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mercoledì 23 luglio 2014

# 34: la riscossa

Caro Diario,
 ma che giorno è?
 I giorni si sciolgono uno dentro l'altro, nel grigio freddo del maltempo o nell'umido caldo più tipico di questa stagione.  Si sciolgono, dicevo, e un mese arriva presto alla fine senza lasciar traccia - qualche gocciolina qui e là, ogni tanto.
 Parliamo poco, io e il marito, ma ci capiamo tanto. La casa assorbe le nostre energie e, anche quando non muoviamo muscolo, lei prosciuga la nostra vivacità mentale. Ci adattiamo anche a questo, seppur con fatica: le risate non mancano, ma hanno un retrogusto acidulo. Per farla breve: non è un buon periodo, da queste parti.  
 Ma.  Certo, c'è un ma.
 Ma, dicevo, se hai modo di osservarci meglio, noterai che ogni tanto l'occhio fatica a mettere a fuoco quel che sta vedendo. Guardaci bene: davanti a noi il solito giardino, i soliti vicini in costume adamitico, le solite nuvole cariche di pioggia, noi seduti al tavolo, le mani abbandonate sui braccioli della sedia. Stiamo sorridendo, in totale silenzio - a parte qualche sospiro sommesso.
 Siamo in attesa della nostra riscossa: le vacanze.

Jeremy Harwell Photografy

 Lunghe, lunghissime vacanze. Già un solo giorno lontano da casa mi sembra una meravigliosa vacanza: tanti  giorni lontano da casa, più di quante dita ci siano in due mani, mi sembra un miracolo. Un miracolo.
 Sospirate, sospiratissime vacanze. Passano sei anni, dall'ultima volta. Sei anni. Quando faccio il conto mi vengono i brividi: come si fa a vivere sei anni indiavolati senza nemmeno un giorno di ferie? Perché i giorni dedicati alle ferie (esattamente come le domeniche e le feste nazionali) li passiamo a casa. A lavorare alla casa. A progettare, realizzare, studiare, immaginare, eccetera, eccetera la casa. Dopo sei anni si rasenta la follia.
 Profumate, profumatissime vacanze. Di salmastro, di venti liberi e selvaggi, di Baldo accaldato, di sudore e olio di cocco, di aperitivi splendenti nel sole al tramonto, di luoghi nuovi, di baci d'amore, di gioia e pienezza di vita.
 Sognate, sognatissime vacanze. In ogni momento della giornata: appena sveglia sogno colazioni vista mare, in mattinata sogno le impronte delle mie scarpe azzurre sulla sabbia, a pranzo sogno pic nic in pineta, di pomeriggio sogno passeggiate nei paesi assonnati, di sera sogno cene golose in ristoranti a due passi dalla spiaggia. Sogno, sogno, ho gli occhi pieni di sogni, talmente vividi da coprire l'opaca realtà.
 Devono passare ancora un po' di settimane, però. Per questo, mio caro Diario, ti chiedo: ma che giorno è?

(-8; determinazione: qualche lacerto resiste; umore: sognante; sorrisi del giorno: evviva la riscossa!)

mercoledì 16 luglio 2014

Attenzione: ristrutturazione in corso

Caro Diario,
 sbagliando (ripetutamente) s'impara.
 Inizio questa settimana con una considerazione: se aspetto l'anno prossimo per prendermi cura di me, potrei non trovarmi più. Ed ecco che scatta il piano G, seguito tosto dal piano C.
 G come ginnastica. Riprendo i miei esercizi mattutini 5/7 gg (cioè, cinque giorni su sette) e quelli serali 3/7 gg (solo tre giorni). Al mattino addominali, braccia, fianchi e squat: a parte questi ultimi, tutta roba semplice, che faccio in parte sdraiata e seduta sul letto (mi piaaace). Ci sarebbero anche dieci minuti di ellittica, ma "mi capita" di rimandare alla sera. La sera son previsti altri addominali, gambe, glutei, flessioni e braccia: roba più impegnativa, necessito di tappetino ed elastici e sento dolori ovunque (tranne dove mi aspetto di sentirli). Naturalmente mi dimentico di fare l'ellittica.
 Morale: non far la sera quel che puoi fare al mattino!


 C come creme: antitutto! E sì, perché ultimamente mi par di notare una certa mancanza di compattezza della pelle. Come dire, asssomiglia alla panna che si forma sulla superficie del latte caldo: quando la tocchi, fa le grinze. La mia pelle le fa anche senza toccarla, ohibò! Perciò sfodero di nuovo le care vecchie creme e mi ungo senza tregua su viso, collo, odiosissimi punti morbidi del corpo, mani e piedi. Mattina e sera.
 Ma al mattino mi  ricordo e la sera no: dovrei ungermi appena prima d'infilarmi sotto le lenzuola, ma a quell'ora ho talmente tanto sonno da dimenticarmene. Sto pensando di puntare la sveglia...
  Morale: una sveglia al giorno, toglie la dimenticanza di torno!
  Dai miei (ripetuti) errori imparo che: (1) è meglio vincere quel senso di assonnamento-noia-fame e darmi all'ellittica subito al mattino - sarà difficile, ma porterà a buoni risultati; (2) è meglio iniziare a incremarmi prima di cena, quando ancora l'occhio è vispo - se no cala l'oblio e son fritta (tanto per restare in tema).
 Ci riuscirò? Non lo so, ma d'ora in poi terrò traccia dei miei sforzi. Sia mai che in questo modo funzioni...

(-15; determinazione: in via di ridefinizione; umore: ibernato; sorriso del giorno: forse ce la fo! ginnastica mattutina e serale: celo; ellittica: manca; cremaggio: in fieri - si accettano scommesse)

lunedì 14 luglio 2014

# 33: Costanza e io

Caro Diario,
 ricomincio da qui:

 A.A.A. cercasi Costanza disperatamente.

 Niente panico, non è la gatta dei vicini o la cugina della zia scappata con l'argenteria di famiglia. Costanza è La Costanza. Quella cosa che fa andare avanti indefessamente, finché non si porta a compimento quel che si è prefissato. Quella cosa che fa crescere tutto ciò che si pratica e fa crescere anche noi stessi.
 Nasco senza Costanza, o - come al solito - dopo il primo facile entusiasmo, mi saluta e se ne va. Perciò penso di non essere costante: inizio mille cose e tralascio affetti e interessi. 
 Se ci penso con attenzione, però, scopro che non è proprio così: gli affetti li ho nel cuore, ma sono un orso e gli orsi non si perdono in mille chiacchiere. Gli interessi li pratico a corrente alterna e le cose, quelle che mi sono entrate nell'anima, le concludo. Prima o poi.
 Ma prima o poi le concludo, e quando accade mi si spezza ogni volta qualcosa dentro. Di nuovo è finita - penso - di nuovo si deve ricominciare.
 Quindi, ritorno al mio appello: 

Cara Costanza,
non puoi farti viva solo
quando c'è di mezzo la passione.
Devi esserci anche per le cose più spicce.

 Tipo la sveglia presto, la ginnastica mattutina, il beverone che-fa-bene-alla-salute, la preparazione dei pasti (ma pasti seri), le responsabilità da manager familiare (leggansi: faccende domestiche & burocrazia casalinga), eccetera, eccetera. Mi par di sentire una rispostaccia. L'idea non le va a genio? Figurati a me. Ma s'ha da fa', perciò... facciamolo.

















(-17; determinazione: in prova; umore: in riparazione; sorriso del giorno: appello alla Costanza)

lunedì 7 luglio 2014

# 32: ortensie

Caro Diario,
 vorrei essere un inventore.
 Non per la fama, né per la gloria, ma per risolvere un problema: la melanconia.
 Ci son dentro con tutti i piedi, immersa con ogni ciuffo ribelle dei capelli. Non so come-dove-quando, ma in un qualche momento inciampo, cado e non riesco più a sollevarmi. E così mi perdo di nuovo.
 Le provo tutte: liste delle cose da fare, sgridate allo specchio, auto "pat pat", sproloqui al muro, coccole dal Baldo... ma nada, questa volta non funziona.
 Siccome non so come uscire da questo triste labirinto, osservo le ortensie.
 Di domenica, in moto, guardo il mondo attorno a me. Quante ortensie! Crescono ovunque, come pompon di farfalle riempiono le aiuole, i giardini e i parchi. Un tripudio. Alcune s'inchinano dall'orlo dei terrazzamenti lungo la strada del lago, altre addirittura spuntano dai muri stessi - pervicaci.
 Non pensavo potessero vestirsi di così tanti colori: gradazioni di rosa dal peau d'ange al fucsia, viola scuro e blu Cina, bianco ghiaccio e panna, verde sedano e azzurro intenso, indaco, oppure celeste, lilla e quasi-grigio. Vorrei avere una macchina fotografica che scatti a ogni battito di ciglia e stampi colori ed emozioni direttamente dalla mia testa. 
 Dove prendono questi colori? Quante volte si cambiano d'abito? Le farfalle - i petali - voleranno via la notte col buio? Ogni anno in primavera sapranno di che colore diventeranno in estate? 


 Come vorrei essere un cespuglio di ortensie, di un bel viola intenso, che impettito si presenta al mondo con orgoglio e con fierezza dona tutta la sua bellezza.

(-24; determinazione: mah; umore: boh; sorriso del giorno: i pompon di farfalle, le ortensie)