buon punto)

6 commenti:

  1. Bellissimo finale... perfetto direi! Oddio, vorrei scriverlo sul muro del mio studio, posso?

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    1. Certo che puoi! Mi fa molto piacere che le illuminazioni improvvise possano illuminare anche altri ^_^

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  2. MI piace la tua analisi... e la conclusione!
    Un bacione!

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    1. A volte mi si rischiara il cervello e riesco a vedere le cose per quelle che sono. A volte... ;-)

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  3. Hai proprio ragione Ale, il segreto è affrontare una cosa alla volta.
    Isa

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