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martedì 30 aprile 2013

Questione di archi

Caro Diario,
 me ne dovrei intendere di archi, sono del Sagittario.
 Sfoglio con attenzione il manuale, finché non trovo le pagine dedicate a "Come trovare l'arco perfetto". Da sempre vorrei imparare a tirare con l'arco, già mi vedo nei campi a tendere la corda con gesti fluidi e scoccare la freccia dopo qualche minuto di meditazione (utile per chi non ha mira, come me).
 Ma non è questo il caso: oggi sono alla ricerca dell'arco perfetto per le mie sopracciglia e di come donare carattere al volto con poche e semplici (e dolorose, ahimè) mosse.


 Eccomi, in bagno di fronte allo specchio, armata degli strumenti necessari: pennello lungo e sottile (ne ho trovato un set completo, regalo della mia previdente nonna), pettinino per sopracciglia (idem), forbicine, pinzette, matita bianca per occhi e sguardo critico.
  1. Appoggio il pennello alla narice destra verso l'alto: nel punto in cui incrocia il sopracciglio traccio un segno.
  2. Ruoto il pennello finché non passa in mezzo all'iride: traccio un altro segno dove incrocia il sopracciglio.
  3. Ruoto ancora un po' il pennello, sfiorando l'angolo esterno dell'occhio: segno il punto in cui dovrebbe terminare il tutto.
  4. Ripeto sull'altro lato.
 Ora ho una visione chiara e precisa della quantità di peli da sfoltire. Ma per procedere con un lavoro ben fatto, la mia guru (Clio Make-up) suggerisce di tracciare il contorno delle nuove sopracciglia tenendo conto delle "linee guida". Ci provo. Ma mi sento un po' scema.
 Fatto. Pettino le sopracciglia verso l'alto e dovrei tagliare quelle che sbordano oltre la linea bianca, ma non ce la faccio. Tagliare le sopracciglia? Proprio non ce la faccio: i miei guai tricotici iniziano sempre con una lama tagliente e già vedo scene terrorizzanti in cui il mio volto è nascosto da un groviglio di sopracciglia.
 Non c'è tecnica che tenga, non voglio. Quindi passo in scioltezza alla fase successiva e impugno le pinzette - compagne di ogni alleggerimento mattutino, dai miei ventiquattro anni in poi. Va bene, procedo. Non può farmi male più del solito, vero?
 Potrei tracciare una mappa a colori dei punti più dolorosi e di quelli ormai già avvezzi, ma devo soffiarmi il naso: è come se le lacrime non osassero interrompere il lavoro sugli occhi, allora prendono la scorciatoia e... vabbe', insomma. Ecco.
 Male bestia e vista annebbiata a parte, a lavoro ultimato mi scruto con sguardo critico e posso dire che... UAU!


 Ma ora, mio caro Diario, ti devo proprio lasciare: vado a controllare se nel freezer c'è ancora quel mezzo pacco di fagiolini congelati. Se li divido in due porzioni - una per occhio - potrei prendere due piccioni con una fava: lenire il rossore (e dolore) e preparare la cena.

(-247; determinazione: alta; umore: roseo; obiettivo: rifare le sopracciglia; risultato: scintillante!)

2 commenti:

  1. anche tu tra quelle che starnutiscono quando tirano/strappano/spennacchiano emergenze tricotiche? Benvenuta nel club...

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